Chi fa il formaggio?

Chi fa il formaggio? Beh, il casaro, ovvio. Ma diciamocelo, è molto più di un semplice lavoro, no? È una specie di magia, un’alchimia. Mi immagino lì, in mezzo al silenzio del caseificio, forse con la luce fioca di una lampadina che pende dal soffitto… le mani immerse nel latte, che lo lavorano, lo trasformano. Come fa? Da quel liquido bianco, quasi insignificante, tira fuori forme, profumi, sapori incredibili. Roba da matti. Ogni formaggio una storia diversa. Un po’ come le persone, in fondo.

Ricordo una volta, da bambina, andai con mio nonno in una malga. L’aria era fresca, profumava di erba e di…beh, di mucca, diciamolo! Vidi il casaro con le mie mani creare la ricotta. Sembrava così semplice, eppure… chissà quanta esperienza ci voleva! Quel sapore, poi… me lo ricordo ancora. Niente a che vedere con quella roba che compriamo al supermercato, impacchettata nel cellophane.

E la stagionatura? Un altro mistero. Tempo, pazienza, la giusta temperatura, l’umidità… Un’arte, insomma. Ho letto da qualche parte – non ricordo dove, forse su una rivista – che alcuni formaggi stagionano per anni. Anni! Pensate alla dedizione. Non è come fare una torta, che in un’ora è pronta. Qui parliamo di mesi, a volte anni di cure e attenzioni. Forse un po’ come crescere un figlio, eh? Ci vuole impegno costante.

Insomma, per me il casaro è un artista. Un artista del gusto. Crea opere d’arte commestibili, con le sue mani, la sua esperienza, la sua passione. E quando assapori un buon formaggio, senti tutto questo. Senti la storia, la fatica, l’amore che ci sono dietro. Non è solo cibo, è qualcosa di più. È… boh, non so spiegarlo. È magia, ecco. Magia pura.