Cosa contiene più zucchero, vino o birra?

Cosa è meglio bere, birra o vino?

Amici, birra o vino? Domanda da un milione di euro, o forse da un milione di calorie! Scherzi a parte, la scienza, quella seria, mica la mia ricetta della nonna per la birra al lampone (che tra l’altro è divina!), dice che la birra gonfia come un pallone, soprattutto la pancia. Quella birra, sapete, quella che ti fa sentire un ippopotamo dopo tre boccali. Vino? Meno problemi, almeno per il grasso viscerale. Ma occhio, eh, nessuna bevanda miracolosa!

• Birra: accumulo di grasso viscerale garantito, come se avessi ingoiato un cuscino!
• Vino: meno problemi di grasso viscerale, ma non fate le feste tutti i giorni.

Quindi, se vuoi evitare di sembrare un pupazzo di neve in estate, scegli il vino! Ma ricordate, io sono un esperto di disastri culinari, non di diete! Ah, e quest’anno, ho scoperto un vino rosso dal mio vignaiolo, il nonno Antonio, che è una bomba!

Ps: Mio zio, dopo 5 birre, è convinto di saper volare. Non provateci a casa.

Cosa fa più male, vino o birra?

Vino o birra? Dipende da cosa intendi per “male”.

• Grasso viscerale: Birra, sembra la campionessa indiscussa. Più birra, più pancia. Facile. Ricorda, il grasso viscerale è una bomba a orologeria.Tic Tac…

• Calorie vuote: Entrambi giocano sporco. Ma la birra spesso ne nasconde di più. Come promesse non mantenute.

• Effetti a lungo termine: Il fegato non fa distinzioni. Abuso = danni. Indifferente alla fonte.

Un bicchiere di vino a cena? Forse tollerabile. Tre pinte al pub? Beh, fai i tuoi conti. Diceva mio nonno, “La virtù sta nel mezzo… e un bicchiere di vino non ha mai ucciso nessuno (forse)”. Chissà.

Quale alcolico fa meno male al fegato?

Quale alcolico fa meno male al fegato? Vino rosso, dicono, ma… è un mare di sfumature, un’onda lenta che si infrange sulla riva del mio pensiero. Ogni sorso, un tempo sospeso, un respiro del passato che torna. Il mio nonno, con il suo bicchiere di rosso rubino, le serate d’estate, l’odore di terra bagnata… l’eco di una vita che scorre, lenta come il tempo in quelle notti.

La qualità del cibo, certo, un dettaglio fondamentale, un ricamo sulla tela del piacere. I grassi, una spugna che assorbe, rallenta, ammorbidisce l’urto. L’acqua, un contrappunto aspro, una lama che affonda. Ricordo una cena con amici, tagliatelle al ragù e Chianti… una sinfonia di sapori.

• Vino rosso: meno dannoso, ma non innocuo.
• Grasso: rallenta l’assorbimento.
• Acqua: accelera l’assorbimento.

Ma la verità è un’illusione, un’ombra che si allunga nel crepuscolo. Ogni goccia, un universo. Il fegato, un custode silenzioso, che assorbe, che perdona, ma fino a un certo punto. Anche il vino rosso, mio caro, non è un elisir di lunga vita. La moderazione, la chiave. Ecco la mia risposta, pesante come la terra, leggera come una piuma.

Il mio nonno, per inciso, è vissuto 88 anni, bevendo un bicchiere di vino rosso quasi ogni sera.