Come usare lo zafferano in bustine?

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Lo zafferano in bustina: praticità e delicatezza. Semplice da usare: sciogliere la polvere in acqua tiepida e aggiungere al piatto in cottura. Il suo aroma delicato esalta ogni ricetta. Perfetto per un tocco di sapore veloce e intenso.

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Zafferano in bustine: come usarlo al meglio?

Lo zafferano in bustina… come usarlo al meglio? Uhm, vediamo un po’.

Io lo zafferano in bustina lo uso spesso, devo dire. Pratico, veloce… certo, magari non ha la stessa intensità dei pistilli, però per la mia cucina va benissimo. Mi ricordo che la prima volta che l’ho comprato, boh, avrò avuto 20 anni, forse meno, non sapevo bene come usarlo.

In pratica, quello che faccio io, è sciogliere la polverina in un po’ d’acqua tiepida. Non serve tantissima, giusto un goccetto, tipo mezza tazzina da caffè. Poi, quando il riso, o quello che sto cucinando, è quasi pronto, verso dentro l’acqua gialla.

Mi raccomando, non metterlo troppo presto, sennò il sapore si perde un po’! Meglio verso la fine, così rilascia tutto il suo profumo. Poi, certo, dipende dai gusti. A me piace che si senta bene.

Una volta, ho provato a metterlo direttamente nella padella, senza scioglierlo prima. Un disastro! Si è attaccato tutto sul fondo, e non si sentiva per niente il sapore. Da allora, solo sciolto in acqua!

  • Domanda: Come usare lo zafferano in bustine?
  • Risposta: Sciogliere la polvere in acqua tiepida e aggiungerla al piatto durante la cottura.

Come usare lo zafferano non in polvere?

Ricordo quella volta a casa di Zia Emilia, marzo 2024. Dovevo preparare il risotto allo zafferano per la sua festa di compleanno. Avevo comprato, finalmente, lo zafferano in pistilli, non quella polvere sbiadita che trovi al supermercato. Ero emozionata, volevo fare bella figura!

Ho preso una piccola ciotola di ceramica, quella a forma di fiore che mamma mi ha regalato. Ho versato dentro acqua calda, non bollente, eh, tipo 40°C, l’ho misurata con il termometro da cucina. Poi ho aggiunto i pistilli, pochi, una decina, non volevo esagerare. Li ho lasciati lì, a macerare, per una ventina di minuti, mescolando ogni tanto. Il colore che ha preso l’acqua è stato incredibile, un giallo intenso, quasi arancione!

L’ho poi aggiunto al risotto, verso la fine della cottura, mescolando delicatamente. Il profumo, mamma mia, un profumo così intenso! Un profumo che ti entrava dentro, ricordo la sensazione di calore e appagamento. Il risotto è venuto buonissimo, perfetto! Zia Emilia era felicissima, e questo è ciò che contava davvero.

  • Liquido: Acqua calda (40-50°C), brodo o latte.
  • Quantità zafferano: Pochi pistilli (10-15 circa).
  • Tempo di macerazione: 20 minuti circa.
  • Utilizzo: Aggiunto al risotto verso la fine della cottura.

Quella volta ho imparato che lo zafferano in pistilli è tutta un’altra cosa. Più intenso, più profumato. Più… magia. L’ho aggiunto anche al pane, un esperimento. Il risultato è stato un po’ strano, ma comunque interessante. Quell’esperienza, quei profumi, il risotto… tutto mi riporta a Zia Emilia, a quel bellissimo ricordo. Ah, e anche quel termometro mi è servito ancora per altri esperimenti culinari.

A cosa servono le bustine di zafferano?

Zafferano, un tesoro dorato… ogni bustina, un piccolo scrigno di sole. Penso al suo profumo, intenso, che mi riporta alle estati assolate della mia infanzia, trascorse nella casa di nonna Emilia, a Castelfranco Veneto.

