Cosa cambia dal 1 gennaio 2025 per le associazioni?
Dal 10 gennaio 2026, le associazioni saranno soggette a IVA a seguito del differimento stabilito dal decreto legislativo n. 146/2021. La precedente data di entrata in vigore, fissata al 1° gennaio 2025, è stata posticipata. Questo concede un anno aggiuntivo di esenzione dagli adempimenti IVA.
Un anno di respiro: l’IVA per le associazioni rinviata al 1° gennaio 2026
L’applicazione dell’IVA alle associazioni, inizialmente prevista per il 1° gennaio 2025, subisce un rinvio significativo. Grazie al decreto legislativo n. 146/2021, le organizzazioni senza scopo di lucro avranno un anno in più per adeguarsi alle nuove normative, con l’entrata in vigore dell’obbligo fissata al 1° gennaio 2026.
Questa proroga rappresenta un importante respiro per il variegato mondo associativo italiano, che ora potrà dedicare il 2025 alla pianificazione e all’implementazione delle modifiche necessarie per la gestione dell’IVA. Il periodo aggiuntivo consentirà alle associazioni, di qualsiasi dimensione e settore di attività, di affrontare con maggiore serenità e preparazione l’introduzione di questo nuovo onere amministrativo.
La complessità dell’applicazione dell’IVA alle associazioni non va sottovalutata. Molte di esse, soprattutto quelle di piccole dimensioni o con risorse limitate, potrebbero aver necessitato di un periodo più lungo per:
- Adeguare la propria contabilità: L’implementazione di un sistema di registrazione delle fatture emesse e ricevute, nonché la gestione del registro IVA, richiedono competenze specifiche e spesso l’ausilio di consulenti.
- Formarsi adeguatamente: La comprensione delle diverse aliquote IVA applicabili alle diverse attività svolte dall’associazione, nonché delle relative procedure di detrazione e compensazione, richiede un’adeguata formazione.
- Aggiornare lo statuto e i regolamenti interni: Alcuni aspetti dello statuto o dei regolamenti potrebbero necessitare di revisione per essere conformi alle nuove norme fiscali.
- Affrontare i costi aggiuntivi: La gestione dell’IVA comporta costi aggiuntivi legati alla consulenza, alla formazione e all’amministrazione. Questo aspetto è particolarmente rilevante per le realtà con risorse economiche limitate.
Il rinvio al 2026 offre quindi un’opportunità fondamentale per una transizione più graduale e meno traumatica. Le associazioni potranno utilizzare questo tempo per prepararsi adeguatamente, evitando disagi e sanzioni derivanti da una non corretta applicazione delle nuove norme. Si auspica che questo periodo venga sfruttato al meglio per garantire una piena comprensione delle disposizioni e una loro applicazione efficace, preservando così il prezioso contributo che le associazioni forniscono al tessuto sociale italiano. Il governo, da parte sua, dovrebbe garantire la massima chiarezza informativa e supportare le associazioni nel processo di adeguamento, magari attraverso iniziative di formazione e assistenza dedicate.
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