Perché nei mesi con la R non si deve prendere il sole?

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Anche nei mesi più freddi, quelli che nel calendario contengono la lettera R, lesposizione prolungata al sole senza protezione adeguata può essere dannosa. Il rischio di danni solari, infatti, persiste anche durante i periodi dellanno più freddi, rendendo necessaria la protezione della pelle.

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Il Mito dei Mesi con la “R”: Perché il Sole è Pericoloso Tutto l’Anno

L’antica credenza popolare che associa la pericolosità del sole ai soli mesi contenenti la lettera “R” nel loro nome (settembre, ottobre, novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, aprile) è un retaggio del passato, un’eco di tempi in cui la consapevolezza sui danni solari era limitata. Sebbene l’immagine di una scottatura evocata dal sole estivo sia più immediata, la realtà è che il sole rappresenta un potenziale rischio per la nostra pelle durante tutti i dodici mesi dell’anno.

L’errore alla base di questa credenza risiede nella sottovalutazione dell’indice UV (ultravioletto) anche durante i periodi più freddi. Nonostante le temperature più basse e la minore intensità percepita del sole, i raggi UV, responsabili dei danni alla pelle, sono comunque presenti e attivi. Questi raggi, invisibili e insidiosi, penetrano attraverso le nuvole e si riflettono su superfici come la neve o il ghiaccio, amplificando ulteriormente la loro azione dannosa.

Immaginiamo una giornata invernale in montagna. L’aria è frizzante, il sole splende e la neve immacolata riflette la luce con un’intensità sorprendente. In un contesto del genere, la combinazione di altitudine e riflessione aumenta esponenzialmente l’esposizione ai raggi UV, incrementando il rischio di scottature, invecchiamento precoce della pelle e, nel lungo periodo, di sviluppare tumori cutanei.

Ma non è necessario trovarsi in alta quota per essere a rischio. Anche una passeggiata in città in una giornata di sole invernale può comportare un’esposizione significativa. La minore inclinazione del sole in questi mesi fa sì che i raggi UV percorrano un tratto più lungo nell’atmosfera, ma la loro capacità di penetrare le nubi e riflettersi sulle superfici rimane intatta.

Quindi, perché si associava la pericolosità del sole solo ai mesi con la “R”? Probabilmente, il collegamento nasceva da un’osservazione empirica. In passato, durante l’estate, l’esposizione al sole era inevitabile e prolungata, causando scottature evidenti. Nei mesi più freddi, invece, le persone tendevano a coprirsi di più, limitando l’esposizione e minimizzando gli effetti visibili. Questa minore evidenza dei danni portava a credere che il sole fosse meno pericoloso.

Oggi, grazie alla ricerca scientifica e alla maggiore consapevolezza, sappiamo che la protezione solare è una necessità costante. Indipendentemente dal mese o dalla temperatura, è fondamentale:

  • Applicare una crema solare con un fattore di protezione adeguato (SPF 30 o superiore) su tutte le aree esposte, anche in inverno.
  • Indossare occhiali da sole con protezione UV per proteggere gli occhi.
  • Evitare l’esposizione prolungata nelle ore centrali della giornata, anche quando il cielo è nuvoloso.
  • Rinnovare l’applicazione della crema solare ogni due ore, o più frequentemente se si suda o si fa il bagno.

Abbandoniamo, quindi, la credenza dei mesi con la “R”. Il sole è un’energia vitale, ma va rispettato e affrontato con la dovuta precauzione, tutti i giorni dell’anno. Proteggere la nostra pelle è un investimento a lungo termine nella nostra salute e nel nostro benessere. Non lasciamoci ingannare dalla percezione di un sole “innocuo” e adottiamo un approccio responsabile e consapevole verso l’esposizione solare.