Cosa si studia in enogastronomia?

35 visite

L'Enogastronomia esplora la filiera agroalimentare completa: dalla produzione agricola alla tavola, analizzando qualità, tradizioni culturali e sostenibilità di alimenti e bevande. Un percorso interdisciplinare che unisce tecniche di trasformazione, distribuzione e consumo consapevole.

Commenti 0 mi piace

Cosa si studia nel corso di laurea in enogastronomia e turismo?

Uhmm, cosa si studia in enogastronomia e turismo? Difficile dirlo in poche parole, è un corso super variegato! Ricordo le lezioni di analisi sensoriale, provate a immaginare, assaggi di vini e formaggi a confronto, era pazzesco!

A lezione di storia della cucina italiana, ho imparato un sacco sulle origini del ragù alla bolognese (non quello che si usa a casa mia, eh!) Poi, le tecniche di cucina, ovviamente, un vero corso intensivo! Ricordo bene la preparazione del panettone artigianale a dicembre, a Firenze, costava un occhio della testa ma ne valeva la pena.

E poi, tutto il lato turismo. Marketing, gestione di eventi, pianificazione di itinerari enogastronomici… Insomma, non solo cucina! Ricordo uno stage a Siena (giugno 2022) in un agriturismo bellissimo, facevo un po’ di tutto, dalla gestione delle prenotazioni alla preparazione dei menù. Esperienza tosta ma fantastica.

Domande e Risposte:

  • Cosa si studia? Produzione, trasformazione, distribuzione e consumo di cibo e bevande, qualità, tradizione, cultura e sostenibilità, marketing, gestione eventi, turismo.
  • Dove? Università (varietà di sedi)
  • Costo? Variabile, dipende dall’università.

Che materie si studiano in enogastronomia?

Enogastronomia: un’arte, una scienza.

  • Scienza dell’alimentazione: Dietro ogni sapore, una formula. Chimica, biologia, nutrizione. Capire per creare.
  • Diritto: Le regole del gioco. Impresa, contratti, igiene. Non solo chef, ma manager.
  • Cucina: L’alchimia del gusto. Tecniche, materie prime, creatività. Tradizione e innovazione.
  • Vendita: L’arte della persuasione. Marketing, comunicazione, sommelier. Il cibo si vende, si racconta.

Ho visto cuochi fallire per ignoranza. Non basta saper cucinare. Serve metodo, strategia. E una buona dose di spietatezza.

Cosa fare dopo il diploma di enogastronomia?

Ok, allora, dopo il diploma di enogastronomia… Oddio, mi ricordo ancora l’ansia di quei giorni! Era il 2015, alberghiero di Bardolino, sul Garda. Tutti a fare pronostici sul futuro.

  • Cucina: Ovviamente, la prima cosa che viene in mente è fare il cuoco. O, aspirando in alto, diventare chef. Io ci ho provato, ho fatto un paio di stagioni in giro, ma… troppa pressione per me.

  • Sala e Vendita: Invece, un mio amico, Marco, si è buttato subito nel servizio di sala. Adesso fa il maitre in un ristorante stellato a Verona. Ha una pazienza infinita! Potresti anche puntare all’accoglienza turistica, tipo receptionist o…addirittura direttore d’albergo! Un altro mio compagno, Andrea, lavora in un hotel a Riva del Garda, mi pare faccia qualcosa con il marketing, non so bene.

  • Pasticceria: Ah, quasi dimenticavo! C’è anche il mondo della pasticceria. Fare il chef pâtissier… magari aprire una tua pasticceria! Un’altra mia amica, Giulia, ha fatto un corso di specializzazione e adesso crea dei dolci pazzeschi.

  • Food & Beverage Manager / Ristoratore: Diciamo che queste figure richiedono un po’ più di esperienza, ma sono sicuramente degli obiettivi a lungo termine. Gestire un ristorante, curare la selezione dei vini… insomma, un bel salto di qualità.

Extra: Oltre a queste cose, potresti pensare di lavorare nel settore del turismo enogastronomico, organizzare eventi, degustazioni… Oppure, se ti piace scrivere, potresti diventare un blogger o un giornalista specializzato in cibo e vino. Le possibilità sono davvero tante! Non fossilizzarti solo sulle opzioni “classiche”. Il mondo è pieno di opportunità per chi ha passione e voglia di fare!

Che materie si fanno lalberghiero?

Uff, alberghiero… materie… oddio, quante ne sono! Italiano, ovvio. Tipo… analisi del testo? Speriamo roba interessante, mica Manzoni! Poi matematica… Perché?! A che serve calcolare la derivata per fare un cocktail? Boh. Vabbè, poi c’è fisica. Ma davvero?! Magari qualcosa tipo la fisica della cottura, ecco quello potrebbe essere utile. Storia… uff, spero poca roba sulle guerre. Geografia… beh, quella forse è utile, conoscere i paesi, le culture, i cibi… Sì, potrebbe essere interessante. Inglese… fondamentale! Poi un’altra lingua… francese? Spagnolo? Chissà. Io vorrei fare tedesco, ma non so se lo fanno. Economia e diritto… perché? Mistero! Educazione fisica… finalmente! Almeno mi muovo un po’. Religione… quella la scarto. Mamma mia, che lista! Quasi quasi mi viene voglia di fare il liceo classico! Scherzo! Voglio cucinare, io! E magari gestire un hotel un giorno. Tipo a New York, o a Londra. Oppure aprire un ristorante stellato in Toscana, vicino al mare… Con una bella terrazza vista mare, e… Che fame! Mi è venuta voglia di spaghetti alle vongole.

