Come si ottiene il rosso del Campari?

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Ah, il Campari! Quel colore rosso rubino così invitante... E pensare che la sua origine è così inaspettata! Sinceramente, quando ho scoperto che il carminio, e quindi quel rosso così intenso, deriva dalla cocciniglia, sono rimasto un po spiazzato. È un po inquietante, lo ammetto, ma daltra parte, è affascinante come la natura possa sorprenderci in modi così particolari. E poi, diciamocelo, quel tocco amarognolo del Campari, unito a quel colore vivace, è irresistibile!

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Il Campari… Quel rosso. Un rosso così vivo, così… intenso. Ricordo ancora la prima volta che lo vidi, in un bar di Roma, anni fa, un pomeriggio afoso. Sembrava quasi che brillasse, no? Come un rubino acceso, e quell’aroma… amaro, forte, unico. Che contrasto!

Poi, scopri la verità sul suo colore… la cocciniglia. Cocciniglia! Davvero? Mi sono sentito un po’ strano, lo ammetto. Inizialmente, quasi un senso di disgusto, una sorta di… “ma davvero?”. Sai, pensavo al rosso vivido del Campari, a quanto mi piace, e poi a quei piccoli insetti, a come viene estratto il carminio… è un po’ macabro, no? Ma poi, riflettendoci, è anche incredibile. Incredibile la potenza della natura, il fatto che da qualcosa di così piccolo… si possa ottenere una tale ricchezza di colore, un colore così irresistibilmente appetibile.

Ricordo mia nonna, che mi preparava il Campari con l’arancia, ogni tanto, nelle calde sere d’estate… e lei non sapeva niente di cocciniglie, poverina! Beveva quel rosso intenso, lo trovava delizioso, e io con lei. Chi l’avrebbe mai detto che un così piccolo insetto fosse il segreto di tutto quel sapore e quell’intenso colore, di quell’aperitivo che mi ricorda la spensieratezza dell’estate? Quasi quasi, ora mi sento in colpa a berlo. Quasi. Ma solo quasi, eh! Perché poi, il gusto è irresistibile, non posso farci niente! E poi, diciamolo pure, è comunque un cocktail bellissimo, nonostante tutto.