Che tipo di organizzazione ha la scuola?

Ma che razza di organizzazione ha la scuola? Davvero, me lo chiedo spesso. Da studentessa… beh, mi ricordo ancora quella sensazione. Un microcosmo, sì, proprio così. Come un piccolo universo a sé stante, con le sue leggi strane, i suoi tempi dilatati, a volte quasi fermi. E poi quei ritmi… a volte ti stritolavano, altre ti lanciavano in alto. Un turbine di emozioni, no? Ricordo le interrogazioni di matematica, il cuore che mi martellava in petto. E poi le risate con le mie amiche in corridoio, i pomeriggi a studiare insieme, le litigate furibonde per fesserie… roba da matti. Un intreccio di relazioni, è vero. Con i prof, con i bidelli, persino con la signora delle pulizie che ci sgridava sempre perché lasciavamo in giro i libri. Studenti, insegnanti… tutti lì, dentro a questa bolla.

Un organismo che si evolve, dicono. Mah… a volte ho i miei dubbi. Sembra più un dinosauro, che arranca per star dietro ai tempi. Ricordo quando volevamo organizzare una mostra fotografica sui nostri viaggi e ci hanno detto che non c’erano fondi. Fondi per i libri nuovi sì, per la nostra creatività no. Che senso ha?

E la scuola del futuro? Cosa mi aspetto? Non so, forse chiedo troppo. Mi piacerebbe una scuola più umana, ecco. Una scuola che ti ascolta davvero, che capisce che ognuno ha i suoi tempi, i suoi talenti, le sue fragilità. Che non ti schiaccia con programmi infiniti e interrogazioni a tappeto. Una scuola dove non sei solo un numero, un voto in pagella. Che ne so… magari un giorno, eh? Chissà… Forse sono solo sogni. Però sognare non costa nulla, no?