Quanto paga di tasse un artigiano su una fattura?

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Per redditi fino a €18.555, la contribuzione artigiana fissa è di €4.460,64. Oltre tale soglia, si aggiunge una percentuale del 24% sul reddito eccedente. Questa opzione fiscale preclude la riduzione contributiva del 35%.

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L’Incubo Fiscale dell’Artigiano: Un’Analisi della Contribuzione

L’artigianato, motore pulsante dell’economia italiana, spesso si trova a fare i conti con una complessa rete di obblighi fiscali. Capire quanto effettivamente paga di tasse un artigiano, soprattutto riguardo alla contribuzione previdenziale, è fondamentale per una gestione aziendale sana e consapevole. Analizziamo nel dettaglio il meccanismo, smontando i miti e chiarendo le reali implicazioni.

Il sistema di contribuzione per gli artigiani, apparentemente semplice, cela insidie. La norma prevede un importo fisso per redditi contenuti, a cui si aggiunge una percentuale variabile per redditi superiori. In concreto, per redditi fino a €18.555 lordi, la contribuzione INPS fissa è di €4.460,64. Questa cifra, apparentemente elevata, rappresenta il costo per la copertura previdenziale e assistenziale dell’artigiano. È un’aliquota “tassa piatta” che, in realtà, risulta più pesante per chi ha redditi inferiori alla soglia, rispetto a chi ha redditi più elevati.

Ma cosa succede superata tale soglia? La contribuzione non si ferma a €4.460,64. Si aggiunge, infatti, un’aliquota del 24% sul reddito eccedente i €18.555. Questo significa che un artigiano con un reddito lordo di €25.000 verserà una contribuzione di €4.460,64 (quota fissa) + (€25.000 – €18.555) x 0,24 = €4.460,64 + €1.555,20 = €6.015,84.

Un aspetto cruciale da considerare è la rinuncia alla riduzione contributiva del 35%. Questa opzione, disponibile per altre categorie di lavoratori autonomi, non è applicabile agli artigiani che optano per questo sistema contributivo. Questo dettaglio influisce significativamente sul costo complessivo, rendendo la contribuzione artigiana, a parità di reddito, spesso superiore rispetto ad altre forme di lavoro autonomo.

È importante sottolineare che questo calcolo riguarda solo la contribuzione INPS. Ad esso vanno aggiunte le imposte sul reddito IRPEF, che variano in base alla fascia di reddito e alle eventuali detrazioni. La complessità del sistema fiscale italiano richiede, dunque, l’assistenza di un commercialista per una corretta compilazione del modello REDDITI e per una pianificazione fiscale ottimale.

In conclusione, determinare il “costo delle tasse” per un artigiano non è una semplice equazione matematica. La contribuzione INPS, con la sua struttura a quota fissa e percentuale, presenta un’asimmetria che penalizza chi ha redditi bassi. La mancanza della riduzione contributiva del 35% aggrava ulteriormente la situazione. Una maggiore trasparenza e semplificazione del sistema, oltre all’accesso a consulenze fiscali gratuite o a basso costo, sarebbero fondamentali per garantire la sopravvivenza e la crescita di questo settore così importante per l’economia italiana.