Quanti kW consuma un ristorante?
Mamma mia, 26mila kWh allanno per un ristorante medio? Mi sembra una cifra spaventosa! Dipende ovviamente dalla grandezza, dalle attrezzature (forni, frigoriferi, ecc.) e dagli orari di apertura, ma otto miliardi di kWh per tutti i ristoranti dItalia... è unenormità che fa riflettere sullimpatto ambientale. Spero che presto si investa di più nelle energie rinnovabili per ridurre questo consumo, altrimenti il conto alla fine del mese sarà davvero salato, e non solo per i ristoratori!
Quanti kW consuma un ristorante? Un piatto ricco di consumi energetici!
Mamma mia, che domanda! Non esiste una risposta semplice a quanti kW consuma un ristorante. È come chiedere “quanto pesa un elefante?” – dipende dall’elefante! Un piccolo bistrot in un paesino tranquillo consumerà decisamente meno di un ristorante stellato con cucina a vista, forno a legna e sala climatizzata in una metropoli. Ma possiamo provare a fare un po’ di chiarezza, sviscerando la questione e cercando di capire meglio quali sono i fattori in gioco.
Quella cifra di 26.000 kWh all’anno per un ristorante medio, che ho letto da qualche parte, mi ha lasciato di stucco. Sembra un po’ alta, ma non del tutto inverosimile. Ricordo che un’analisi dell’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) del 2019, pur non fornendo una media precisa per i ristoranti, stimava un consumo energetico medio annuo per le attività di ristorazione nell’ordine delle decine di migliaia di kWh. Il dato, ovviamente, è una generalizzazione, e varia enormemente in base a vari fattori:
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Metratura: Un ristorante grande con ampie sale e cucine estese consumerà ovviamente molto più di un locale piccolo e intimo. Più spazio da riscaldare/raffreddare, più illuminazione, più attrezzature.
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Tipo di cucina: Un ristorante che si basa su cotture al forno a legna avrà un consumo diverso (e probabilmente inferiore in termini di elettricità) rispetto a uno che utilizza solo forni elettrici, piastre a induzione e forni a microonde. Un forno elettrico professionale, ad esempio, può consumare anche 10 kW durante la cottura!
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Attrezzature: I frigoriferi, le celle frigorifere, le lavastoviglie industriali, i congelatori sono veri e propri “mangiatori” di energia. La classe energetica delle apparecchiature è fondamentale: passare da una classe A+ a una A+++ può fare una differenza considerevole nel lungo periodo.
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Orari di apertura: Un ristorante aperto solo a cena consumerà meno di un locale aperto tutto il giorno, sette giorni su sette.
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Sistemi di climatizzazione: Riscaldamento e raffrescamento rappresentano una quota significativa del consumo energetico, soprattutto nei mesi più freddi e caldi. Un impianto efficiente, con un buon isolamento termico del locale, è essenziale.
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Illuminazione: L’illuminazione a LED, rispetto a quella tradizionale, permette un notevole risparmio energetico.
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Altre attrezzature: Macchine per il caffè, tostapane, frullatori, ecc., contribuiscono, seppur in misura minore, al consumo complessivo.
Otto miliardi di kWh per tutti i ristoranti d’Italia… È un numero impressionante che evidenzia quanto sia importante affrontare il problema dell’efficienza energetica in questo settore. E, come giustamente sottolinei, l’impatto ambientale è significativo. Spero davvero che incentivi per l’adozione di energie rinnovabili (pannelli solari, ad esempio) e per la sostituzione di apparecchiature obsolete con altre a maggiore efficienza energetica vengano implementati e supportati. Il conto in bolletta, alla fine, è solo la punta dell’iceberg; il vero costo è ambientale e sociale. Investire in sostenibilità è un investimento nel futuro, per i ristoratori e per il pianeta.
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