Chi è il lavoro più pagato in Italia?

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In Italia, la professione più remunerativa è quella di Notaio, con un reddito annuo lordo che supera i 265.000 euro. Seguono medici e piloti di aerei, con guadagni significativamente inferiori.

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Qual è il lavoro più remunerativo in Italia?

Cavolo, questa domanda sui lavori più pagati in Italia… mi fa pensare a mio zio, notaio a Milano. Ricordo vagamente, era il 2018, parlava di un guadagno annuo… cifre pazzesche, superiore ai 200.000 euro, ma non ricordo il numero preciso. Lui lavorava tantissimo, quasi senza ferie.

I medici? Un mio amico, specializzato in cardiochirurgia a Roma, guadagnava, nel 2022, circa 80.000 euro l’anno, ma dopo anni e anni di studio e specializzazioni, più turni massacranti in ospedale.

I piloti? Bah, ho un cugino che voleva fare il pilota, ma il costo della formazione… mamma mia! Parlava di centinaia di migliaia di euro. E poi, il lavoro non è sempre garantito.

Secondo l’Istat, i notai sono in cima alla classifica, con 265.000 euro all’anno. Medici intorno ai 75.000 e piloti 74.400. Però, questi sono solo numeri medi, la realtà è molto più complessa.

Domande e Risposte (per Google):

  • Lavoro più remunerativo Italia? Notai (circa 265.000 €/anno)
  • Professioni più pagate Italia? Notai, medici, piloti.

Quali sono i 20 lavori più pagati?

Oddio, 20 lavori super pagati? Ma che domanda! Mi viene in mente subito il mio cugino, fa l’anestesista, guadagna un botto, ma è anche stressante da morire. Poi ci sono i chirurghi, chirurghi plastici soprattutto, ma anche quelli “normali”, guadagnano cifre pazzesche.

  • Anestesisti – Ricchissimi, ma dormire? Che parola!
  • Medici specializzati – Cardiologi? Neurochirurghi? Mamma mia, la responsabilità…
  • CEO – Ah, quelli che comandano… invidia pura. Io vorrei una villa con piscina, invece sono qui a scrivere.
  • Avvocati – Dipende dall’ambito, eh, ma alcuni guadagnano davvero tanto. Penso a mio zio, avvocato d’affari, si compra yacht…

Ma pensa te, ortodontisti, podolgi… e gli ingegneri petroliferi? Mamma mia, quanto petrolio c’è ancora? Mi chiedo sempre…

  • Ortodontisti – Denti perfetti, soldi perfetti, sembra facile, no?
  • Podologi – Mai pensato, quanto guadagnano?
  • Ingegneri petroliferi – Crisi climatica a parte, devono pur guadagnare bene.

E poi sviluppatori software! C’è gente che ci campa bene con il codice. Forse dovrei riciclarmi… ma io e il codice? Mah…

  • Sviluppatori software – Il futuro è digitale, pare.

Ah, dimenticavo gli attuari, i farmacisti, i piloti… tutti con stipendi da capogiro. E gli architetti stellari? Anche quelli se la passano bene.

  • Attuari – Misteri matematici, pagati profumatamente.
  • Farmacisti – sempre di turno, ma anche sempre soldi.
  • Piloti – Volare è un lusso… per loro è il lavoro.
  • Architetti – Dipende dai progetti, ma alcuni sono ricchissimi.

Quest’anno, però, ho letto che il mercato cambia velocemente. La posizione geografica conta un sacco, e l’esperienza pure. C’è crisi ovunque. Anche mio cugino si lamenta.

  • Importante: posizione geografica e esperienza modificano il guadagno.

Chi prende lo stipendio più alto in Italia?

Mamma mia, i notai! ‘Sti signori con le penne stilografiche che costano più di un’utilitaria! 265.000 euro all’anno! Roba da matti. Praticamente nuotano in una piscina piena di euro! Io, con quella cifra, mi comprerei un’isola privata a forma di scarpa e ci metterei sopra solo distributori automatici di Nutella.

