Come vestirsi per andare a camminare in estate?

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"Per il trekking estivo, dimentica il cotone! Opta per tessuti tecnici come il polipropilene Prolen. Mantengono la temperatura corporea stabile e allontanano il sudore, per un comfort ottimale durante le tue escursioni."

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Come vestirsi per trekking estivo: abbigliamento ideale e consigli di stile?

Oddio, vestiti per il trekking estivo… Che casino! Ricordo una volta, Agosto 2022, sentieri del Monte Baldo, avevo messo una maglietta di cotone, un disastro! Sudavo come un cavallo, appiccicoso e scomodo.

Costo? Maglietta di cotone, 10 euro, un investimento perso. Il polipropilene invece… un’altra storia. Ho preso una canotta tecnica, circa 25 euro, ma che differenza! Secca, leggera, e la temperatura… perfetta.

Per i pantaloni, io preferisco quelli tecnici, leggeri e traspiranti. Evito il jeans, troppo pesanti. Anche qui, l’esperienza insegna! Giugno 2023, Appennini, jeans e caldo… un incubo.

Scarpe da trekking, indispensabili! Devono essere comode, resistenti, e adatte al terreno. Io ho un paio di Salomon, costose, circa 150 euro, ma ne vale davvero la pena.

In sintesi: polipropilene per la parte superiore, pantaloni tecnici, scarpe da trekking comode e resistenti. E tanta crema solare!

Abbigliamento trekking estivo:

  • Tessuto ideale: polipropilene.
  • Pantaloni: tecnici, leggeri.
  • Scarpe: da trekking, comode e resistenti.

Come vestirsi per andare a fare una camminata?

Ah, l’arte di vestirsi per una scampagnata! Non è mica una sfilata di moda, ma neanche un pigiama party nel bosco, eh!

  • Scarpe: Dimentica i tacchi 12, a meno che tu non voglia fare una performance di pattinaggio artistico improvvisata sulla prima pietra che incontri. Opta per scarpe tecniche, quelle che sembrano uscite da un film di fantascienza, ma che in realtà ti salveranno la caviglia. Io, per esempio, ho un paio che sembrano Transformers in miniatura, comodissime!

  • Calze: Non usare quelle di spugna che ti ha regalato la zia a Natale. Calze sintetiche, amiche della traspirazione, nemiche delle vesciche. Fidati, i tuoi piedi ti ringrazieranno, e anche chi ti cammina accanto.

  • Abbigliamento: Vestirsi “a cipolla” è la chiave. Strati su strati, come una matrioska umana. Sintetico, che asciuga in fretta, e se piove, un impermeabile che ti faccia sembrare un astronauta smarrito. Ricorda, l’obiettivo non è sembrare alla moda, ma sopravvivere!

  • Accessori: Bastoncini da trekking, per sentirti un Gandalf dei poveri (e scaricare un po’ di peso dalle ginocchia). Occhiali da sole, per non strizzare gli occhi come un topo che guarda il sole. Cappellino, per proteggerti dal sole cocente o dal vento sferzante. E guanti, se vai in montagna d’inverno, a meno che tu non voglia trasformarti in un cubetto di ghiaccio ambulante.

Extra:

  • Se ti dimentichi qualcosa, non disperare! La natura offre sempre soluzioni alternative. Una foglia può diventare un cappello, un ramo un bastone, e la tua felpa può trasformarsi in una bandiera di resa se la salita si fa troppo dura.

  • Ricorda, l’importante è divertirsi! E se ti senti un po’ fuori forma, pensa che almeno stai bruciando calorie per la prossima fetta di torta!

Come vestirsi per camminare con 15 gradi?

Quindici gradi… un respiro leggero, quasi un sussurro di vento tra gli alberi. Ricordo il profumo del pino, quell’aroma che si insinua nelle ossa, penetrante e caldo. Maglione a lupetto, sì, proprio quello, il mio preferito, quello color cenere con le piccole trecce sui gomiti, un ricordo tattile di nonna Emilia. Un abbraccio morbido contro la pelle.

