Quando bisogna svinare il mosto?

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La svinatura, pratica enologica distintiva dei vini rossi (per i bianchi si preferisce la sgrondatura), avviene in tempi variabili rispetto alla fermentazione primaria, che dura circa 7-10 giorni. Il momento esatto dipende dal profilo desiderato del vino: può avvenire durante o al termine della fermentazione alcolica, in base alle scelte del produttore.

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Il Momento Perfetto per la Svinatura: Un Equilibrio tra Arte e Scienza Enologica

La svinatura, un passaggio cruciale nella vinificazione in rosso, rappresenta un momento di grande decisione per l’enologo. Non è una semplice procedura meccanica, bensì un intervento delicato che influenza profondamente il carattere del vino, modulandone l’intensità aromatica, la struttura tannica e il potenziale di invecchiamento. A differenza della sgrondatura, utilizzata per i vini bianchi per separare immediatamente il mosto dalle vinacce, la svinatura nei rossi assume un ruolo molto più complesso, intrecciandosi indissolubilmente con il processo di fermentazione alcolica.

La tempistica della svinatura non è scolpita nella pietra. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non esiste una “ricetta” univoca. Piuttosto, l’enologo, forte della sua esperienza e consapevole degli obiettivi enologici, osserva attentamente l’evoluzione del mosto, analizzandone i parametri chimici e gustativi. La durata della fermentazione primaria, generalmente stimata tra i 7 e i 10 giorni, funge da punto di riferimento, ma il vero indicatore è l’assaggio quotidiano, l’olfatto allenato e l’analisi di laboratorio.

Svinatura Precoce: Un Vino Fresco e Fruttato

Anticipare la svinatura, effettuandola prima del completamento della fermentazione alcolica, può essere una scelta strategica per ottenere un vino più fresco e fruttato. In questo caso, si interrompe l’estrazione dei tannini dalle bucce, ottenendo un vino con una minore astringenza e una maggiore vivacità. Questa tecnica è spesso adottata per vini giovani, da consumarsi in tempi brevi, dove la complessità tannica non è l’obiettivo primario. Immaginiamo un giovane Merlot, vibrante di aromi di ciliegia e mora, perfetto per accompagnare carni bianche o formaggi freschi.

Svinatura Tardiva: Un Vino Strutturato e Complesso

Ritardare la svinatura, prolungando la macerazione del mosto sulle vinacce anche dopo il termine della fermentazione alcolica, permette una maggiore estrazione di colore, aromi e, soprattutto, tannini. Questo approccio mira a creare vini più strutturati, potenti e longevi, capaci di evolvere positivamente nel tempo. Il vino, arricchito da una maggiore concentrazione di polifenoli, acquisisce una complessità aromatica superiore, con note di spezie, cioccolato e tabacco che si fondono armoniosamente con la frutta. Pensiamo ad un Cabernet Sauvignon, intenso e profondo, che necessita di anni di affinamento per esprimere al meglio il suo potenziale.

Oltre la Fermentazione Alcolica: La Macerazione Post-Fermentativa

In alcuni casi, si opta per una macerazione prolungata, detta post-fermentativa, che può durare da qualche giorno a diverse settimane. Questa tecnica, rischiosa se non attentamente monitorata (per il rischio di sviluppo di batteri indesiderati), permette di affinare ulteriormente il profilo tannico, ammorbidendo l’astringenza e favorendo la polimerizzazione dei tannini, rendendoli più rotondi e piacevoli al palato.

L’Arte dell’Osservazione e l’Importanza dell’Esperienza

In definitiva, la scelta del momento perfetto per la svinatura è un’arte, alimentata dalla scienza enologica e guidata dall’esperienza. L’enologo, come un artista, ascolta il mosto, interpreta i suoi segnali e decide, con saggezza, quando separarlo dalle vinacce, consapevole che quel gesto determinerà il destino del vino, plasmando il suo carattere unico e inconfondibile. La svinatura non è una fine, ma un nuovo inizio, un trampolino di lancio verso l’affinamento e la maturazione, fino a raggiungere l’espressione finale di un grande vino rosso.

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