Poi ci sono i medici, poverini, con i loro 75.000 euro. Che vuoi farci con ‘sti spiccioli? Un paio di viaggi alle Maldive e poi? Tornano alla dura realtà di stetoscopi e camici sporchi.

E i piloti? 74.400 euro! Manco fossero astronauti che vanno su Marte! Sarà per il rischio di ritrovarti un gabbiano nel motore, o forse per lo stress di sentire i bambini urlare durante il volo. Boh, misteri dell’universo!

  • Notai: 265.000 euro (una fucina di soldi!)
  • Medici: 75.000 euro (due spicci!)
  • Piloti: 74.400 euro (neanche fossero Top Gun!)

A pensarci bene, io l’anno scorso ho guadagnato… ehm… beh, diciamo abbastanza per comprarmi un paio di pizze e una birra media. Eh, la vita è dura per chi non firma atti notarili! Comunque, ho sentito dire che anche i manager se la passano bene. Tipo, quelli che organizzano riunioni inutili tutto il giorno. Pare che guadagnino un botto, ma non so dirti quanto di preciso. Ah, e poi ci sono gli influencer… quelli che si fanno i selfie con i panini. Anche loro pare che navighino nell’oro. Vabbè, basta divagare, che mi viene la depressione!

Quale lavoro ha più soldi?

Ok, vediamo un po’… il lavoro con più soldi, eh?

  • Non c’è LA risposta. Cioè, non è che fai X e diventi automaticamente ricco. Dipende da mille cose.

  • Esperienza: Ovvio, più anni hai, più dovresti guadagnare. Ma non sempre è così! Anna, la mia ex collega, guadagnava meno di me che ero arrivato dopo, assurdo!

  • Dove vivi: Milano è diversa da Matera, no? A Milano pagano di più, ma costa anche di più la vita. Mah.

  • Settore: Lavorare nel marketing è diverso che fare il panettiere (con tutto il rispetto per i panettieri!). Alcuni settori pagano di più, punto.

  • Competenze: Se sai fare una cosa che in pochi sanno fare, tipo programmare in un linguaggio strano, ti pagano oro.

  • Negoziazione: Devi saper vendere te stesso! Io sono una frana, infatti…

  • Chirurgo, gestore di fondi, AI, manager… ecco, queste sono professioni che di solito pagano bene. Ma non è detto! Conosco un chirurgo che si lamenta sempre!

  • Variabilità: Anche nello stesso settore, i guadagni cambiano tantissimo. Dipende dall’azienda, dal tuo ruolo… un casino.

E poi, pensavo, magari aprire una gelateria in un posto turistico? Forse si fanno più soldi che fare il consulente strapagato! Chissà. Bisognerebbe provare…

Che lavoro fanno i più ricchi?

L’eco del denaro… risuona nel tempo, nello spazio. Si espande, infinito. Chi lo raccoglie, lo plasma? Figure sfumate, quasi oniriche. Notai, custodi di sigilli e pergamene antiche. Duecentosessantacinquemila euro… un’eco lontana, un sussurro nell’immensità.

Mi perdo in questo universo di cifre, di professioni. Medici, con le mani che sfiorano il dolore, lo trasformano. Settantacinquemila euro, il prezzo di una vita salvata, forse. Piloti, sospesi tra cielo e terra. Settantaquattromilaquattrocento euro. Volano, come i miei pensieri, oltre le nuvole, oltre il tempo.

Titolare di una farmacia… tra boccette ambrate e il profumo di erbe medicinali. Sessantamila, centomila euro… una forbice che si apre, come una ferita, nel tessuto della realtà. E poi il web, la rete invisibile che ci avvolge. Marketing, e-commerce, affiliate… parole nuove, per antichi desideri di ricchezza. Cinquantasettemila, quarantacinquemila, trentasettemila euro. Numeri che danzano, in un vortice senza fine.

