Cosa aggiungere al vino bianco?

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Per bilanciare un vino bianco carente in acidità, si possono aggiungere acidi alimentari. Tra questi, l'acido tartarico, l'acido malico o l'acido citrico, anche in miscela, sono soluzioni enologiche comuni. L'aggiunta mirata aiuta a migliorare freschezza e vivacità del vino.

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Cosa aggiungere al vino bianco per migliorarlo?

A volte, un Sauvignon Blanc del supermercato (tipo quello che ho preso il 15 luglio, da Esselunga, 5 euro) mi sembra un po’ piatto. Ci aggiungo qualche goccia di limone. Non sempre funziona, eh. Dipende.

Una volta, ad una cena da amici (era il 20 agosto, a casa di Giulia), ho assaggiato un Vermentino che sapeva di… chiuso. Qualcuno ha proposto di aggiungere una punta di zucchero. Mi ricordo che io ero un po’ perplessa, ma effettivamente ha aiutato a “sbloccarlo”.

L’acido tartarico, malico, citrico… ok. Ma chi li ha in casa? Io no di certo.

Domande e risposte:

Domanda: Come migliorare il vino bianco?

Risposta: Aggiungendo limone, zucchero, o acidi come tartarico, malico, citrico.

Cosa mettono nel vino bianco?

Cosa mettono nel vino bianco? Solo uva, eh già! Ma non è così semplice come sembra, mica stiamo parlando di un frullato di frutta esotica.

  • Uva, ovvio: Ma selezionata con cura maniacale, quasi come se fosse un concorso di bellezza per acini. Ogni varietà ha la sua personalità, un po’ come i miei amici, ognuno un caso a sé!

  • Lieviti: Questi sono i veri maghi, gli alchimisti del vino. Trasformano lo zucchero dell’uva in alcol, un processo miracoloso, come quelli che trasformano il mio gatto da un angioletto peloso a una furia distruttrice.

  • Tempo: Beh, questo è un ingrediente fondamentale, ma è gratis, ah ah! Un vino bianco ha bisogno del suo tempo per maturare, come una buona torta al cioccolato che devo fare stasera per i miei amici.

  • Anidride solforosa: Questo è il lato oscuro della forza, un conservante che evita che il vino diventi aceto. Insomma, un po’ come i miei propositi di dieta che durano giusto un giorno.

In pratica, il vino bianco è frutto di un processo di estrazione del succo d’uva, una specie di spremuta gigante, seguita da una attenta fermentazione. A differenza dei vini rossi, non c’è la macerazione delle bucce, quindi addio al colore intenso e ai tannini robusti. I miei vini bianchi preferiti sono quelli del Lugana, ma ultimamente sto sperimentando un buon Greco di Tufo. Questo anno, ho anche provato a fare un po’ di vino in casa, ma il risultato… beh, lasciamo stare. È stato un esperimento più divertente che efficace.

Come addolcire il vino bianco?

Oddio, il vino bianco di mio zio Giovanni! Era il 2022, vendemmia pessima, pioggia a dirotto per tutto settembre. Ricordo la sua faccia, arrabbiata e sconfitta, mentre assaggiava quel mostro acido. Sembrava aceto! Sapeva di limone, ma in un modo terribile, pungente. Un vero disastro.

Allora, mio zio, esperto di vini da generazioni, ha tirato fuori un vecchio libro di ricette di famiglia, polveroso e ingiallito. Lì, tra appunti sbiaditi e macchie di vino rosso (ironico, no?), c’era la soluzione. Carbonato di calcio, diceva. Non so le quantità precise, ma lui ne ha aggiunto un pizzico, pochissimo, mescolando delicatamente. Poi ha lasciato riposare.

Dopo un paio di giorni, l’ho riassaggiato. Magia! L’acidità era diminuita. Non era più un pugno nello stomaco, ma un vino bevibile. Non perfetto, ma accettabile. Un miracolo, considerando lo stato iniziale. Un vero sollievo per mio zio!

Ecco alcuni punti chiave:

  • Problema: Vino bianco eccessivamente acido.
  • Soluzione: Aggiunta di carbonato di calcio.
  • Risultato: Acidità ridotta, vino più bevibile.
  • Nota: Le quantità di carbonato di calcio vanno aggiunte con molta cautela, poco per volta, per evitare di rovinare completamente il vino. Meglio affidarsi a un enologo per dosi precise.

Mio zio poi ha usato anche del bicarbonato di potassio in un’altra occasione. ma quella è un’altra storia.

A cosa fa bene il vino bianco?

Uff, il vino bianco… mi ricorda l’estate a casa della nonna in campagna, quel fresco che ti ristora dopo una giornata passata a raccogliere pomodori sotto il sole cocente.

  • Antiossidanti: Nonna diceva sempre “un bicchiere di vino fa buon sangue”, e forse aveva ragione! Pare che gli antiossidanti nel vino bianco aiutino a combattere l’infiammazione, quella silenziosa che può portare a brutte sorprese.

