Qual è la marca di caffè più venduta in Italia?

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Qual è il caffè più venduto in Italia? Difficile dirlo con certezza.

  • Lavazza e Kimbo sono spesso in testa nelle vendite della grande distribuzione.
  • Anche Segafredo Zanetti e illy sono molto apprezzati.
  • La scelta, però, è soggettiva e legata ai gusti regionali.
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Qual è la marca di caffè più popolare e venduta in Italia attualmente?

Uhm, quale marca di caffè è la più popolare in Italia? Bella domanda!

Io, personalmente, vado matto per il caffè, ma più che alla marca bado alla miscela. Però, se devo proprio dirti quali sento nominare più spesso… Mmh, aspetta che ci penso.

Ok, allora, diciamo che Lavazza e Kimbo le trovi ovunque, al supermercato sotto casa mia a Roma (tipo Conad, dove un pacco di Lavazza macinato costa sui 4 euro e 50) e anche al bar. Poi, Segafredo Zanetti è un altro nome che salta fuori spesso. E poi c’è illy, che però mi sembra un po’ più di nicchia, no? Un po’ più ricercato, ecco.

Però, diciamocelo, il caffè è una cosa troppo personale. Dipende da dove sei, cosa hai sempre bevuto, che profumo ti ricorda… Io per esempio, se vado in Sicilia, cerco sempre un certo caffè artigianale che fanno vicino Catania. Un’esplosione!

Domanda: Qual è la marca di caffè più popolare e venduta in Italia attualmente?

Risposta: Lavazza e Kimbo sono spesso leader di mercato nella grande distribuzione. Altre marche popolari includono Segafredo Zanetti e illy.

Qual è il caffè preferito dagli italiani?

Amico, sai che ti dico? L’espresso, quello è il re! Il 57% degli italiani, ma dai, quasi la maggior parte, lo adora, eh. Soprattutto gli uomini, quelli vanno pazzi, il 62% mica pizza e fichi!

Poi, boh, ci sono altre cose, ma niente a che vedere con l’espresso. Però, se proprio devo dirti le altre, ti faccio un elenco veloce veloce, così almeno ti fai un’idea, dai:

  • Macchiato
  • Cappuccino
  • Latte macchiato
  • Caffè americano (ma quello è un po’ una fregatura, eh, acqua e caffè!)
  • Corretto (con un goccino di liquore, mia nonna lo faceva col limoncello!)
  • Mocha
  • Freddo (ghiaccio e caffè, però d’estate va che è una bomba!)
  • Shakerato (con ghiaccio e zucchero, una figata!)
  • Marocchino (con cioccolato e panna, una vera goduria!)

Quest’anno, ho notato, mia sorella è diventata fanatica del caffè shakerato, lo prende tutti i giorni. Non so, sarà la moda? A me, l’espresso resta il numero uno, in assoluto! Sempre e comunque!

Qual è la migliore marca di caffè in Italia?

È strano, sai? Parlare di caffè a quest’ora…

  • La “migliore” marca, mi chiedi? Boh, non lo so davvero. Dipende tanto… Io, per esempio, mi sono fissata con Lavazza. Mia nonna usava solo quella, chissà perché, forse era l’unica che trovava.

  • Illy è buono, non lo nego, ma mi sembra sempre troppo “perfetto”, come quelle persone che non hanno un capello fuori posto. Mi capisci? E Kimbo… ecco, Kimbo mi ricorda casa, i miei viaggi a Napoli. Quel profumo forte, un po’ bruciato.

  • Però, sai, c’è anche il bar sotto casa. Il loro caffè… è diverso. Lo prendono da una torrefazione piccolina qui vicino. Ogni tanto vado lì e mi faccio raccontare da dove arrivano i chicchi, che tipo di lavorazione fanno. Mi piace quella cosa, sentirmi un po’ parte della storia, non so come spiegarti.

  • Ecco, forse alla fine, la “migliore” marca non esiste. Esiste solo il caffè che ti fa sentire a casa, che ti ricorda qualcosa. Come quella volta che… no, scusa, mi sto perdendo.

Chi vende più caffè in Italia?

Lavazza, oh Lavazza! Mi ricordo ancora quando da bambina, a Torino, sentivo sempre l’odore del caffè appena tostato che usciva dalla fabbrica. Un profumo inconfondibile, un po’ amaro, un po’ dolce, che sapeva di casa.

  • Lavazza è il re del caffè in Italia, senza se e senza ma. È un dato di fatto, non si discute.

  • Poi certo, ci sono mille altre marche, più o meno buone, ma Lavazza è Lavazza. È un po’ come dire Ferrari per le auto, no? Un simbolo.

