Come si chiama il vino del Veneto?

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Il Veneto vanta vini eccellenti come l'Amarone della Valpolicella, il Soave, il Lugana e il Prosecco. Ma non solo: la regione offre anche il Lessini Durello, i Colli Euganei e il Bardolino. Molti vini derivano da vitigni internazionali, tra cui Sauvignon, Merlot e Cabernet.

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Quali vini vengono prodotti nel Veneto?

Uhmm, vini veneti… Che casino! Ricordo una volta, estate 2022, ero a Verona, ho bevuto un Bardolino in un’osteria vicino all’Arena. Costava sui 15 euro, un po’ caro ma buono. Sapore fresco, leggero, perfetto per il caldo.

Poi, a casa di mia zia a Vicenza, abbiamo aperto una bottiglia di Prosecco che mi ha regalato mio cugino per il compleanno lo scorso marzo. Non ricordo la marca precisa, ma era delizioso, frizzante e vivace.

So per certo che producono anche Amarone, un vino rosso corposo che mi fa un po’ paura, troppo forte per i miei gusti. Ho assaggiato un assaggio a un matrimonio a Padova nel 2021, ma preferisco cose più delicate.

Mi vengono in mente anche il Soave e il Lugana, vini bianchi, ma sinceramente non li conosco molto bene. Ho sentito parlare di Lessini Durello e Colli Euganei, ma non ho mai avuto occasione di provarli. Ah, e ovviamente, tanti vini internazionali, tipo Cabernet e Merlot, ma li trovo un po’ troppo… internazionali! Preferisco quelli veneti veri.

Domande e Risposte (per motori di ricerca):

Quali vini vengono prodotti in Veneto? Amarone, Soave, Lugana, Lessini Durello, Colli Euganei, Bardolino, Prosecco e vini internazionali (Sauvignon, Merlot, Cabernet).

Come si chiama il vino Veneto?

Veneto… che domanda, eh? Mi vengono in mente tanti ricordi, tanti profumi… la sera, sul terrazzo di casa mia a Verona, un bicchiere di Bardolino… un sapore di… estate finita. Sapeva di uva matura, di sole caldo sulla pelle.

  • Amarone, certo, un mostro sacro, lo conosco bene, lo beveva mio nonno. Un vino potente, scuro… ricorda le cene invernali, il camino acceso, la famiglia riunita.
  • Soave, più leggero, elegantissimo. Lo preferisco d’estate, con un piatto di pesce. Ricorda… i pomeriggi al lago di Garda, la brezza fresca.
  • Poi c’è il Prosecco… beh, quello lo conosciamo tutti. Bollicine, allegria. Ma io lo associo più a feste, a momenti un po’ superficiali, meno intimi.

A volte mi perdo in questi pensieri, nella notte. Sono ricordi sbiaditi, ma vivi. I sapori? Quelli si, quelli rimangono. Poi, certo, ci sono anche tutti quei vini internazionali… Merlot, Cabernet… ma a me, sinceramente, i vini veneti tradizionali… restano più cari al cuore.

  • Ricordo la vendemmia del 2023 a casa dei miei zii vicino a Vicenza: abbiamo aiutato a raccogliere uve Garganega per il Soave.
  • Mio padre, invece, è un appassionato del Lessini Durello, lo beve spesso la domenica pomeriggio.
  • Il Prosecco? Lo preferisco Superiore di Cartizze, per il suo profumo più intenso.

Quanti tipi di vino ci sono in Veneto?

Veneto: vini a palate.

  • 14 DOCG. Potenza pura.
  • 29 DOC. Tradizione scolpita nel calice.
  • 9 IGT. Esplorazione senza limiti.

Oltre 50 denominazioni. Un’enormità. Ogni bottiglia, una storia. Parlo per esperienza, ho una cantina da far paura. Quest’anno la vendemmia è stata… tosta.

  • Pinot Grigio. Il mio preferito, secco, preciso.
  • Prosecco. Chi non lo conosce? Bollicine, allegria. Un classico.
  • Amarone. Corpo, struttura. Un vino da meditazione.

Il mio amico, il sommelier Andrea, potrebbe elencarti tutti, uno ad uno. Io mi fermo qui. Troppo lavoro.

Quanti tipi di vino ci sono in Veneto?

Eh, quanti vini in Veneto? Una domanda da far girare la testa come un topolino in una botte di Amarone! Scherzi a parte, la situazione è un po’ come il guardaroba di una stilista: stracolmo!

  • DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): 14, una selezione di élite, i divi del mondo del vino veneto. Pensateli come i cantanti famosi, quelli con la coda lunga di fans.

  • DOC (Denominazione di Origine Controllata): 29, un bel gruppone, il cast di supporto, ma altrettanto validi. Sono i comprimari indispensabili per la riuscita dello spettacolo vinicolo. Come quei musicisti di seconda fila che tutti apprezzano, ma che nessuno sa nominare.

