Chi fa le domande su NGL?

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Per creare scalpore attorno a NGL, lapp ha utilizzato bot automatizzati che generano domande per gli account che hanno condiviso ladesivo.

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NGL: Dietro le Quinte delle Domande Anonime – Chi Manovra i Fili?

NGL, l’app che promette interazioni anonime e rivelatrici, ha rapidamente conquistato il favore del pubblico, soprattutto tra i giovanissimi, alimentando curiosità e confessioni virtuali. Il cuore pulsante dell’app è rappresentato dalle domande anonime, veicolo di pensieri inespressi, dubbi inconfessabili e talvolta, purtroppo, anche di cyberbullismo. Ma chi sta realmente ponendo queste domande?

La risposta, emersa da diverse inchieste e confermata da osservatori del settore, è che una parte significativa del flusso di domande non proviene da utenti reali, bensì da bot automatizzati. NGL, per incrementare l’engagement e creare un senso di vivacità sulla piattaforma, impiega algoritmi sofisticati in grado di generare domande ad hoc per gli account che condividono l’adesivo “NGL” sui loro profili social, soprattutto su Instagram e Snapchat.

Questa strategia, se da un lato contribuisce a mantenere attivo il flusso di interazioni e a dare l’impressione di una comunità vibrante, solleva diverse questioni etiche e pratiche.

Le ragioni dietro l’utilizzo dei bot:

  • Incentivare l’utilizzo: Le domande, anche se generate artificialmente, spingono l’utente a interagire con l’app, rispondendo e rilanciando nuove domande, creando un circolo virtuoso (per NGL) di engagement.
  • Riempire il vuoto: Soprattutto per gli account meno popolari, la mancanza di domande organiche potrebbe scoraggiare l’utilizzo dell’app. I bot intervengono per colmare questo vuoto e mantenere alto l’interesse.
  • Alimentare la curiosità: Le domande generate dai bot spesso mirano a stimolare la curiosità dell’utente e dei suoi follower, incentivando ulteriormente l’interazione e la condivisione.

Le implicazioni negative:

  • Falsa percezione: L’utente potrebbe credere di ricevere domande da persone reali, quando invece si tratta di interazioni artificiali. Questo può portare a una distorsione della realtà e a una sopravvalutazione del proprio appeal sociale.
  • Rischio di manipolazione: I bot potrebbero essere programmati per porre domande provocatorie o allusive, allo scopo di generare reazioni emotive intense e, di conseguenza, aumentare l’engagement. Questo espone gli utenti, soprattutto i più vulnerabili, al rischio di manipolazione.
  • Cyberbullismo facilitato: Pur non essendo direttamente responsabili del cyberbullismo, i bot contribuiscono a creare un ambiente in cui le interazioni anonime, spesso prive di filtri, possono sfociare in comportamenti aggressivi e lesivi.

Conclusioni:

La scoperta che NGL utilizza bot per generare domande anonime svela una strategia di marketing aggressiva, volta a massimizzare l’engagement a discapito della trasparenza e della genuinità delle interazioni. Gli utenti, soprattutto i più giovani, dovrebbero essere consapevoli di questa pratica e utilizzare l’app con cautela, evitando di farsi influenzare da interazioni artificiali e prestando particolare attenzione al contenuto delle domande, al fine di prevenire situazioni di disagio o cyberbullismo. La chiave, come sempre, risiede nella consapevolezza e nell’utilizzo responsabile della tecnologia.