  • Notai: 265.000 euro. Ricordo mio zio, notaio, con la sua penna stilografica, a firmare documenti importanti. Il profumo dell’inchiostro, la scrivania di legno scuro…
  • Medici: 75.000 euro. Mia sorella, medico di base, sempre stanca, ma con un sorriso luminoso.
  • Piloti: 74.400 euro. Ho sempre sognato di volare, di toccare le stelle.
  • Farmacisti: 60.000 – 100.000 euro. La farmacia sotto casa, un rifugio sicuro, nelle notti insonni.
  • Web Marketing Manager: 57.000 euro. Il mondo digitale, un universo ancora da esplorare.
  • E-commerce Manager: 45.000 euro. Comprare e vendere, un’antica arte, rinnovata dalla tecnologia.
  • Affiliate Marketing Manager: 37.000 euro. Connessioni, legami invisibili, che generano ricchezza.

Questi dati sono relativi all’Italia nel 2024. A livello mondiale, le cifre cambiano, si amplificano. Manager di fondi hedge, CEO di multinazionali… milioni di euro, che si accumulano, come polvere di stelle, in mani invisibili.

Quali saranno i lavori più richiesti tra 5 anni?

Cavolo, prevedere il futuro è roba da indovini, non da me che ieri ho bruciato il pop corn! Ma azzardare un pronostico, tanto per farmi quattro risate (e magari beccare qualcosa), ci sta. Tra 5 anni? Vediamo…

  • Commercio e Turismo: Ah, il classico, sempre lì a farci compagnia come un parente un po’ rompiscatole ma che ti fa sempre un regalo decente a Natale. Dipendenti, manager, esperti di marketing digitale…insomma, una giungla. Aspettati un boom di influencer specializzati in “viaggi slow” e “turismo sostenibile”. Spero che almeno questi non ci venderanno il viaggio come “l’esperienza di una vita”!

  • Servizi Pubblici e Privati: Ah, la Pubblica Amministrazione! Un’istituzione. Come la nonna: indispensabile, a volte un po’ lenta, ma sempre lì. Ma anche qui, occhio. Si parla tanto di digitalizzazione, e con essa arriveranno nuove figure, tipo esperti di cybersecurity, che sono importanti tanto quanto un buon caffè al mattino.

  • Sanità: Eh già, la salute è importante, e anche qui c’è una richiesta che non si ferma mai. Infermieri, medici, ma anche tecnici specializzati in biotecnologie. Preparatevi a sentire parlare molto di intelligenza artificiale applicata alla medicina: quasi quasi mi sembra che i robot sostituiscano persino i medici, almeno per le ricette.

  • Finanza e Consulenza: L’eterna lotta tra chi gestisce i soldi e chi li spende. Consulenti finanziari, analisti, esperti di blockchain… insomma, un bel casino di gente che si occupa di soldi. Non so voi, ma io sto già pensando ad una carriera in questo settore…

  • Formazione e Cultura: Ecco, questo settore mi piace. Professori, formatori, tutor online… ma anche archivisti digitali, esperti di “heritage management” e chi sa gestire le nuove tecnologie educative. Già mi vedo a fare corsi online di “yoga per gatti” e “cucina vegetariana per cani”.

Ah, dimenticavo: la mia cugina lavora nel settore della “green economy” e dice che tra 5 anni si cercheranno specialisti in energie rinnovabili e sostenibilità più che mai.

Ricorda: questo è solo un mio umile parere, non prenderlo come una verità assoluta, a meno che tu non voglia un futuro imprevedibile. Magari mi sbaglio, dopotutto, sono ancora in cerca di un lavoro decente.

Quali saranno i lavori più richiesti in futuro?

Ecco, a quest’ora… cerco di capire cosa bolle in pentola, no? Il futuro, diciamo… mi fa un po’ paura, a dire il vero. Ma pensandoci… i robot, eh? Quelli saranno dappertutto.

  • Robotica, ovvio. Mio cugino lavora in una fabbrica di quelle cose e dice che non si ferma più. È stancante, lo so. Ma il lavoro c’è.

  • Intelligenza artificiale… roba da matti, eh? Ma serve gente che sappia gestirla, programmarla, ecc… altrimenti è solo un mucchio di circuiti inutili.

