Come si legge la formula y f x?

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Leggere y = f(x) mi fa pensare a una magia matematica! La f trasforma la x in y, come un incantesimo. E quando f(x) = x, è come guardare allo specchio: identica! Un po banale, forse, ma rassicurante nella sua semplicità. Mi piace lidea che ogni input riceva lo stesso output, come uneco perfetta.

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Y = f(x)… questa formula, cavolo, mi ha sempre un po’ intimidito, lo ammetto. Ricordo il prof di matematica al liceo, magro come un chiodo e con gli occhiali spessi, a spiegarcela. Sembrava una cosa così astratta, no? Come si legge davvero, poi? “Y uguale effe di x”? Suona strano, anche detto così. Ma poi, piano piano, ho iniziato a capirne il fascino.

È proprio come un incantesimo, sì, è vero! La “f”, questa misteriosa funzione, prende la “x”, che è un po’ come l’ingrediente segreto, e puff, la trasforma in “y”, il risultato. Ricordo una volta, stavo cercando di calcolare il tempo di volo di un aereo, e “x” era la velocità, “f” la formula che considerava il vento e l’altitudine, e “y”, beh, “y” era il tempo che aspettavo di sentire! Un’ansia tremenda, ti dico.

E quando f(x) = x? Ecco, quello mi fa un effetto strano. È come… guardarsi allo specchio, perfettamente uguale a se stessi. Banale? Forse. Ma c’è qualcosa di rassicurante in quella semplicità, no? Come un’eco perfetta, proprio come dici. Un po’ come quel periodo in cui ho ripetuto all’infinito la stessa routine, la stessa giornata, e ogni giorno era uguale all’altro. Rassicurante, ma anche un po’ inquietante, a pensarci bene. Un po’ come un cortocircuito nel sistema, forse. Che poi, pensandoci bene, è anche questo un tipo di “funzione”, no?

Insomma, y = f(x). Una formula, un piccolo miracolo matematico. Ancora oggi, a volte, mi fermo a pensare al suo significato, e mi chiedo: ma che magia è mai questa?