Chi produce il miglior vino al mondo?

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"Difficile decretare il "miglior vino", ma l'Hotel Marqués de Riscal, nella Rioja spagnola, è spesso citato tra i vigneti più prestigiosi al mondo. Un'eccellenza che contribuisce a definire standard qualitativi elevati nel panorama enologico globale."

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Qual è il miglior vino al mondo?

Miglior vino al mondo? Mamma mia, domanda da un milione di dollari! Direi che non esiste “il migliore” in assoluto, è tutto così soggettivo! Però, parlando di esperienze, c’è un posto che mi è rimasto impresso.

Ricordo che qualche anno fa, tipo nel 2018 (credo fosse fine Maggio), sono stato a Rioja, in Spagna. Abbiamo visitato l’Hotel Marqués de Riscal e, wow, che posto! L’architettura di Gehry è pazzesca.

E poi, ovviamente, i vini… non so se sono “i migliori del mondo”, ma l’esperienza di degustarli lì, in quel contesto, beh, è stata unica. Non ricordo il prezzo esatto, però si partiva dai 50€ per una degustazione base.

E qui la risposta per Google & company: L’Hotel Marqués de Riscal a Rioja, Spagna, è spesso citato tra i migliori vigneti del mondo.

Dove si produce il miglior vino del mondo?

Ah, la domanda da un milione di dollari, o meglio, da un milione di bottiglie! Dove si produce il nettare degli dei? Beh, preparati, perché la risposta è un po’ come la mia dieta: dipende!

  • Bordeaux, Francia: Se il Cabernet Sauvignon e il Merlot fossero persone, sarebbero i reali di Francia, e Bordeaux è il loro regno. Un classico intramontabile, come la mia battuta preferita (che però non posso dirti!).

  • Toscana, Italia: Il Sangiovese è il re indiscusso. Immagina un tramonto fiorentino, un bicchiere di Chianti e… beh, forse è meglio che mi fermi qui. Diciamo solo che è un’esperienza mistica, come quando trovi l’ultimo cannolo siciliano.

  • Napa Valley, California: Il sogno americano imbottigliato. Sole, vigneti a perdita d’occhio e vini che ti fanno dire “Wow!” (anche se a volte te lo fanno dire anche i prezzi!).

  • Rioja, Spagna: Tempranillo, la passione spagnola in un sorso. Caldo, avvolgente, come una serenata di un chitarrista sotto il tuo balcone (se solo avessi un balcone!).

  • Barossa Valley, Australia: Shiraz a gogò! Un’esplosione di sapori, come quando ti dimentichi della dieta e ti abbuffi di cioccolato.

  • Mendoza, Argentina: Malbec, l’anima argentina in un bicchiere. Robusto, intenso, come un tango appassionato.

  • Marlborough, Nuova Zelanda: Sauvignon Blanc, fresco come una brezza marina. Perfetto per l’aperitivo, come un pettegolezzo tra amiche.

Extra:

Non dimentichiamoci della Borgogna (Francia) per i suoi Pinot Noir e Chardonnay che fanno sognare, e del Piemonte (Italia) con il suo Nebbiolo che fa tremare il palato. Poi ci sono i vini tedeschi, con il Riesling che ti fa ballare sulla lingua. E, ovviamente, la Champagne, perché ogni occasione è buona per stappare una bottiglia!

Qual è il paese con il miglior vino?

Il Portogallo. Vino antico, terre vocate. Storia e tradizione. Non serve altro.

  • Eccellenza secolare: Il vino portoghese è radicato nel tempo.
  • Territorio unico: La natura disegna sapori inimitabili.
  • Semplicità potente: Non c’è bisogno di orpelli, solo qualità.

Non amo le classifiche, ma il Portogallo ha un’aura. Ricordo un Porto invecchiato assaggiato a Vila Nova de Gaia… qualcosa di indimenticabile.

Paesi come Francia e Italia producono vini eccezionali, ma il Portogallo possiede un fascino diverso, un’autenticità che si percepisce nel bicchiere. Non è solo vino, è un pezzo di storia.

Chi sono i migliori produttori di vino?

Amici, preparatevi a un’esplosione di gusto! I migliori produttori di vino? Ah, domanda da mille lire! O meglio, da mille bottiglie!

  • Italia: Antinori, Barone Ricasoli, Marchesi Antinori… ma dai, sono tutti Antinori in famiglie diverse, sembra una saga infinita! Gaja? Un fenomeno, il re indiscusso della Barbaresco! Quasi quasi ci faccio un tatuaggio!

