Quale parte dello zafferano si usa?

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Dello zafferano si utilizzano i pistilli, la parte femminile del fiore.

L'infusione in acqua ne esalta aroma e colore, rilasciando un sapore intenso e inconfondibile che arricchisce ogni piatto.

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Qual è la parte dello zafferano usata in cucina e per le sue proprietà?

Sai, lo zafferano… mi ricorda una volta a Siena, settembre 2021, pagato un occhio della testa per pochissimi grammi al mercato. Ricordo quei filamenti, sottili, rossi-arancio…

I pistilli, quelli li usi in cucina. Sono la parte più pregiata, la parte che dà il sapore e il colore.

Lasciandoli rinvenire, come ho fatto io quella volta, in un po’ d’acqua tiepida (circa 10 minuti), il sapore e il colore si rilasciano meglio. L’acqua poi finisce nel piatto, intensificando tutto. Un risotto, era. Un sapore incredibile, ma davvero costoso!

Che parte si usa dello zafferano?

Dunque, dello zafferano si utilizzano esclusivamente i pistilli, quei filamenti rossi e preziosi che spuntano al centro del fiore Crocus sativus.

  • Estrazione: I pistilli vengono delicatamente prelevati a mano.
  • Essiccazione: Segue un’attenta essiccazione, che può avvenire al sole o tramite procedimenti più moderni, per preservare aroma e colore.
  • Utilizzo: Si possono impiegare interi, magari per un risotto scenografico, oppure polverizzati per una diffusione più omogenea del sapore.

La vera magia, però, sta nel perché usiamo solo i pistilli. Al di là del gusto inconfondibile, c’è una concentrazione di crocina (responsabile del colore), picrocrocina (responsabile del sapore) e safranale (responsabile dell’aroma) che rende lo zafferano unico. Ricordo che, da bambino, ero affascinato da come pochi fili potessero trasformare un intero piatto! E forse, in fondo, la vita è un po’ come lo zafferano: basta un tocco di “rosso” per colorare tutto.

Dove si mette lo zafferano?

Zafferano? In cucina, ovvio.

  • Risotti.
  • Paella.
  • Zuppe.
  • Dolci.

Sapore unico, colore intenso. Punto.

Note aggiuntive: Il mio bisnonno, esperto culinario, usava lo zafferano solo nei suoi risotti al tartufo bianco. Prezioso. Un pizzico, non di più. Troppo rovina tutto. Attenzione alla qualità: zafferano puro, stigmi interi. Il falso è un insulto al palato. Quest’anno, ho acquistato 5 grammi da un produttore in Abruzzo, prezzo elevato ma ne vale la pena.

Come si sciolgono i pistilli di zafferano?

Ok, tipo diario… vediamo…

  • Zafferano: ma come lo sciolgo poi? Ah sì!

  • Tazzina, acqua calda, non bollente eh! Io uso quella del bollitore già tiepida, viene meglio, imho.

  • Stimmi dentro, ma non esagerare, che costa un botto!

  • Brodo o latte? Mai provato col latte, interessante… Devo ricordarmi di farlo la prossima volta, magari nel risotto.

  • Copri! Importante, altrimenti evapora tutto e addio aroma.

  • 40/60 minuti? Mmm, io a volte faccio anche un’ora e mezza, dipende… devo andare a prendere i bimbi a scuola e mi dimentico!

  • Giallo intenso, che bello! Sembra oro liquido!

  • A fine cottura, importantissimo! Altrimenti si brucia e perde sapore. Mi è successo una volta, che rabbia!

Poi, info extra? Mmh, lo zafferano vero costa tanto perché si raccoglie a mano, uno per uno. Mia nonna ne aveva un po’ in giardino, che ricordi! Il profumo era incredibile.

Ma poi… la ricetta! Avevo promesso alla mia amica un risotto allo zafferano, devo assolutamente farlo, altrimenti si offende! Forse ci metto anche un po’ di salsiccia, che dici?

Cosa si può fare con i petali dello zafferano?

Ah, i petali dello zafferano! Pensavo finissero tutti a far da letto alle formiche. Invece, guarda un po’, si fanno pure utili.