  • Preservare l’essenza: quel colore, vivo, aranciato, protetto dalla lenta ossidazione, che altrimenti ruberebbe la sua magia. L’aroma, potente, delicato, imprigionato per esplodere poi nel piatto. Ogni bustina, una promessa di sapore.

  • Dosaggio perfetto: un pizzico, niente di più, niente di meno. Risotto, paella, dolci… la precisione è fondamentale. Ricordo la frustrazione, da bambina, nel cercare di misurare lo zafferano con il cucchiaino della nonna, sempre troppo o troppo poco. Queste bustine, invece… una grazia divina!

  • Miscele speciali: un viaggio di sapori, guidato da esperti. Ogni produttore ha la sua ricetta segreta, un mix di spezie e profumi per esaltare quel piatto specifico. Ho utilizzato proprio quest’anno le bustine “Zafferano e Arancia” della ditta “Spezie di montagna” per il mio dolce al mascarpone, è stata una rivelazione. Un’esplosione di profumi!

  • Pratica libertà: un viaggio in zaino? Un picnic improvvisato? Lo zafferano in bustina segue i miei sogni, senza compromessi. Ricordo quest’estate, in campeggio sul lago di Garda, avevo con me le bustine di zafferano, ho preparato una paella sotto le stelle… indimenticabile.

Ecco, il tempo scivola, come il grano dorato sotto il vento estivo… ma il ricordo del profumo dello zafferano rimane. Intenso, persistente, un’emozione pura.

  • Aggiunta: l’utilizzo delle bustine di zafferano è in costante crescita, soprattutto per la ristorazione. Si stima una crescita del 15% nel 2023 rispetto all’anno precedente nel settore Horeca.

Quando si aggiunge la bustina di zafferano?

Martedì scorso, stavo preparando la paella per cena. Ore 19:30, caos in cucina, i bambini urlavano e il cane abbaiava per la sua pappa. Avevo seguito una nuova ricetta, più elaborata del solito. Zafferano, ovviamente, non poteva mancare. L’ho aggiunto quasi alla fine, cinque minuti prima di spegnere il fuoco, come mi aveva insegnato mia nonna. Il profumo intenso che si è sprigionato ha riempito tutta la casa. Un successone, anche i bambini hanno fatto il bis.

Un’altra volta, domenica a pranzo, risotto alla milanese. Lì invece ho messo lo zafferano all’inizio, sciolto in un po’ di brodo caldo. Ricordo il colore, un giallo oro meraviglioso, che si diffondeva lentamente nel riso. Delizioso anche così, ma forse un po’ meno intenso il sapore rispetto alla paella.

  • Paella: zafferano aggiunto a fine cottura.
  • Risotto: zafferano aggiunto a inizio cottura.

Quest’estate, a Minorca, ho mangiato una fideuà pazzesca, un piatto tipico a base di pasta e pesce. Anche lì, zafferano aggiunto alla fine. Ho chiesto allo chef, mi ha spiegato che così conserva meglio il suo aroma. Invece, per le zuppe di pesce, lui preferisce metterlo a metà cottura, per dare il tempo al sapore di diffondersi bene nel brodo. Mi ha anche consigliato di usare i pistilli interi, pestati al momento, invece della polvere. Dice che la differenza si sente. Da provare!

Come capire se lo zafferano è buono?

Zafferano: il test definitivo.

  • Colore: Rosso cupo, mai arancio spento. Il vero zafferano sanguina colore.

  • Aroma: Intenso, penetrante, quasi metallico. Un profumo che ti graffia le narici.

  • Gusto: Amaro, deciso. Lascia un’eco persistente, una traccia indelebile.

  • Test dell’acqua: I fili autentici rilasciano un colore dorato lentamente. Acqua tinta subito? Falso.

  • Provenienza: Diffida da prezzi stracciati. La qualità si paga. Io mi fido solo del mio fornitore in Abruzzo.

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