  • IGT (Indicazione Geografica Tipica): 9, gli “outsider” del palcoscenico vinicolo. Meno rigidi nelle regole, più liberi di esprimere la loro personalità. Sono quelli che, pur non essendo “di grido”, lasciano il segno con la loro originalità. Un po’ come quei film indipendenti che ti sorprendono.

Insomma, un vero e proprio pandemonio di uve e sapori! Mia nonna, che di vino se ne intendeva (e teneva sempre una bottiglia di Recioto nascosta…), direbbe che è un’enormità! Quest’anno, però, ho scovato un piccolo produttore di Prosecco Superiore DOCG nella zona di Conegliano che fa un nettare da sogno. Devo dire che i miei gusti sono abbastanza orientati verso le DOCG, ma vabbè, ogni uva ha la sua storia e il suo perchè… e il suo prezzo, ovvio!

Ah, dimenticavo, questi numeri potrebbero subire piccole variazioni in base alle certificazioni annuali, ma la sostanza resta quella: un’abbondanza sconcertante di vino in Veneto!

Quanti vitigni ci sono in Veneto?

Allora, quanti vitigni in Veneto? Mamma mia, un sacco!

  • Ben 91 vitigni! Non so neanche come facciano a ricordarseli tutti!

E pensa che ce ne sono alcuni davvero particolari, tipo… boh, adesso non mi viene in mente, ma una volta ne ho assaggiato uno che… aspetta, mi ricordo! Era tipo… con delle note di… no, niente, scusa, mi sono persa. Però, 91 vitigni! Roba da pazzi.

Sai che il Veneto è stra famoso per il Prosecco? Eh, quello sì che lo conosco bene! E poi c’è l’Amarone, un vino rosso corposo che… oddio, mi fa venire l’acquolina in bocca solo a pensarci! Comunque, a parte il Prosecco e l’Amarone, ci sono un’infinità di altri vini buonissimi, grazie a tutti quei vitigni!

Quante sono le DOC in Veneto?

Sai, stasera ripenso a queste cose del Veneto… Dodici DOCG, diciamo… no, aspetta, quattordici DOCG, erano. Mi sembrava di meno… la memoria fa brutti scherzi a quest’ora. Poi ci sono le DOC, un sacco, ventisette o ventinove… non ricordo con precisione. E quelle IGT… dieci credo, ma potrei sbagliarmi. Sono stanco, sai? La testa è piena di nebbia.

Questa confusione mi fa sentire vecchio, sai? Prima ero più preciso, più attento a queste cose. Ora… le cifre si confondono, i ricordi si appannano come un vecchio specchio. Magari domani, con la luce del giorno, ricorderò meglio. Ma stasera… stasera è solo stanchezza e un po’ di malinconia.

  • DOCG: 14 (ma prima mi sembrava meno…)
  • DOC: 29 (o forse 27, non ricordo bene)
  • IGT: 10 (credo)

Quella lista… la mia testa è un groviglio stanotte. Come se stessi cercando di ricordare un sogno, svanisce man mano che ci penso. È assurdo, lo so. Anche la mia collezione di francobolli, ho perso il conto. Non ci penso, è troppo doloroso.

Come si chiama il vino bianco veronese?

Il Soave, ovviamente! Un bianco veronese di fama internazionale, direi quasi un’icona.

Il suo gusto? Armonico, equilibrato, un perfetto esempio di eleganza, ideale per un aperitivo o per accompagnare il pesce. Personalmente, lo preferisco con un’orata al forno, ma questo è un dettaglio.

La sua produzione? Si basa principalmente sul vitigno Garganega, coltivato su terreni vulcanici, una caratteristica geologica che conferisce al vino una certa mineralità. La zona di produzione, nell’est veronese, è storicamente ricca e bella, un tesoro paesaggistico da esplorare. Ricordo una gita con mio zio, anni fa, proprio in quei vigneti… un paesaggio mozzafiato.

Punti chiave:

  • Denominazione: Soave
  • Regione: Verona, Veneto
  • Uva principale: Garganega
  • Caratteristiche: gusto armonico, mineralità, ideale con pesce.

Approfondimenti:

  • La denominazione Soave DOC comprende diverse sottozone, ognuna con sfumature specifiche. Ad esempio, il Soave Classico, prodotto in una zona più ristretta, spesso presenta maggiore complessità.
  • Oltre alla Garganega, possono essere presenti altri vitigni in percentuali minori, ma la Garganega è sempre il protagonista indiscusso. Il suo ruolo è analogo, in un certo senso, a quello del Nebbiolo nel Barbaresco. Ci sono delle similitudini, nella loro struttura.
  • La scelta del terreno vulcanico, ricco di minerali, non è casuale: influenza profondamente il profilo aromatico del vino. È un esempio di come il terroir, l’insieme dei fattori ambientali, plasmi il prodotto finale. È una riflessione che mi piace fare spesso: la mano dell’uomo, o meglio, l’influenza dell’ambiente, come fattore preponderante. Un’altra piccola riflessione personale.

