Come trattare un ospite in casa?

Ospitalità… una parola che mi fa pensare subito a casa, al profumo di buono che si spande per le stanze, a risate e chiacchiere. A volte mi chiedo, ma cos’è davvero l’ospitalità? Non credo ci siano regole fisse, più che altro è una questione di cuore, no? Tipo, quando mia zia Emilia viene a trovarci, sa già che da noi si pranza alle due. E lei, puntuale come un orologio svizzero, è lì. Non c’è bisogno di dirglielo. Certo, a volte capita di ospitare qualcuno per periodi più lunghi… e lì, forse sì, meglio chiarire prima quanto si può stare, giusto per evitare situazioni un po’… come dire… incresciose? Mi ricordo una volta… un amico di mio fratello si è fermato per “qualche giorno” che poi sono diventati due settimane! Mamma mia! Per carità, ci siamo divertiti, ma a un certo punto… ecco, insomma, capite cosa intendo. Poi, quel piccolo pensiero all’arrivo… un mazzo di fiori, una bottiglia di vino… non è obbligatorio, eh, però… scalda il cuore. Come quando Marco, un mio caro amico, mi ha portato quei biscotti fatti in casa dalla sua nonna. Un gesto semplicissimo, ma che mi ha fatto sentire davvero speciale. E poi, suvvia, lasciamo perdere i cellulari per un po’! Lo so, lo so, siamo tutti attaccati a questi aggeggi infernali… ma quando si è in compagnia, che bisogno c’è di stare sempre online? Una volta ero a cena da degli amici, e passavano più tempo a guardare lo schermo che a parlare con noi! Un po’ triste, no? Infine, e qui lo dico proprio con il cuore in mano, un po’ di ordine non guasta. Non dico di pulire tutta casa prima di andare via, per carità! Ma sistemare il letto, riporre gli asciugamani… sono piccole cose che fanno la differenza. Un po’ come dire “grazie” in un altro modo. Insomma, alla fine, l’ospitalità è fatta di tanti piccoli gesti, di attenzioni, di rispetto. E, perché no, anche di un pizzico di buon senso. Cosa ne pensate?