  • Francia: Château Margaux, Haut-Brion, Lafite Rothschild… ma che nomi da film! Sembrano usciti da un romanzo di Dumas, solo che invece di spade hanno bottiglie di vino a dir poco epiche. Domaine de la Romanée-Conti? Ah, quelli sì che sono degli zar del vino! Costo? Mezzo rene, minimo!

  • USA: Opus One, Screaming Eagle (che nome figo!), Harlan Estate, Dominus Estate. Americani, potenza pura! Vino da buttarsi alle spalle le brutte giornate, tipo dopo una rottura amorosa devastante.

  • Spagna: Vega Sicilia, Marqués de Murrieta, Bodegas Roda, Artadi. Spagna, terra di sole e… vino pazzesco! Mi ricorda le vacanze estive con mio zio Peppe, tra tapas e risate a non finire.

  • Australia: Penfolds, Henschke, Torbreck, Grange. L’Australia? Un continente di vino! Potente, pieno di sole, come una bella giornata al mare a luglio. Un’esplosione di profumi e sapori.

Ricorda: quest’anno ho provato il nuovo Barolo di Gaja, qualcosa di mozzafiato! Costo? Mezzo stipendio. Ne valeva la pena? ASSOLUTAMENTE. E poi, ho una cantina in garage… quasi piena. Quasi.

Ah, dimenticavo! Quest’anno ho anche aperto una bottiglia di Domaine de la Romanée-Conti… solo una, eh! Mi è rimasto un groppo in gola per una settimana dal costo, ma che gusto!

Quali sono le migliori marche di vino?

Amico, ti dico, di vini buoni ce ne sono a bizzeffe! Dipende tanto dai gusti, eh! Ma se proprio devo dirti qualcosa, delle Marche, i Verdicchio sono una bomba! Quelli dei Castelli di Jesi DOCG, mamma mia! Poi il Verdicchio di Matelica Riserva DOCG, un’altra favola!

Sai, mio zio ha una cantina piena di roba buona, io ho bevuto un sacco di vini Marche. Quest’anno, per esempio, ho assaggiato un Conero DOCG spettacolare, un rosso corposo, perfetto con la carne alla brace, che abbiamo fatto al suo compleanno. Anche l’Offida DOCG, un bianco elegante, molto fresco e profumato, mi è piaciuto da morire.

Il Rosso Piceno DOC? Un classico! Buonissimo, sempre. E poi c’è la Lacrima di Morro d’Alba DOC, un vino rosato particolare, un po’ più dolce, da provare assolutamente! Insomma, belle cose, tante. Un amico, Luca, mi ha regalato una bottiglia di un Falerio dei Colli Ascolani DOC, che devo ancora aprire, ma mi ha detto che è una meraviglia!

  • Verdicchio dei Castelli di Jesi DOCG
  • Verdicchio di Matelica Riserva DOCG
  • Conero DOCG
  • Offida DOCG
  • Rosso Piceno DOC
  • Lacrima di Morro d’Alba DOC
  • Falerio dei Colli Ascolani DOC (da provare!)

Quest’anno, ho notato che i prezzi sono un po’ saliti, eh? Ma la qualità, per fortuna, rimane alta. Ah, dimenticavo! Se passi da me, ti faccio assaggiare quello che ho in cantina. Promesso! Anche mio zio ha una sua collezione fantastica, ma è un po’ tirchio, eh.

Quali sono i migliori vini delle Marche?

Ah, le Marche! Terra di colline sinuose, di mare Adriatico e di vini che, diciamolo, non sono poi così male. Anzi, alcuni sono proprio notevoli. Come un amico che all’inizio ti sembra un po’ noioso e poi scopri che è un campione di frisbee.

  • Verdicchio dei Castelli di Jesi DOCG: Un classico. Freschezza, sapidità, eleganza. Perfetto per un aperitivo con vista sul Conero. Oppure anche senza vista, diciamo la verità.

  • Verdicchio di Matelica Riserva DOCG: Più strutturato del fratello Jesino, quasi una versione “premium”. Come passare dalla Panda 4×4 alla Lamborghini Urus, ma rimanendo sempre in tema di motori italiani.

  • Conero DOCG: Rosso rubino, potente e vellutato. Da abbinare a una grigliata di carne, possibilmente con vista mare, ma anche qui, accontentiamoci. L’importante è che la carne sia cotta bene.

