Chi paga il professionista nel Superbonus?
Il Tribunale di Monza ha stabilito che il professionista incaricato per pratiche Superbonus deve essere retribuito per il lavoro svolto (progettazione, amministrazione), anche se il condominio rinuncia successivamente ai lavori. La sentenza 3106/2024 tutela quindi il diritto al compenso del tecnico, indipendentemente dalleffettiva realizzazione degli interventi edilizi.
Superbonus e Professionisti: Chi Paga il Conto se il Progetto Salta? La Sentenza di Monza Fa Chiarezza.
Il Superbonus, con la sua complessa architettura normativa e le allettanti opportunità di riqualificazione energetica, ha generato un boom di richieste e un coinvolgimento massiccio di professionisti del settore edile. Architetti, ingegneri, geometri e altri tecnici si sono fatti carico di progettazione, direzione lavori, pratiche amministrative e asseverazioni, attività fondamentali per accedere all’agevolazione fiscale. Ma cosa succede se, dopo l’avvio di queste attività, il condominio, per un motivo o per l’altro, decide di rinunciare ai lavori? Chi paga il professionista per il lavoro già svolto?
La risposta, spesso fonte di incertezza e contenzioso, arriva ora con una pronuncia netta del Tribunale di Monza, che con la sentenza 3106/2024 ha sancito un principio fondamentale: il professionista incaricato per le pratiche Superbonus ha diritto al compenso per il lavoro svolto, indipendentemente dall’effettiva realizzazione degli interventi edilizi.
Questa sentenza rappresenta una boccata d’aria fresca per i professionisti, spesso lasciati in balia delle decisioni dei condomini, con il rischio di non vedere riconosciuto il proprio lavoro e il proprio impegno. La pronuncia di Monza sottolinea che l’incarico professionale, una volta conferito e accettato, genera un vincolo contrattuale che obbliga il committente (il condominio, in questo caso) a corrispondere il compenso pattuito, anche se i lavori non vengono portati a termine.
Il ragionamento alla base della sentenza è semplice e lineare: il professionista, nel momento in cui accetta l’incarico, mette a disposizione la propria competenza e il proprio tempo per la redazione di progetti, la predisposizione di pratiche amministrative e l’espletamento di tutte le attività necessarie per l’ottenimento dei benefici fiscali. Questo lavoro, intrinsecamente legato al Superbonus, genera un valore, indipendentemente dal successivo ripensamento del condominio.
La sentenza di Monza, quindi, tutela il diritto al compenso del tecnico, salvaguardandolo da decisioni unilaterali e potenzialmente pregiudizievoli da parte del committente. Questo non significa che il professionista abbia diritto all’intero compenso pattuito fin dall’inizio, ma che debba essere remunerato in base all’effettivo lavoro svolto, in relazione alle fasi del progetto portate a termine prima della rinuncia ai lavori.
Implicazioni Pratiche e Consigli Utili
Questa sentenza, sebbene circoscritta al caso specifico, rappresenta un importante precedente che potrà essere invocato in situazioni simili. È fondamentale, quindi, che i professionisti pongano particolare attenzione alla redazione del contratto di incarico professionale, specificando in modo chiaro e dettagliato:
- L’oggetto dell’incarico: definire con precisione le attività che rientrano nell’incarico professionale, distinguendo le diverse fasi del progetto (progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, direzione lavori, etc.).
- Il compenso: indicare in modo trasparente il compenso totale previsto per l’incarico e le modalità di calcolo per le singole fasi, prevedendo anche una clausola specifica per il caso di interruzione anticipata dei lavori.
- Le responsabilità: delimitare chiaramente le responsabilità del professionista e del committente, specificando le eventuali cause di risoluzione del contratto.
Inoltre, è consigliabile che il professionista tenga una documentazione accurata di tutte le attività svolte, conservando copie di progetti, pratiche amministrative, comunicazioni con il condominio e qualsiasi altro elemento utile a dimostrare l’effettivo lavoro svolto.
In conclusione, la sentenza del Tribunale di Monza rappresenta un passo importante nella tutela dei diritti dei professionisti coinvolti nel Superbonus, ribadendo il principio che il lavoro va remunerato, anche se i progetti, per svariati motivi, non vedono la luce. Una maggiore chiarezza contrattuale e una documentazione accurata sono gli strumenti migliori per evitare controversie e tutelare il proprio operato.
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