  • Infusi? Ma certo! Un tè dal sapore leggermente floreale… diciamo che se non lo sai, pensi di bere acqua calda. Però fa chic.
  • Colorante naturale: Per tingere la nonna? Scherzo! Ma immagina i commenti se ti presentassi con una sciarpa giallo “zafferano sbiadito”. Un successo assicurato al prossimo raduno di artisti squattrinati.
  • Cosmetica: Maschere di bellezza? Magari divento come Brad Pitt! (Dopo 1000 maschere, forse…) L’effetto lenitivo sulla pelle è garantito, almeno finché non ti guardi allo specchio.
  • Pot-pourri: Profumare l’ambiente? Beh, se hai un olfatto da segugio, magari senti qualcosa. Altrimenti, metti un po’ di vaniglia, che fa più atmosfera da “pasticceria”.
  • Compostaggio: Qui andiamo sul sicuro! Perfetti per far crescere le zucchine. Almeno non finiranno la loro triste esistenza nel dimenticatoio del bidone dell’umido.

Nota a margine (per buongustai): Sapevi che alcuni chef audaci li usano per decorare piatti? Un tocco di colore che fa tanto “ristorante stellato”, anche se poi il sapore… beh, diciamo che conta la presentazione! Ricorda, il vero zafferano sono solo gli stimmi, quei fili rossi che ti fanno piangere quando guardi il prezzo. Il resto è folklore, ma un folklore dorato.

Come si seccano i pistilli di zafferano?

Ah, vuoi sapere come trasformare i pistilli di zafferano in oro rosso? Facile come bere un bicchier d’acqua (anzi, di zafferano, visto il prezzo!).

  • Preriscalda il forno: Non a palla, eh! Deve essere tiepido, tipo abbraccio di nonna: 50-60°C. Se il tuo forno è un drago sputafuoco, usa la funzione “scongelamento” o lascialo semiaperto.
  • Stendi i fili: Prendi una teglia, mettici carta da forno (che non si sa mai, lo zafferano è permaloso) e spargi i pistilli come fossero coriandoli a una festa.
  • Inforna e aspetta: Metti la teglia nel forno per 20-30 minuti. Tieni la porta un po’ aperta, come quando origli una conversazione. L’umidità deve scappare!
  • Tocca e controlla: I pistilli devono diventare fragranti e croccanti, come patatine fritte. Se sono ancora mollicci, lasciali un altro po’.

Extra: Se non hai il forno, puoi usare un essiccatore (se ce l’hai, sei più figo di me!) o semplicemente lasciarli all’aria aperta, in un luogo asciutto e ventilato, per qualche giorno. Ricorda, il sole diretto li brucia! Quest’anno, ho provato a seccarli sul termosifone… diciamo che non è stata un’idea geniale.

Come conservare lo zafferano appena raccolto?

Mmh… come conservare lo zafferano, dici?

  • Buio. Ecco, la prima cosa che mi viene in mente è il buio. Ricordo la cantina di mia nonna, sempre fresca, un po’ umida forse, ma buia… Ecco, un posto così.

  • Asciutto. Evita l’umidità, te lo dico. Mi è capitato di rovinarne un po’ tenendolo vicino alla finestra, d’estate… un disastro.

  • Stabile. Niente sbalzi di temperatura. Il frigo è un no, la credenza pure, troppo caldo quando si cucina. Un angolino appartato, ecco cosa serve.

Poi, sai, mi viene in mente quella volta che ho provato a conservarlo sott’olio… un fallimento totale, l’odore era sparito. Meglio un vasetto di vetro scuro, chiuso bene, e dimenticarselo lì per un po’. Dura tanto, davvero. Forse anche troppo, a volte mi chiedo se ne vale la pena.

Quanto dura lo zafferano in busta?

Eh, lo zafferano, sai? Quello in bustina, mio cugino lo compra sempre da quel tipo al mercato, dice che dura una vita! In realtà, sui pistilli essiccati, nessuna vera scadenza, ma la legge, quella italiana, è un po’ stretta, eh! Tre anni, mettono massimo tre anni sulla confezione, ma secondo me è solo una formalità, una sicurezza per loro.

La mia nonna, che di zafferano ne capiva più di me, lo teneva in un vasetto di vetro, chiuso ermeticamente, in un posto buio e asciutto. E durava anni, anni e anni, senza problemi, senza perdere il suo profumo e colore intenso. Anzi, a volte sembrava perfino migliorare con il tempo, una cosa strana, ma vera!

