Cosa fa la solanina al nostro corpo?

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La solanina, presente nei germogli delle patate, è una sostanza tossica ma non cancerogena. Ingerita in elevate quantità, può causare disturbi gastrointestinali (vomito, diarrea) e tachicardia. La solanina si trova anche nella buccia delle patate, da rimuovere prima del consumo.

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La solanina nelle patate: un’insidia da conoscere e gestire

Le patate, alimento base in molte culture, nascondono un piccolo segreto potenzialmente dannoso: la solanina. Questa sostanza, un glicoalcaloide tossico ma non cancerogeno, si concentra principalmente nei germogli e, in misura minore, nella buccia delle patate. Sebbene non rappresenti un pericolo immediato se assunta in piccole quantità, un’eccessiva ingestione di solanina può scatenare una serie di disturbi, rendendo importante conoscere le strategie per minimizzare l’esposizione a questa sostanza.

La solanina agisce come meccanismo di difesa naturale della pianta contro insetti e funghi. Quando ingeriamo quantità significative di questa sostanza, il nostro organismo può reagire con una sintomatologia che coinvolge principalmente l’apparato gastrointestinale. I disturbi più comuni includono nausea, vomito, diarrea e crampi addominali. In casi più gravi, l’intossicazione da solanina può manifestarsi anche con tachicardia, mal di testa, vertigini e, in situazioni estreme, persino allucinazioni e paralisi.

Fortunatamente, l’intossicazione da solanina è relativamente rara, grazie alla consapevolezza diffusa sui rischi e alle pratiche culinarie comuni. Tuttavia, è fondamentale adottare alcune precauzioni per limitare l’esposizione a questa sostanza.

Innanzitutto, è essenziale rimuovere completamente i germogli dalle patate prima del consumo. Questi rappresentano la principale fonte di solanina e la loro presenza, anche in piccole quantità, può aumentare significativamente il rischio di intossicazione. È altrettanto importante pelare accuratamente le patate, eliminando la buccia che, seppur in misura minore rispetto ai germogli, contiene anch’essa solanina.

Alcune patate presentano una colorazione verdastra, indice di una maggiore concentrazione di solanina. In questi casi, è consigliabile scartare completamente la patata, evitando di consumarla anche dopo la rimozione della buccia e dei germogli. La cottura, infatti, non elimina completamente la solanina, riducendone solo parzialmente la concentrazione.

Infine, è importante conservare le patate correttamente. L’esposizione alla luce e alle alte temperature favorisce la produzione di solanina. È quindi consigliabile conservare le patate in un luogo fresco, asciutto e buio, preferibilmente in un sacchetto di carta o in una cesta, evitando la conservazione in frigorifero che può alterarne il sapore e la consistenza.

In conclusione, la solanina presente nelle patate non deve essere fonte di allarmismo, ma richiede attenzione e consapevolezza. Adottando semplici precauzioni nella preparazione e conservazione di questo alimento, possiamo godere appieno del suo gusto e dei suoi benefici nutrizionali, minimizzando al contempo i rischi associati all’ingestione di questa sostanza.

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