Quali sono i vitigni del Veneto?

I vitigni del Veneto sono un affascinante mosaico di tradizioni e innovazione. Il più diffuso? Senza dubbio, il merlot. Ma l’anima del Veneto risiede nella garganega, uva che dà vita al Soave, un vino capace di evocare la brezza delle colline veronesi.

  • Bianchi:Glera (Prosecco!), trebbiano, ma anche pinot grigio e chardonnay.

  • Rossi:Corvina veronese (Amarone!), rondinella, raboso, e un tocco di cabernet sauvignon e franc.

Ogni sorso è un viaggio. Come diceva un vecchio contadino che conoscevo, “La terra parla, basta saperla ascoltare”. E il Veneto, in fatto di vino, ha molto da raccontare.

Un’ulteriore riflessione: La presenza dei vitigni internazionali testimonia come il Veneto sia una regione aperta, capace di accogliere e reinterpretare influenze esterne senza perdere la propria identità. Un po’ come la vita stessa, no?

Quali sono le DOC del Veneto?

Oddio, il Veneto… tante DOC! Mi viene in mente subito l’Amarone, quello lo conosco bene, l’ho bevuto al matrimonio di mia cugina, un rosso potente! Poi c’è il Bardolino, più leggero, giusto? Perfetto per un aperitivo estivo. Ah, il Prosecco! Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, quello è una garanzia, lo prendo spesso con gli amici.

Breganze… Colli Berici… uff, devo guardare meglio la lista. Mi pare che ci sia anche il Soave, un bianco secco, ottimo con il pesce. E il Valpolicella, altro grande classico, ma Ripasso e Valpolicella sono due cose diverse o no? Devo controllare meglio. Ah, Valdadige! Quello non lo conosco bene.

  • Amarone della Valpolicella (il mio preferito!)
  • Bardolino (giusto per un aperitivo veloce)
  • Breganze (devo approfondire)
  • Colli Berici (nemmeno idea, sinceramente)
  • Colli Euganei (mai sentito nominare)
  • Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore (il top!)
  • Lessini Durello (??)
  • Montello e Colli Asolani (boh)
  • Piave (non lo conosco)
  • Prosecco (ovviamente)
  • Soave (un bianco che adoro)
  • Valdadige (da indagare)
  • Valpolicella (classico)
  • Valpolicella Ripasso (devo capire la differenza!)

Devo andare a rivedere bene le mie dispense di enologia! Quest’anno, per la laurea di mio fratello, abbiamo aperto una bottiglia di Amarone di un’annata pazzesca, 2018, se non erro. Mamma mia che botto!

Punti principali: Amarone, Prosecco Superiore, Soave. Il resto… da studiare meglio! Mi sono dimenticata il Durello! Che vergogna!

Che vini comprare a Verona?

Verona, agosto 2024. Caldo da morire, uno di quei pomeriggi dove il sole ti picchia sulla nuca anche all’ombra. Ero con Marco, mio cugino, stavamo cercando un buon vino per la cena con la sua ragazza, Sofia. Marco, un tipo che di vino capisce poco, ma che ama fare bella figura.

Allora, in quella bottega piccola e affollata di via Mazzini, un caos di bottiglie e profumi, ho puntato su un Valpolicella. Un classico, ma sicuro. Un Ripasso, se ricordo bene, etichetta rossa con una grafica un po’ retrò. Era un’annata buona, lo sapevo. Il negoziante, un omone corpulento con una barba grigia che gli arrivava al petto, mi ha confermato l’eccellente rapporto qualità prezzo. Marco ha annuito, soddisfatto.

Poi, perché no?, ho preso anche una bottiglia di Soave Classico. Un bianco fresco, perfetto per l’antipasto. Un amico, Roberto, me ne aveva parlato bene, dicendo che era un vino elegante, e aveva ragione. Il suo profumo è delicato e raffinato. Ricordo bene il sapore. La scelta è stata facile, tra l’altro il prezzo era ottimo.

  • Valpolicella Ripasso: Rosso, corposo, perfetto per la carne.
  • Soave Classico: Bianco, elegante, ideale per antipasti.

Per il Lugana invece ho rinunciato. Mi ero promesso di regalarmi una bottiglia per me. Lo volevo assaggiare da solo. Sapevo che lo avrei bevuto in tutta tranquillità sul mio balcone, godendomi il tramonto. Un attimo di pace, solo io e il mio Lugana. Magari con un po’ di pane carasau.

  • Lugana: Pensavo di prenderlo per me, ma alla fine ho cambiato idea.

Mi sono fatto consigliare anche un Bardolino Chiaretto, ma è rimasto sugli scaffali. Non era la giornata giusta, e poi preferivo puntare su vini che già conoscevo. Per la prossima volta.

Ecco, questo è tutto. Una giornata torrida, ma con un buon finale, grazie a due ottime bottiglie.

#Prosecco #Recioto #Vino Veneto