Come viene prodotto il vino fermo?

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Il vino fermo è prodotto tramite fermentazione alcolica, dove i lieviti convertono gli zuccheri delluva in alcol.

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Dal chicco all’etichetta: Un viaggio nella produzione del vino fermo

Il vino fermo, quell’elisir antico che accompagna i nostri momenti conviviali da millenni, è frutto di un processo complesso e affascinante, un’alchimia naturale che trasforma umili acini d’uva in un nettare di incomparabile ricchezza. La sua essenza risiede nella fermentazione alcolica, un processo biologico che, seppur apparentemente semplice, cela una miriade di sfumature e variabili, capaci di influenzare profondamente il carattere finale del vino.

Il viaggio inizia con la vendemmia, momento cruciale che determina in gran parte la qualità della materia prima. La scelta del momento ideale per la raccolta, dettata dal raggiungimento della giusta maturazione fenolica e zuccherina, è un’arte che richiede esperienza e sensibilità. Una volta raccolti, gli acini vengono sottoposti a diverse operazioni, a seconda del tipo di vino che si intende produrre: dalla pigiatura, delicata o più energica, alla diraspatura, che separa gli acini dai raspi. Queste fasi iniziali influenzano già la struttura e il profilo aromatico del futuro vino.

Il cuore del processo è la fermentazione alcolica, il momento in cui i lieviti, microrganismi naturalmente presenti sulla buccia dell’uva o aggiunti in maniera controllata, entrano in azione. Questi minuscoli operai trasformano gli zuccheri presenti nel mosto (il succo d’uva) in alcol etilico e anidride carbonica. La temperatura, rigorosamente monitorata, gioca un ruolo fondamentale: una temperatura troppo alta può compromettere la qualità del vino, mentre una temperatura troppo bassa rallenta o blocca la fermentazione. Il processo può durare da pochi giorni a diverse settimane, a seconda del tipo di uva, della temperatura e del tipo di lievito impiegato.

Una volta completata la fermentazione alcolica, il vino si presenta torbido e ricco di sedimenti. Segue quindi la fase di svinatura, in cui il vino viene separato dalle fecce (residui solidi), e la malolattica, un processo di fermentazione secondaria che, se voluto, converte l’acido malico in acido lattico, conferendo al vino una maggiore morbidezza e armonia.

Successivamente, il vino viene chiarificato, attraverso processi naturali o tecnologici, per eliminare eventuali impurità residue. Segue l’affinamento, un periodo di riposo più o meno lungo in botti di legno o in acciaio inox, durante il quale il vino sviluppa complessità e finezza aromatica. Infine, dopo un’attenta analisi e valutazione, il vino viene imbottigliato, pronto per essere gustato e apprezzato.

Ogni fase del processo, dalla scelta del vitigno alla selezione dei lieviti, passando per la gestione della fermentazione e l’affinamento, contribuisce a definire le caratteristiche organolettiche del vino fermo: dal suo colore e profumo alla sua struttura e persistenza gustativa. È un percorso articolato, ricco di sfide e di soddisfazioni, che richiede passione, conoscenza e un profondo rispetto per la materia prima e per la tradizione. E solo alla fine di questo viaggio, si svela la magia racchiusa in ogni bottiglia di vino fermo.