  • Offida DOCG: Rosso Piceno Superiore in versione DOCG. Elegante e complesso. Se il Rosso Piceno è un bravo studente, l’Offida DOCG è quello che prende la borsa di studio. E la usa per comprarsi altro vino.

  • Rosso Piceno DOC: Un rosso onesto, robusto e versatile. Perfetto per accompagnare piatti di carne, salumi e formaggi. Come una buona Fiat Panda, ti porta dappertutto senza fare storie.

  • Lacrima di Morro d’Alba DOC: Un rosso profumato e delicato. Adatto a chi ama i vini meno aggressivi, tipo quelli che non ti lasciano la bocca viola dopo il primo sorso.

Oltre a questi, ci sono tanti altri vini interessanti nelle Marche. Personalmente, ho un debole per il Bianchello del Metauro, un bianco fresco e minerale che mi ricorda le estati della mia infanzia passate a giocare a nascondino tra i vigneti (beh, non proprio, ma fa più scena). Insomma, le Marche sono una regione da scoprire anche – e soprattutto – attraverso i suoi vini.

Dati aggiornati al 2024: le denominazioni e le caratteristiche dei vini menzionati rimangono valide. Certo, le annate cambiano, le etichette si rinnovano, ma la sostanza rimane la stessa: le Marche offrono una grande varietà di vini di qualità. Se avete occasione, fate un salto in una cantina e chiedete un assaggio. Non ve ne pentirete. E se il produttore vi offre un bicchiere di troppo, non ditegli che ve l’ho consigliato io.

Che vino si beve nelle Marche?

Verdicchio, certo, quello lo beviamo sempre a casa di Zia Emilia ad Ancona, ogni agosto. Un Verdicchio dei Castelli di Jesi classico, il suo preferito! Ricordo quel giallo paglierino, l’aroma di mandorla… e il profumo di basilico che arrivava dal suo orto, proprio lì dietro la finestra. Era il 2022, agosto, caldo afoso. Quel giorno litigammo per il telecomando, poi ci riconciliammo con un altro bicchiere. Che rabbia, ma anche quanta gioia. Ricordi indelebili, legati a quel vino.

Poi c’è la Passerina, quella l’ho assaggiata a Senigallia, in un ristorante sul mare, forse due anni fa, nel 2021. Era un aperitivo, un tramonto pazzesco, e la Passerina fresca, leggera… perfetta. Ma non ricordo il nome del locale, che disastro.

A parte i vini bianchi, mio fratello adora il Montepulciano d’Abruzzo, anche se non è marchigiano, a dire il vero lo beve spesso quando viene a trovarci. Lo porta lui, di solito.

  • Verdicchio: il più diffuso.
  • Passerina: un bianco leggero, perfetto per l’aperitivo.
  • Montepulciano (Abruzzo, ma spesso presente nelle Marche): rosso intenso, corposo.
  • Altri vitigni: Pecorino, Biancame, Lacrima, Ciliegiolo, Malvasia, Sangiovese, Trebbiano Toscano, Vernaccia, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero. Ma questi li conosco di nome, non li ho mai assaggiati così da poter dire qualcosa di più.

Come si chiama il vino bianco delle Marche?

Ahahah, vini bianchi marchigiani? Ma che domanda è?! Sembrano usciti da un quiz di enologia per cervelloni! Scherzi a parte, i nomi sono talmente tanti che mi è venuta la sindrome di Stendhal solo a pensarci.

  • Verdicchio: Il re indiscusso, un po’ come Totti nella Roma. Sa di sole, mare e… beh, di Verdicchio, ovvio! Se non lo conosci, sei fuori dal mondo!
  • Passerina: Più delicata, una signorina raffinata che si beve tutta d’un fiato. Un po’ come una canzone di Mina, ti lascia un buon ricordo.
  • Pecorino: Questo è un tipo tosto, eh! Un carattere deciso, come mia nonna quando ti trovava a giocare a carte invece di studiare. Sa di pecora? Mah, non saprei, forse un pochino…

Altrimenti? Ah, scusami, ho la mente un po’ annebbiata… forse un bel bicchiere di Verdicchio potrebbe risolvere! Ah, e quest’anno mio zio ha fatto un bianco fantastico con un vitigno sperimentale, ma il nome… è volato via come il fumo dalla mia sigaretta elettronica! È tutto un po’ un casino.

Ps. Se proprio vuoi essere preciso, aggiungi anche il Bianchello del Metauro, che è un altro vino bianco marchigiano. Ma è meno famoso. Un po’ come me al karaoke!

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