Quante gemme lasciare?

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La potatura a sperone prevede generalmente 2-3 gemme per tralcio, favorendo la produzione di frutti di calibro maggiore. Nella potatura lunga, invece, il numero di gemme per ceppo varia a seconda della vigoria della pianta e degli obiettivi di produzione.

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Il dilemma delle gemme: quanta vita lasciare sulla vite?

La potatura della vite, un’arte antica e fondamentale per la sua produttività, si basa su un equilibrio delicato: quanta vita recidere, quanta lasciare prosperare? Il fulcro di questa decisione risiede nel numero di gemme da conservare su ogni tralcio, un dettaglio apparentemente piccolo ma dalle grandi implicazioni sulla quantità e la qualità dell’uva.

Due sono le principali tecniche di potatura: a sperone e lunga. La prima, più contenuta, prevede generalmente il mantenimento di sole 2-3 gemme per tralcio. Questa drastica riduzione concentra le energie della pianta su un numero limitato di germogli, favorendo lo sviluppo di acini più grandi e succosi, a scapito però di una produzione quantitativamente inferiore. La potatura a sperone è ideale per vitigni che tendono naturalmente a produrre grappoli piccoli o per chi privilegia la qualità alla quantità, puntando ad esempio a vini di pregio.

La potatura lunga, invece, si presenta più complessa e richiede una valutazione attenta delle caratteristiche individuali di ogni pianta. Non esiste un numero fisso di gemme da lasciare: la scelta varia in base alla vigoria della vite e agli obiettivi di produzione. Una pianta giovane e vigorosa, ad esempio, potrà sopportare un carico maggiore di gemme, mentre una vite più anziana o debilitata richiederà una potatura più conservativa. Allo stesso modo, chi punta a una produzione abbondante lascerà un numero maggiore di gemme, accettando magari acini leggermente più piccoli. Al contrario, chi desidera un raccolto più contenuto ma di alta qualità, opterà per un numero inferiore di gemme.

Oltre alla vigoria e agli obiettivi produttivi, anche il sistema di allevamento influisce sul numero di gemme da conservare. Un Guyot, ad esempio, richiederà un approccio diverso rispetto ad un cordone speronato. La scelta del numero di gemme diventa quindi un’equazione a più incognite, dove l’esperienza del viticoltore gioca un ruolo fondamentale. Osservazione, conoscenza della pianta e del territorio, unita alla comprensione delle diverse tecniche di potatura, sono gli strumenti indispensabili per trovare il giusto equilibrio tra quantità e qualità, tra vigoria e produttività, per ottenere il massimo dalla propria vigna. Un’arte che si tramanda di generazione in generazione, un dialogo silenzioso tra l’uomo e la vite, alla ricerca del perfetto numero di gemme, la promessa di un futuro raccolto.

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