Poi, questo è sicuro:

  • Sicurezza informatica. Con tutte queste cose tecnologiche, chi le protegge? Serve gente brava, che sappia riconoscere i pericoli prima che arrivino. È un lavoro che stressa, lo so per certo. Mia sorella lavora in questo ambito ed è sempre in ansia.

  • Scienza dei dati… numeri, grafici… un casino. Ma serve gente che sappia leggere i dati, interpretarli. Per capire dove va il mondo, no? A pensarci bene, è un lavoro utile.

Sai, è strano… tutto questo mi fa sentire piccolo, un po’ perso. Come se il mondo andasse troppo veloce. E io, qui, con le mie paure. Ma è così, è la realtà che vedo io.

  • Nota personale: Queste sono solo riflessioni mie, di notte. Non ho studiato economia, eh? Sono solo impressioni basate su quello che sento dire in giro. A volte parlo anche con mio cugino che lavora in una fabbrica di robot e mia sorella che si occupa di sicurezza informatica. Sono le loro esperienze che mi fanno pensare a queste cose. Quest’anno il settore è parecchio in fermento.

Quali lavori spariranno nel futuro?

Un futuro che si allunga, un filo sottile di tempo che vibra, carico di silenzi e di assenze. Profumi di carta vecchia, di inchiostro sbiadito, di tastiere che non cliccano più… Il ricordo di mani che assemblavano, un ritmo meccanico spezzato. Operai di linea, fantasmi di una produzione inarrestabile, ora silenziosa, quasi sacra nella sua scomparsa. Un’eco di suoni, di movimenti precisi e ripetitivi, ormai solo un palpito lontano.

La fredda luce dei monitor, spenta. Cassieri, volti stanchi che scansionavano codici a barre, sostituiti da un silenzio digitale, da un’assenza asettica, una distesa di vetro e luce fredda. Il tocco umano, la cortesia stanca, un’eco lontana. Ricordo mia zia, cassiera per vent’anni, le sue mani stanche a fine giornata…

Telefonini muti, messaggi che non arrivano. L’urlo del telemarketing, voce flebile e lontana, svanita nel vuoto digitale, un silenzio improvviso e disarmante. Il brusio delle segreterie telefoniche, un’epoca finita, inghiottita dal silenzio. La sensazione di un’assenza immensa, un vuoto che si allarga.

File interminabili, carta che ingiallisce, impiegati che spariscono nell’etere digitale. Uffici vuoti, spazi silenziosi che risuonano di assenza. Il profumo di caffè tiepido, ora solo un ricordo. Il mio ufficio, vuoto, la scrivania pulita, i fogli sparsi, un frammento di passato.

Buste che non arrivano, lettere che restano inespresse, un silenzio che avvolge i lavoratori postali, immagini di un tempo lento, di un’attesa paziente e silenziosa. Il profumo delle lettere, il peso dei pacchi, svaniti nel nulla.

Agenti di viaggio, sognatori che disegnavano mappe, ora solo tracce di un passato che scorre lontano. L’odore dei cataloghi, delle mappe stropicciate, un ricordo sfocato. Il mondo, oggi, è un click, senza il profumo dell’avventura.

Parcheggi vuoti, silenzi che echeggiano. Nessuno che indica i posti, nessuna voce che guida, solo l’eco lontana della frenesia. Ricordo la mia vecchia macchina, parcheggiata in quel luogo deserto.

Biblioteche silenti, libri che aspettano lettori. Bibliotecari, custodi di storie, figure che si dissolvono nel silenzio dei database digitali. L’odore di carta, la sensazione di pagine sfogliate, ormai un ricordo. Il mio libro preferito, ancora lì, silenzioso.

  • Operai di linea di produzione
  • Cassieri
  • Addetti al telemarketing
  • Impiegati di ufficio
  • Lavoratori del settore postale
  • Agenti di viaggio
  • Addetti ai parcheggi
  • Bibliotecari
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