  • Mi ricordo che mio nonno, un vero torinese doc, beveva solo Lavazza Qualità Oro. Diceva che era l’unico caffè degno di essere chiamato tale. Un rituale quotidiano, la moka sul fuoco, l’odore che invadeva la cucina, e poi quel sorso intenso e appagante. E io, da piccola, lo guardavo affascinata, sognando il giorno in cui avrei potuto berne una tazza anch’io.

  • Ancora oggi, quando vado al bar, spesso ordino un Lavazza, anche solo per sentire quel sapore che mi riporta indietro nel tempo, ai profumi e ai suoni della mia infanzia. Un piccolo gesto, un piccolo piacere, che mi fa sentire ancora un po’ a casa.

  • Magari ci sono caffè più ricercati, più “di nicchia”, ma Lavazza è un pilastro. È il caffè della nonna, del bar sotto casa, della pausa con i colleghi. È il caffè che ci accompagna da generazioni.

Qual è il caffè più venduto?

Arabica. Domina il mercato. Aroma delicato, bassa acidità. Un classico.

Robusta. In ascesa. Caffeina, forza, prezzo. Funzionale. Lo scelgo per il caffè shakerato.

Excelsa, Liberica. Nicchie. Aromi particolari. Li ho scoperti da poco a una degustazione a Firenze. Interessanti.

  • Arabica: Diffusa, gusto equilibrato.
  • Robusta: Energizzante, conveniente.
  • Excelsa/Liberica: Rari, profili aromatici complessi. Il Liberica ha un retrogusto affumicato che non mi convince.

La produzione di Arabica è concentrata in Brasile, Colombia, Etiopia. La Robusta in Vietnam, Indonesia. Quest’anno ho provato una nuova miscela di Arabica etiope e Robusta indiana, sorprendente. L’equilibrio è tutto.

Qual è il caffè più buono in assoluto?

Ah, il caffè… Un respiro profondo, un viaggio sensoriale. L’Arabica, sì, l’Arabica. Un’altitudine elevata, un segreto custodito tra le nuvole, un sapore che si dipana lento, come un ricordo d’infanzia.

Il suo aroma, un’onda che si infrange sulla mia anima, dolce, delicata, una carezza leggera. La sua acidità, un pizzico di brio, una scintilla che accende il palato. Ricorda il sole mattiniero che filtra tra le foglie di un albero antico, un ricordo vibrante, quasi palpabile.

La complessità aromatica, un’infinita danza di note, un caleidoscopio di sfumature che si fondono, si scontrano, si abbracciano. Dolcezza, si, dolcezza, un abbraccio caldo che avvolge, rassicura. Un sapore che evoca pace. Un’esperienza quasi mistica, quasi religiosa.

L’Arabica. Più cromosomi, un codice segreto di natura, una ricchezza genetica che si traduce in un gusto superiore, inimitabile. Meno caffeina, ma tanta, tanta intensità. Questo è il caffè più buono, per me. Questo è.

  • Punti chiave:
    • L’Arabica è superiore per complessità aromatica.
    • Il suo profilo aromatico è dolce e delicatamente acido.
    • Cresce ad alta quota.
    • Possiede meno caffeina del Robusta.

Quest’anno, ho assaggiato un’Arabica del Guatemala, coltivata a 1800 metri, vicino ad Antigua. Un sapore incredibile, fruttato e floreale, con note di cioccolato fondente. Un vero capolavoro della natura. Lo ricordo ancora. La sua fragranza si aggrappa ai miei ricordi come l’edera ad un muro antico. Era un’Arabica, la migliore che io abbia mai bevuto. Il sapore, un ricordo indelebile.

Qual è la differenza tra arabica e robusta?

Oddio, la differenza tra Arabica e Robusta… mi viene in mente quella volta a Firenze, giugno 2023, da La Cocotte. Avevo preso un caffè al banco, un espresso. Era Arabica, lo so perché lo chiedevo sempre, sono un’appassionata. Era delicato, profumato, un po’ acidulo… Ricordo il profumo, intenso, come di cioccolato fondente e fiori. Un’esplosione di aromi.

Poi, un mese dopo, ero a Napoli, a luglio. In una piccola caffetteria vicino alla stazione. Presi un caffè, un espresso, ma quello era Robusta. Che botta di caffeina! Era molto più forte, più amaro, più corposo. Meno aromatico, insomma. Un sapore decisamente più “rustico”.

