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Le abbreviazioni a.C. e d.C.: strumenti per scandagliare la storia

Nell’ambito della cronologia, le abbreviazioni “a.C.” e “d.C.” svolgono un ruolo fondamentale nel delineare il corso degli eventi storici. Queste abbreviazioni rappresentano il sistema di riferimento utilizzato per datare gli avvenimenti accaduti prima e dopo un momento cruciale: la nascita di Gesù Cristo.

“a.C.”, che sta per “avanti Cristo”, denota gli anni trascorsi prima della nascita di Gesù. Questa abbreviazione viene impiegata per indicare eventi avvenuti nei secoli precedenti all’era cristiana, come ad esempio la fondazione di Roma (753 a.C.).

D’altro canto, “d.C.”, che significa “Anno Domini” (nell’anno del Signore), si riferisce agli anni successivi alla nascita di Cristo. Questa abbreviazione viene utilizzata per datare eventi accaduti nell’era cristiana, come ad esempio la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.).

L’utilizzo di queste abbreviazioni risale all’inizio del VI secolo d.C., quando lo storico romano Dionigi il Piccolo fu incaricato di stabilire un sistema di datazione per il calendario cristiano. Dionigi scelse la nascita di Gesù come punto di riferimento per la sua cronologia, sebbene gli studiosi ritengano che la data effettiva della nascita di Cristo sia probabilmente diversa.

Le abbreviazioni “a.C.” e “d.C.” costituiscono uno strumento essenziale per gli storici e gli archeologi nella datazione degli eventi passati. Permettono di collocare accuratamente gli avvenimenti nel contesto temporale e di comprenderne le relazioni con altri eventi storici.

In conclusione, le abbreviazioni “a.C.” e “d.C.” sono strumenti indispensabili nella cronologia, che forniscono un sistema di riferimento coerente per datare gli eventi storici. Comprendere il significato di queste abbreviazioni è cruciale per comprendere l’espansione del passato e il suo impatto sul nostro presente.