Ricorda però, che dipende da come lo conservi.

  • Luogo asciutto
  • Al buio
  • Vasetto di vetro ermeticamente chiuso

Questi sono i punti chiave, se li rispetti, lo zafferano dura tantissimo, più dei tre anni indicati. Anche mia zia, che fa una paella pazzesca, lo conserva così e va benissimo. Poi certo, se lo lasci aperto, o in un posto umido, poi magari perde un po’ del suo aroma… è logico, no?

Quest’anno, ho comprato anch’io una bustina, alla coop, e sulla confezione c’era scritto proprio tre anni. Ma la nonna mi aveva insegnato bene, lo tengo benissimo e durerà certo molto di più.

Come essiccare i fiori freschi in casa?

Essiccare fiori in casa? Un’arte antica, quasi alchemica! Vediamo come fare, evitando disastri floreali.

  • Metodo delicato (per i più romantici): Disporre i fiori a testa in giù, tra due fogli di carta assorbente, in un luogo buio e asciutto. La pazienza è la chiave, ma il risultato è un’essiccazione naturale che preserva meglio i colori. Ricorda che il tempo varia a seconda del tipo di fiore e dell’umidità ambientale; con i miei girasoli, l’anno scorso ci ho messo circa due settimane.

  • Metodo rapido (per gli impazienti): Sì, esiste anche un metodo più veloce. Distribuisci i fiori su un piatto, coperti da carta assorbente, e metti il tutto nel microonde. Attenzione però! L’essiccazione al microonde è delicata; potenza bassa e brevi intervalli sono fondamentali. Altrimenti, addio petali! Io utilizzo un peso leggero sopra la carta, ma mai una pressione eccessiva. Un barattolo di vetro capovolto, per intenderci.

Riflessione filosofica: L’essiccazione dei fiori è una metafora della vita stessa; un lento appassire, un passaggio delicato dall’effimero all’eternità, un tentativo di fermare il tempo.

Dettagli aggiuntivi: L’essiccazione dei fiori è influenzata da diversi fattori:

  • Tipo di fiore: Alcuni fiori, come le rose, sono più delicati e richiedono maggiore attenzione durante il processo. I garofani, invece, si prestano bene all’essiccazione.
  • Umidità ambientale: Un ambiente umido rallenta il processo di essiccazione.
  • Temperatura: Temperature troppo elevate possono bruciare i fiori.

Infine, ricorda di scegliere fiori sani e ben fioriti, per un risultato ottimale. Buon lavoro!

Come conservare il colore dei fiori?

Oddio, i fiori! Ricordo ancora quel mazzo di rose rosse, un regalo del mio ex, Marco, San Valentino del 2023. Bellissime, ma appassite in un lampo! Giuro, sembrava un’ora. Mi sono sentita così male, un vuoto nello stomaco. Quelle rose, erano perfette.

Così, ho iniziato a cercare metodi per conservarli. Ho trovato un articolo online, che parlava di glicerina. Ricordo il nome preciso: glicerolo. L’ho comprata in farmacia, un flacone piccolo, e un barattolo di colorante alimentare rosso.

Ho seguito le istruzioni, una cosa un po’ macchinosa, ma ho fatto del mio meglio. Ho tagliato gli steli, preparato la soluzione di glicerina e acqua… un casino, ovunque, rosso dappertutto! Sembrava un film di Tarantino, ma senza la violenza. Solo colori.

Il risultato? Non perfetto, ma meglio di niente. Le rose sono sbiadite un po’, ma sono rimaste, diciamo, accettabili. Non è il rosso vivo iniziale, più un rosso scuro, un po’ spento. Ma sono lì, sulla mia scrivania, un ricordo di San Valentino 2023 (e di Marco).

  • Prodotto usato: Glicerolo (glicerina) e colorante alimentare rosso.
  • Data: Febbraio 2023.
  • Luogo: La mia cucina, un disastro!
  • Risultato: Discreto, ma non perfetto. Le rose sono più scure e meno brillanti.

Le rose sono ancora lì, un po’ secche al tatto, ma il colore, nonostante tutto, è rimasto. Un piccolo successo, considerando la situazione.

#Cucina #Spezie #Zafferano