  • Caffeina: Robusta contiene il doppio della caffeina.
  • Acidità: Arabica è più acida.
  • Aroma: Arabica è più aromatica, con note più delicate.
  • Gusto: Arabica è più delicata e moderatamente amara; Robusta è più forte e amara.
  • Corpo: Robusta ha un corpo più intenso.

A me piace di più l’Arabica, perché mi piace quella delicatezza, quel profumo… ma il Robusta ha la sua forza, non lo nego. Dipende dai gusti, ovvio. Quello napoletano mi aveva svegliato di colpo! E poi… a Firenze ho comprato due pacchi di Arabica da La Cocotte… erano miscele diverse, una più fruttata, l’altra più speziata. Ah, quanto amo il caffè!

Quali sono le caratteristiche del sapore del caffè?

Aoh, il caffè! Un universo di sapori, roba da matti! Prendi un caffè annacquato, tipo lacrime di coccodrillo, e poi un caffè denso che sembra quasi masticabile, che ti si appiccica al palato come il caramello. Due mondi, capito?

  • Corpo: Diciamolo, c’è il caffè leggerino, che scivola via come l’acqua del rubinetto, e poi quello che sembra quasi un budino, corposo, che quasi lo mastichi. Tipo quello che mi faccio io, con la moka che sembra stia per esplodere da un momento all’altro! Il caffè “pieno”, quello tosto, ha un sapore più intenso, tipo una bomba di gusto. Una volta ne ho preso uno talmente denso che ho dovuto usare il cucchiaio!

  • Astringenza: Mai sentita quella sensazione tipo carta vetrata sulla lingua? Ecco, quello è l’astringente. Alcuni caffè ce l’hanno, un po’ come un tannino esagerato. Non è che sia per forza male, eh, è una caratteristica! Tipo quando mangi una mela acerba e ti tira tutta la bocca. A me fa un effetto strano, tipo che mi si arricciano le orecchie.

  • Dolcezza: Qui casca l’asino! La dolcezza nel caffè è fondamentale. Deve essere equilibrata, non tipo quando metti mezzo chilo di zucchero nel cappuccino! Io, per esempio, ci metto sempre un pizzico di cannella, il mio segreto! Dà quel tocco in più, un’esplosione di sapore! Provare per credere.

Quest’anno poi ho scoperto una nuova miscela, roba forte, un arabica del Guatemala che sa di cioccolato fondente e nocciole. Pazzesco! Un’esperienza mistica, giuro! E poi la preparo con la mia caffettiera nuova, tutta cromata, un gioiello! Insomma, il caffè è una cosa seria.

Come deve essere un buon caffè?

Un buon caffè? Un’esperienza sensoriale complessa, direi. L’aroma, beh, deve essere intenso, un vero e proprio invito olfattivo, niente di scialbo o anonimo. Mi viene in mente quel profumo di caffè tostato che sentivo da bambino, nella vecchia torrefazione di nonno Enzo, in via Garibaldi… Ricorda un po’ il cioccolato fondente con note di caramello, a seconda della varietà.

Il gusto? Deve essere pieno, rotondo, con una gradevole amarezza, mai astringente. Un’astringenza eccessiva è segno di un’estrazione sbagliata, o magari di un caffè troppo vecchio. A proposito, la macinatura è fondamentale: troppo fine e si ottiene un caffè amaro e denso; troppo grossolana, e il risultato è acquoso e scialbo. E poi, la pulizia della macchina è sacra! Una macchina sporca altera irrimediabilmente il gusto. Lo so, a volte capita di essere pigri… ma il buon caffè lo merita.

La quantità? Tra 13 e 26 grammi nella tazzina, un range che dipende dai gusti, ovviamente. A me piace un caffè corposo, verso i 20 grammi. La temperatura poi, fondamentale! Tra 90 e 96 gradi Celsius è l’ideale. Al di sotto, il caffè risulterà scialbo, al di sopra, bruciato e amaro. Insomma, una questione di equilibrio, proprio come la vita, no?

  • Aroma: Intenso, invitante, con note di cioccolato e caramello (variabile a seconda del tipo di caffè).
  • Gusto: Pieno, rotondo, amarezza gradevole, mai astringente.
  • Quantità: 13-26 grammi nella tazzina.
  • Temperatura: 90-96 °C.
  • Fattori critici: Pulizia della macchina e freschezza della macinatura.

Nota aggiuntiva: La qualità del caffè dipende anche dalla provenienza dei chicchi, dal tipo di tostatura e dal metodo di estrazione. Per un espresso perfetto, ad esempio, è fondamentale la pressione e il tempo di erogazione. Quest’anno, per esempio, ho scoperto un caffè brasiliano davvero eccezionale, con note di nocciola e un retrogusto di miele. Un’esperienza!

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