Come si determina il valore di un bene?

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Ah, il valore di un bene! Secondo me, non è solo questione di quanto metallo cè dentro o di che funzione ha. Certo, la sua materialità conta, ma è un po come valutare una persona solo per i suoi organi. Poi entrano in gioco il desiderio, la scarsità... se tutti lo vogliono e ce nè poco, schizza alle stelle! E, diciamocelo, a volte il valore è un po irrazionale, dipende da quanto uno è disposto a sborsare. È un mix di fattori oggettivi e una buona dose di soggettività, no?

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Ma come si fa, davvero, a capire quanto vale una cosa? Questo mi ha sempre tormentato, sai? Non è che basti guardare il materiale, quanto oro c’è dentro o se è fatto di plastica riciclata. Ricordo mio nonno, che aveva un vecchio orologio da tasca, tutto graffiato, che per lui valeva più di una macchina nuova. Materialmente? Un rottame. Ma per lui? Un tesoro di ricordi, di momenti passati insieme a mia nonna. Ecco, questo è il valore, no? O almeno, uno dei valori.

Poi ci sono le cose… trendy, diciamo così. Quelle che tutti vogliono, quelle introvabili. Ricordi quella borsa, quella limited edition di cui si parlava ovunque? Costava una follia, una cifra assurda, quasi 3000 euro! Ma perché? Perché era rara. E perché tutti la volevano, quindi il suo valore saliva, come se avesse una vita propria. Pazzesco, vero? Quasi inquietante, questa corsa al possesso.

È una cosa che mi lascia sempre un po’ perplessa, questa faccenda del valore. È oggettivo? Subiettivo? Forse un po’ di entrambe le cose. Dipende dall’uso che se ne fa, dal sentimento che ci lega, dalla storia… C’è una parte logica, certo, il costo di produzione, la domanda, l’offerta, ho letto qualcosa a riguardo tempo fa, qualche statistica… ma poi c’è un’altra parte, invisibile, che non si può quantificare, un qualcosa di… magico, forse. E allora come si fa a dargli un prezzo? Boh, ancora me lo chiedo.