Quali possono essere i difetti del panettone?

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Il panettone, secondo questo giornalista, presenta diversi difetti: eccessiva dolcezza, consistenza pesante e secca, cottura eccessiva e una qualità che migliora solo a primavera, quando diventa un pesante budino al burro.
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Il Panettone: un’Ode all’Imperfezione?

Il panettone, simbolo indiscusso delle festività natalizie, gode di un’aura di sacralità quasi inattaccabile. Eppure, dietro la patina dorata di questo dolce lievitato, si celano delle fragilità, dei difetti che, a seconda del palato e delle aspettative, possono trasformarsi da peccati veniali in veri e propri delitti gastronomici. Superato il momento magico dell’apertura della confezione, quando il profumo di vaniglia e agrumi inebria l’aria, spesso ci si trova a confrontarsi con una realtà meno idilliaca.

Uno dei peccati capitali del panettone è, senza dubbio, l’eccessiva dolcezza. Un’ondata zuccherina che può sopraffare il palato, mascherando le delicate note degli aromi naturali e lasciando un retrogusto stucchevole e persistente. Questa dolcezza, spesso accentuata da una scorza d’arancia candita eccessivamente zuccherina, rende il panettone un’esperienza sensoriale talvolta stancante, adatta solo a chi ama un’intensità zuccherina davvero estrema.

Un altro difetto comune è la consistenza, che può oscillare tra un’eccessiva pesantezza e una secchezza disarmante. Un panettone ben lievitato dovrebbe essere soffice e arioso, con una mollica che si scioglie in bocca. Invece, troppo spesso, si presenta compatto, quasi gommoso, oppure, al contrario, secco e sbricioloso, richiedendo abbondanti dosi di latte o caffè per essere apprezzato. Questa variabilità, legata spesso ad una non perfetta gestione della lievitazione e della cottura, rappresenta un grave limite per un prodotto che ambisce all’eccellenza.

La cottura, poi, è un capitolo a parte. Un panettone cotto troppo a lungo perde la sua umidità naturale, diventando duro e asciutto. Al contrario, una cottura insufficiente può compromettere la lievitazione e la struttura del dolce, rendendolo pesante e poco digeribile. È un sottile equilibrio, quello tra una cottura perfetta e un disastro culinario, che richiede esperienza e maestria da parte del fornaio.

Infine, la controversa questione della “migliorìa” primaverile. Secondo alcuni, il panettone, lasciato riposare, si trasforma in una sorta di pesante budino al burro, un’esperienza gastronomica decisamente differente, quasi un dolce completamente nuovo. Per altri, invece, questa trasformazione rappresenta la definitiva conferma dei suoi difetti iniziali, una degenerazione che porta all’appiattimento delle note aromatiche e ad una consistenza eccessivamente umida e poco gradevole.

In conclusione, il panettone, pur essendo un classico intramontabile, non è immune da difetti. La qualità varia notevolmente da produttore a produttore, e anche all’interno della stessa produzione si possono riscontrare delle discrepanze. La ricerca di un panettone perfetto, soffice, profumato e dal giusto equilibrio di dolcezza, rimane dunque un’avventura, una caccia al tesoro che premia chi sa riconoscere e apprezzare le sfumature di questo dolce, anche nella sua imperfetta perfezione.