Cosa succede al corpo dopo 18 ore di digiuno?

56 visite
Aumento della lipolisi (scissione dei grassi) per produrre energia. Inizio dellautofagia, processo di pulizia cellulare che rimuove componenti danneggiati. Lieve calo della glicemia, compensato dallutilizzo di grassi e corpi chetonici. Possibile aumento della concentrazione di acido urico e leggera disidratazione se non si assumono liquidi. Sensazione di fame più pronunciata.
Commenti 0 mi piace

Il corpo a digiuno: cosa succede dopo 18 ore?

Il digiuno, pratica antica e oggi sempre più diffusa, suscita curiosità e qualche apprensione. Capire cosa accade al nostro organismo durante questo periodo è fondamentale per approcciarsi consapevolmente a questa scelta, che sia per motivi di salute, di dimagrimento o di semplice sperimentazione. Concentrandoci su un arco temporale di 18 ore, analizziamo i principali cambiamenti fisiologici.

Dopo le prime 12 ore dal nostro ultimo pasto, il corpo inizia a consumare le riserve di glicogeno, laccumulo di glucosio immagazzinato nel fegato e nei muscoli. Questo processo garantisce lapporto energetico necessario al cervello e agli altri organi, che dipendono principalmente dal glucosio per funzionare correttamente. Tuttavia, le riserve di glicogeno sono limitate e, superate le 12 ore, il corpo deve attingere ad altre fonti energetiche. È qui che entra in gioco la lipolisi, ovvero la scomposizione dei trigliceridi (grassi) immagazzinati nel tessuto adiposo. Questo processo, accelerato dopo le 18 ore di digiuno, libera acidi grassi che vengono utilizzati come combustibile alternativo dal fegato e da altri tessuti.

Un altro processo cruciale che si intensifica dopo 18 ore di digiuno è lautofagia. Si tratta di un meccanismo di pulizia cellulare fondamentale per la sopravvivenza e la salute delle cellule. Lautofagia rimuove componenti cellulari danneggiati o disfunzionali, contribuendo al riciclo delle proteine e alla rigenerazione tissutale. Questo processo è considerato un potente meccanismo anti-invecchiamento e protettivo contro diverse malattie. In sostanza, il corpo, in assenza di nuovo apporto di nutrienti, si concentra su unefficiente riorganizzazione interna, riciclando e riparando ciò che è necessario.

Con lutilizzo dei grassi come principale fonte di energia, il livello di glicemia (zucchero nel sangue) tende a diminuire lievemente. Tuttavia, questa diminuzione è generalmente ben tollerata dallorganismo, che compensa utilizzando gli acidi grassi e i corpi chetonici, prodotti secondari del metabolismo dei grassi. I corpi chetonici diventano una fonte energetica alternativa per il cervello, riducendo la dipendenza dal glucosio. Questo passaggio al metabolismo dei chetoni è una caratteristica fondamentale del digiuno prolungato.

Nonostante i benefici, è importante evidenziare alcuni aspetti da considerare. Dopo 18 ore di digiuno, si può registrare un aumento della concentrazione di acido urico, un prodotto di scarto del metabolismo delle purine. Questo aumento, solitamente transitorio, può essere problematico per chi soffre di gotta. Inoltre, se non si assume una quantità adeguata di liquidi, si può verificare una lieve disidratazione. È quindi fondamentale bere acqua regolarmente durante il digiuno.

Infine, e forse laspetto più percepibile, dopo 18 ore di digiuno si avverte una sensazione di fame più pronunciata. Questa sensazione è un segnale fisiologico normale, indicativo dellesaurimento delle riserve di energia facilmente disponibili. La capacità di gestire questa sensazione di fame è un aspetto importante per poter affrontare un digiuno prolungato con successo. È quindi fondamentale prepararsi mentalmente e fisicamente, considerando la propria condizione di salute e i propri obiettivi. Ricordiamo che il digiuno, sebbene possa apportare benefici, non è adatto a tutti e dovrebbe essere affrontato con cautela, eventualmente sotto la supervisione di un medico o di un nutrizionista.

#Corpo #Digiuno #Reazioni