Chi decide le misure compensative e dispensative?
Ladozione di misure compensative e dispensative è frutto di un processo collaborativo che coinvolge attivamente lalunno, la famiglia, il team docente e il professionista clinico. Questo lavoro di squadra definisce, personalizza e autorizza limplementazione di tali strategie, garantendo un approccio mirato e condiviso per supportare al meglio le esigenze specifiche dello studente.
Il mosaico della didattica inclusiva: chi decide le misure compensative e dispensative?
La scuola inclusiva non è un’utopia, ma un percorso complesso e articolato che richiede un approccio collaborativo e personalizzato. Al centro di questo percorso ci sono gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES), per i quali l’adozione di misure compensative e dispensative è fondamentale per garantire il pieno accesso all’apprendimento e alla partecipazione scolastica. Ma chi decide quali strategie adottare e come implementarle? La risposta non è semplice, né riconducibile a una singola figura, ma si articola in un processo dinamico e condiviso che coinvolge diversi attori.
Non si tratta di una decisione presa a tavolino, ma di un’attenta valutazione che si sviluppa nel tempo. Il percorso inizia con l’osservazione attenta del docente, che individua le difficoltà dell’alunno e le segnala al team dei docenti. Questa prima fase è cruciale, poiché il docente è colui che quotidianamente osserva l’alunno nel suo contesto di apprendimento, cogliendo sfumature e dettagli che potrebbero sfuggire ad altri.
Successivamente, entra in gioco la figura del professionista clinico (psicologo, neuropsichiatra infantile, ecc.), che attraverso specifici strumenti di valutazione, approfondisce le difficoltà dell’alunno, definendo la natura del bisogno educativo speciale e individuando le aree di maggiore fragilità. Questo contributo esperto è fondamentale per inquadrare correttamente le difficoltà e orientare la scelta delle misure più appropriate.
Ma la vera chiave di volta del processo risiede nella collaborazione con la famiglia. I genitori, conoscendo l’alunno nella sua quotidianità, apportano un contributo inestimabile, offrendo informazioni preziose sulle sue caratteristiche, sulle sue modalità di apprendimento e sulle sue potenzialità. La loro partecipazione attiva non è solo auspicabile, ma indispensabile per un’efficace pianificazione educativa.
Infine, l’alunno stesso, in base alla sua età e alle sue capacità cognitive, deve essere coinvolto nel processo decisionale. Ascoltare la sua voce, comprendere le sue percezioni e le sue difficoltà è essenziale per creare un piano individualizzato realmente efficace e motivante.
La scelta delle misure compensative e dispensative, dunque, non è una scelta individuale, ma il risultato di una sinergia tra diversi attori: docente, professionista clinico, famiglia e, per quanto possibile, lo stesso alunno. Questo processo collaborativo permette di costruire un “mosaico” personalizzato di strategie didattiche, dove ogni pezzo – l’osservazione del docente, la diagnosi del professionista, il contributo della famiglia e la voce dell’alunno – contribuisce a creare un’immagine completa e coerente, capace di supportare al meglio le esigenze individuali e di garantire a ogni studente il diritto a un’istruzione di qualità. L’obiettivo finale non è solo la compensazione delle difficoltà, ma la valorizzazione delle potenzialità, un’azione che richiede un approccio olistico e una reale sinergia tra tutti gli attori coinvolti.
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