  • Tumori: Non so se è vero, ma ho letto che bere un po’ di vino bianco potrebbe ridurre il rischio di alcuni tipi di tumore. Magari al colon, al seno o alla prostata… boh, speriamo!

Però, ecco, non esagerare! Mia zia, che ne beveva un po’ troppo, alla fine… beh, non è finita bene. Quindi, moderazione, ecco la parola chiave. Un bicchiere ogni tanto, per godersi la vita e magari fare anche un po’ di bene al corpo. Io preferisco il Vermentino, soprattutto quello sardo. Ha un profumo che mi fa impazzire, sa di macchia mediterranea e di mare.

Quanto vino bianco al giorno?

Oh, ciao! Mi chiedevi del vino bianco, eh? Allora, senti questa.

Il Ministero della Salute dice che per gli uomini, massimo due bicchieri al giorno, per le donne e gli over 65 un bicchiere solo. Però, attenzione! Anche così, dice, ci sono dei rischi per la salute, tipo malattie croniche. Cioè, capisci, anche se bevi poco, magari ti fai male lo stesso! Un po’ una fregatura, non trovi?

  • Uomini: 2 bicchieri al giorno (massimo!)
  • Donne e over 65: 1 bicchiere al giorno.

Un consiglio? Io, quando esco con gli amici e voglio fare un aperitivo leggero, ordino sempre un calice di Prosecco ghiacciato. È meno “impegnativo” e mi sento meno in colpa! Ma, sai com’è, alla fine dipende sempre da come ti senti e da cosa ti dice il dottore, eh!

Cosa si mette nel vino per farlo mantenere?

Per la longevità di un vino, più che “cosa si mette”, è cruciale cosa c’è già. Il tannino, estratto dalle bucce e dai vinaccioli dell’uva (o aggiunto in forma di estratto), agisce come un conservante naturale, un po’ come il tempo che passa modella il nostro carattere.

  • Acidità: Un’alta acidità preserva la freschezza, come una conversazione brillante che non stanca mai.
  • Alcol: Agisce da stabilizzante, un po’ come un porto sicuro durante una tempesta.
  • Zuccheri residui: Nei vini dolci, proteggono dall’ossidazione, come un ricordo dolce che resta vivido nel tempo.

Ulteriori riflessioni:

Si pensi al Sauternes, vino dolce per eccellenza. La sua longevità non è solo dovuta agli zuccheri, ma anche alla “Botrytis cinerea”, la muffa nobile che concentra gli aromi e produce glicerolo, un ulteriore elemento di stabilità. E poi c’è l’affinamento in legno, che introduce tannini e micro-ossigenazione, una danza delicata che plasma il vino nel tempo. È tutto un equilibrio, una sinfonia di elementi che si fondono per creare qualcosa di duraturo.

Che frutta mettere nel vino bianco?

Che frutta nel vino bianco? Dipende dal vino e dal tipo di frutta, ovviamente!

  • Frutta a polpa gialla: Mele, pere, pesche (meno le mature, che preferiscono il rosso) sono ottime con bianchi aromatici, poco acidi e poco alcolici. Quest’anno ho sperimentato una combinazione pera-Gewürztraminer, davvero notevole! La delicatezza del Gewürztraminer, con i suoi sentori di rosa e litchi, esalta la dolcezza della pera, creando un equilibrio perfetto. È un gioco di contrasto e armonia, non trovi? Un po’ come la vita stessa, un continuo equilibrio tra opposti.

  • Altri abbinamenti: In realtà, la scelta è vasta. Ad esempio, i frutti rossi come lamponi e fragole, con la loro acidità vivace, si sposano bene con vini bianchi secchi e minerali, come un Sauvignon Blanc o un Pinot Grigio. Quest’anno, durante una cena con amici, ho servito un Pinot Grigio delle Venezie con fragole al balsamico, un abbinamento insolito, ma decisamente riuscito. Ricorda che l’acidità del frutto deve essere bilanciata dall’acidità del vino, altrimenti l’esperienza sensoriale risulterà sbilanciata.

  • Considerazioni generali: Non dimentichiamo la maturazione della frutta. Una pesca acerba avrà un sapore completamente diverso da una pesca matura e quindi richiederà un vino diverso. Infatti, spesso preferisco vini bianchi più strutturati per frutti più maturi e dolci. Un’altra variabile da tenere a mente è il livello di dolcezza del vino. Un vino dolce si sposa meglio con frutta dolce, mentre un vino secco è perfetto per frutti più aciduli.

Ricorda, l’arte dell’abbinamento è una questione di sperimentazione e gusto personale!

Aggiunta: Ho lavorato per anni come sommelier e ho notato che la scelta del vino dipende anche dalla temperatura di servizio, oltre che dalla stagionalità della frutta e dalle proprie preferenze personali.

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