Come funziona lo sconto IMU per il canone concordato?
A partire dal 2019, non è più necessario dichiarare ai fini IMU/TASI gli immobili affittati con canone concordato. Questa semplificazione si estende anche agli immobili concessi in comodato duso gratuito a genitori o figli, e, in caso di decesso del comodatario, anche al coniuge con figli minori.
Addio alla dichiarazione IMU per gli immobili a canone concordato: una semplificazione finalmente definitiva?
Dal 2019, la dichiarazione IMU (Imposta Municipale Proprietà Edilizia) per gli immobili concessi in locazione con canone concordato è diventata un ricordo. Questa importante semplificazione, inizialmente accolta con favore dai contribuenti, necessita tuttavia di un’analisi più approfondita per comprendere appieno le sue implicazioni e per dissipare eventuali dubbi residui.
La norma, introdotta per snellire gli adempimenti fiscali, ha eliminato l’obbligo di dichiarare all’Agenzia delle Entrate gli immobili dati in affitto con canone determinato secondo gli accordi previsti dalle convenzioni stipulate tra le organizzazioni sindacali dei proprietari e degli inquilini. Questo significa che proprietari di appartamenti, negozi o altri immobili locati a canone concordato non devono più inserire tali unità immobiliari nella dichiarazione IMU, evitando così la compilazione di moduli e la successiva trasmissione telematica.
Questa semplificazione si estende, con un’ulteriore nota positiva, anche agli immobili concessi in comodato d’uso gratuito a genitori o figli. Un’agevolazione significativa che alleggerisce il carico burocratico per le famiglie italiane, spesso alle prese con complesse dinamiche patrimoniali e familiari. La norma, inoltre, prevede una specifica tutela per i casi di decesso del comodatario: il coniuge superstite, qualora abbia figli minori, beneficia anch’esso dell’esenzione dalla dichiarazione IMU per l’immobile oggetto del comodato.
Tuttavia, è fondamentale ricordare che l’esenzione dalla dichiarazione IMU non implica l’esenzione dal pagamento dell’imposta stessa. Il proprietario dell’immobile continua a essere tenuto al pagamento dell’IMU, calcolata sulla base del valore catastale dell’immobile, ma con la significativa semplificazione di non dover più segnalare l’immobile nella propria dichiarazione. Questo aspetto è cruciale per evitare fraintendimenti e possibili sanzioni.
In conclusione, l’abolizione dell’obbligo di dichiarare gli immobili a canone concordato rappresenta un passo avanti verso una maggiore semplificazione del sistema fiscale italiano. Se da un lato alleggerisce il peso burocratico sui contribuenti, dall’altro richiede una precisa comprensione delle norme per evitare errori e garantire il corretto adempimento degli obblighi fiscali. L’attenzione alla corretta applicazione della legge rimane quindi fondamentale, sia per i proprietari che per i professionisti del settore, per sfruttare appieno i benefici di questa semplificazione senza incorrere in spiacevoli conseguenze.
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