Quale parto è più doloroso, naturale o cesareo?

Ma quale parto è più doloroso? Questa domanda, me la sono posta mille volte, prima, durante e anche dopo aver partorito la mia Beatrice. Sai, è una cosa che ti tormenta, no? Come se si potesse misurare il dolore, come se esistesse una scala per quantificare una cosa così…intima, così profondamente personale.

Il travaglio naturale… beh, ricordo ancora quelle contrazioni, un dolore che ti stringe le budella, ti fa piegare in due, ti lascia senza fiato. Sembrava non finisse mai, ricordo di aver pensato “non ce la farò mai”, davvero. E poi, tra una contrazione e l’altra, quel piccolo spiraglio di speranza, la fiducia, che poi tornava a scemare subito dopo. Un’altalena brutale, tra un’angoscia indescrivibile e una flebile speranza.

Poi, il cesareo. Non l’ho vissuto in prima persona, ma molte amiche sì. E mi hanno raccontato di un dolore diverso, più… contundente, forse? Non so come spiegarlo. Il taglio, la convalescenza lunga e difficile, il fatto di non poter subito stringere il tuo bambino… insomma, un post-partum molto più complesso, dicono che anche il recupero è più lento, a sentire loro ci vogliono mesi per sentirsi veramente bene, mentre dopo il parto naturale, almeno per me, è stato tutto più…rapido, più immediato. Però, certo, i primi giorni, il dolore muscolare è stato tremendo!

Quindi, chi lo sa qual è il più doloroso? Non credo ci sia una risposta. Dipende da mille fattori, dalla soglia del dolore personale, dalla preparazione, dalla situazione specifica. Ho letto da qualche parte, qualche studio, che diceva qualcosa sulle endorfine rilasciate durante il parto naturale… ma sinceramente, a quel punto, chi se ne frega delle endorfine, eh? L’unica cosa che contava era tenere mia figlia tra le braccia. E sai, quel dolore, tutto quel dolore, si dimentica subito dopo. Sparisce, come per magia, sostituito da un amore così grande che ti travolge completamente.

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