Come si calcolano i profitti?

Ah, i profitti… Che parola magica, vero? Mi sembra sempre di inseguirli come una chimera, un po’ come quando cercavo di catturare le lucciole da piccola, e si scappavano sempre tra le dita. Ricordo una volta, avevo venduto le mie collane fatte a mano al mercatino di paese… avevo impiegato una vita a farle, ogni perlina scelta con cura, ricordo ancora l’odore della colla, che mi dava quasi il mal di testa! Avevo ricavato, che ne so, cinquanta euro, forse qualcosa di più… ma tra la lana, le perline, il tempo… il profitto vero era stato forse dieci euro, se andava bene. E poi la benzina per arrivare fino al mercatino!

Come si calcolano i profitti, dicevi? In teoria è semplice, eh, lo so: ricavi meno costi. Ma nella pratica? È un ginepraio! Ricavi, costi diretti, costi indiretti… a volte mi sembra di parlare aramaico! Quante volte ho dovuto rivedere i conti, tornare indietro, aggiungere qui, togliere là… un vero sudoku finanziario, ti dico! Ricordo un amico, aveva aperto un piccolo bar, era convinto che avrebbe guadagnato un sacco di soldi… poi si è ritrovato con le tasse, l’affitto, le forniture… e alla fine? Il profitto era ridicolo, praticamente nullo. Era demotivato, lo capisco.

Trovare il punto di massimo profitto… è come cercare l’ago nel pagliaio, no? Devi studiare il mercato, vedere dove la domanda è alta, gestire bene i costi… è un equilibrio delicato, un gioco di equilibri, una danza con i numeri. E quando ci riesci, quando finalmente vedi un profitto consistente, è una soddisfazione immensa! Una sensazione bellissima, che ti ripaga di tutti gli sforzi, tutte le notti insonni passate a studiare bilanci. Un po’ come quando finalmente finisci un libro che ti appassiona tanto… è pura gioia!