Quanto dura la pubblicità al cinema Bicocca?

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La proiezione è iniziata con una lunghissima sessione pubblicitaria di 35 minuti, rendendo lesperienza cinematografica decisamente meno piacevole e causando un ritardo nella conclusione dello spettacolo. La durata eccessiva della pubblicità ha generato disagio tra gli spettatori.

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L’agonia prima dello spettacolo: quando la pubblicità al cinema Bicocca diventa un test di pazienza

Entrare in una sala cinematografica dovrebbe essere un’esperienza immersiva, un varco verso un mondo nuovo e coinvolgente. L’oscurità cala, le luci si affievoliscono, e l’attesa cresce. Peccato che, troppo spesso, questa magia venga infranta da una valanga di spot pubblicitari che sembrano non avere fine. L’esperienza al cinema Bicocca, stando a quanto riportato, non fa eccezione, anzi, sembra incarnare un’estremizzazione di questa pratica.

Chi si reca al cinema lo fa per godersi un film, non per essere bombardato da messaggi commerciali. Se una breve anteprima di futuri titoli in uscita può essere considerata parte dell’esperienza, una sequenza prolungata di spot che supera la mezz’ora, come pare accadere al Bicocca, trasforma l’attesa in un vero e proprio test di pazienza. Trentacinque minuti di pubblicità rappresentano un lasso di tempo considerevole, sufficiente per guardare un episodio di una serie televisiva o per preparare una cena veloce. Un tempo prezioso, sottratto al pubblico pagante e dedicato a promuovere prodotti e servizi, spesso in maniera indiscriminata.

Il disagio generato da questa pratica è comprensibile. Oltre alla noia e alla frustrazione, si aggiunge un senso di presa in giro. Lo spettatore si sente come un ostaggio, costretto ad assistere passivamente a un susseguirsi di messaggi che non ha richiesto e che, spesso, non lo interessano. La promessa di evasione e intrattenimento si infrange contro la dura realtà di una pubblicità invasiva e prolungata.

Questo fenomeno solleva diverse questioni. Innanzitutto, il rapporto tra cinema e pubblicità. È necessario trovare un equilibrio tra le esigenze economiche delle sale e il rispetto per il pubblico. Una durata eccessiva della pubblicità non solo danneggia l’esperienza cinematografica, ma rischia anche di allontanare gli spettatori, che potrebbero optare per alternative più economiche e meno invasive, come lo streaming on demand.

Inoltre, si pone il problema della trasparenza. Sarebbe auspicabile che le sale cinematografiche informassero in anticipo gli spettatori sulla durata prevista della pubblicità, in modo da permettere loro di organizzarsi di conseguenza e di evitare spiacevoli sorprese. La chiarezza e la correttezza nei confronti del pubblico dovrebbero essere valori fondamentali per qualsiasi attività commerciale, e il cinema non fa eccezione.

In conclusione, la situazione descritta al cinema Bicocca è un campanello d’allarme. La pubblicità è una componente inevitabile dell’esperienza cinematografica, ma quando supera i limiti della ragionevolezza, si trasforma in un ostacolo che compromette il piacere e la fruibilità del film. Un’attenta riflessione e un ripensamento delle strategie pubblicitarie sono necessari per garantire un’esperienza cinematografica di qualità e per preservare il rapporto di fiducia tra il cinema e il suo pubblico. Altrimenti, il rischio è quello di trasformare la sala cinematografica in un incubo pubblicitario da cui fuggire al più presto.

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