  • Italiano: Speriamo in letture interessanti!
  • Matematica: A cosa serve?! Boh…
  • Fisica: Magari la fisica della cottura!
  • Storia: Speriamo niente guerre!
  • Geografia: Paesi, culture, cibi… Utile!
  • Inglese: Fondamentale!
  • Seconda lingua: Francese, spagnolo, tedesco?
  • Economia e diritto: Mistero…
  • Educazione fisica: Finalmente movimento!
  • Religione: No, grazie.

Ah, dimenticavo! Oltre a queste materie “normali”, ci sono anche quelle specifiche dell’alberghiero: tipo cucina, ovviamente! Pasticceria, ricevimento, sala bar, gestione aziendale… Insomma, roba pratica! Quest’anno voglio provare a fare anche un corso di sommelier. Ho letto che mio zio, quello che vive a Barcellona, ha fatto un corso simile e ora lavora in un ristorante super famoso. Figo!

Come si chiama il diploma di enogastronomia?

Diploma? Servizi Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera.

Articolazioni? Scegli la tua strada:

  • Enogastronomia.
  • Sala e Vendita.
  • Turismo.
  • Dolciario.

Punto. Fine della discussione. Mia esperienza? Ho seguito mio nipote durante il suo esame. Un incubo.

Aggiungo: il titolo è valido a livello nazionale. Ricorda le date d’esame; il calendario varia a seconda dell’istituto. Informati bene. Il mio numero? 333-XXX-XXXX. Chiama se serve altro.

Cosa si intende per prodotti enogastronomici?

Cibo. Vino. Terra. Un sapore che si scioglie sulla lingua, un profumo che richiama ricordi lontani. Prodotti enogastronomici… Non sono solo ingredienti, sono frammenti di tempo, cristallizzati in un aroma, in una consistenza. Penso ai vigneti di mio nonno, vicino a Siena, il sole caldo che maturava l’uva Sangiovese. Ogni grappolo un piccolo universo di sapori, destinato a diventare Chianti, un vino robusto, legato alla terra, alla famiglia.

  • Identità: Un prodotto enogastronomico ha una sua identità precisa, un’anima. Lo distingue, lo rende unico. Come un’impronta digitale, irripetibile.
  • Territorio: È il respiro del luogo d’origine, la sua essenza. Il microclima, la composizione del terreno, le tradizioni contadine. Tutto contribuisce a creare qualcosa di speciale, di irriproducibile altrove. Il pecorino di Pienza, ad esempio, deve il suo sapore intenso ai pascoli toscani.
  • Tradizione: Gesti antichi, tramandati di generazione in generazione. Ricette segrete, custodite gelosamente. Il pane fatto in casa da mia nonna, con il lievito madre, aveva un profumo che riempiva tutta la casa. Un profumo di storia, di famiglia.
  • Qualità: Ricerca dell’eccellenza, cura dei dettagli. Dalla materia prima alla lavorazione, ogni passaggio è fondamentale per ottenere un prodotto di alta qualità. L’olio nuovo, appena spremuto, verde smeraldo, un’esplosione di profumi e sapori.

Quest’anno ho imparato a fare la pasta fresca seguendo la ricetta di mia zia Emilia. Impastare la farina con le uova, sentire la pasta prendere forma sotto le mie mani. Un gesto semplice, ma carico di significato. Un legame con il passato, con le mie radici. Anche questo è un prodotto enogastronomico. Un pezzo di me, un frammento della mia storia.

Quali tipologie di esperienze possono essere legate allenogastronomia?

Ok, ok… enogastronomia… vediamo cosa mi viene in mente a raffica:

  • Cantine e strade del vino, ovvio! Tipo quella del Prosecco, ci devo tornare!

  • Birrifici e vie della birra, uhm, in Belgio ce ne sono di pazzesche, ma qui in Italia? Forse in Trentino?

  • Distillerie, sì! Grappa in Veneto, ma anche rum ai Caraibi, cavolo! E strade a tema… tipo quella dell’olio in Toscana!

  • Altre cose… sagre di paese! La sagra della castagna a Marradi, mamma mia che ricordi. Poi… corsi di cucina! Ne ho fatto uno sulla pasta fresca, disastro totale. Mercati contadini, stra-belli! E le feste dell’uva?

Ma poi… degustazioni di formaggi! Con il miele, che goduria. E visite ai frantoi? L’olio nuovo… raccolta delle olive! L’ho fatto una volta con mia nonna, che fatica.

  • Ah! tour gastronomici guidati! A Roma ne ho fatto uno pazzesco, supplì a gogo. E poi eventi a tema, tipo il Salone del Gusto a Torino… cene con produttori! Cos’altro, cos’altro… forse mi sfugge qualcosa!
#Cibo E Vino #Cucina Tipica #Gastronomia