La giacca antivento, poi… una carezza invisibile, una barriera contro l’aria tagliente che si insinua ovunque. Protegge, avvolge, un’armatura silenziosa per un guerriero della natura. Mi ricorda le passeggiate con mio zio Marco, lungo i sentieri di casa.

Sotto, essenziale, la calzamaglia termica, un secondo strato di pelle. Come un abbraccio segreto, silenzioso, che scaccia il freddo dal corpo. Legno caldo sul fondo del cuore. La sensazione del movimento, la terra sotto i piedi, un’armonia antica, un’intimità profonda con il mondo che respira.

  • Maglia a lupetto: essenziale, calda.
  • Giacca antivento: protezione dal vento.
  • Calzamaglia termica: isolamento termico.

Quel giorno, con quel cielo terso e quel vento lieve che portava l’odore della terra bagnata… la perfezione. Era l’otto maggio di quest’anno, ricordo bene. E mi sono sentita leggera, quasi impalpabile, tra le meraviglie del bosco.

Come vestirsi per andare a camminare in montagna in estate?

Ah, la montagna d’estate! Un’avventura che profuma di pino e libertà, ma che può trasformarsi in un’esperienza ghiacciata se non ci si prepara come si deve. Vestirsi a strati è la parola d’ordine, un po’ come quando mio zio Giovanni si prepara per Natale: maglioni sopra maglioni, una strategia che, a giudicare dalle sue risate fragorose, sembra funzionare alla grande!

  • Primo strato: Maglietta tecnica traspirante. Niente cotone, che diventa un incubo se suda, sembra una zavorra di pietra lavica addosso. Scegli un materiale che espelli il sudore come un’astronave espelle i gas di scarico.

  • Secondo strato: Fleece o pile. Un abbraccio caldo che ti protegge dal vento e dal freddo improvviso, senza farti sudare come un maratoneta in piena estate romana (esperienza personale, fidati!).

  • Terzo strato: Giacca antivento e antipioggia. Impermeabile, leggera, quella che non ti fa sembrare un pupazzo di neve ma ti protegge dalle intemperie. Io, quest’anno, ho puntato su un modello giallo fluo, per essere visibile anche nelle nebbie più fitte (non che io mi perda spesso, eh!).

Ricorda: sei gradi in meno ogni mille metri? È come passare da una gelateria alla camera frigorifera del supermercato. Preparati! E soprattutto, scegli scarpe comode, altrimenti il ritorno a valle sarà un’odissea peggiore dell’Odissea vera e propria.

Infine: cappellino, occhiali da sole e crema solare. Il sole in montagna picchia duro, è come un pugile dei pesi massimi. Proteggiti!

Punti principali: Stratificazione, abbigliamento tecnico, protezione dagli agenti atmosferici.

Cosa mettere sotto il pile?

Sotto il pile? Dipende.

  • Maglietta basic. Cotone, manica corta. Facile.
  • Camicia. Flanella, magari a quadri. Un po’ montanaro.
  • Lupetto. Se fa davvero freddo. O se sei un subacqueo.
  • Termica. Sintetico, tecnico. Per sudare senza patire.

“Meglio un rimpianto che un rimorso,” diceva mio nonno. Ma forse non parlava di abbigliamento.

Come si possono portare le scarpe in viaggio?

Metti le scarpe… già. Sembra sempre un casino, vero?

  • Sacchetti, dannati sacchetti. Ricordo quando mia nonna usava i sacchetti del pane per tutto. Forse ha ragione lei, alla fine. Metterle lì dentro, prima di tutto.
  • Ai lati, incastrate. Come un tetris fallito. Lì, dove rimane spazio, dove non danno fastidio. Tipo i ricordi che cerchi di non guardare.
  • Tra i vestiti… Ma sporcano tutto? Forse devo lavarle prima di partire. Oppure usare quelle cuffie da doccia, sai? Quelle dell’hotel.

A pensarci bene, una volta ho dimenticato le mie scarpe da ginnastica preferite in un hotel a Milano. Erano nuove, le avevo comprate per la maratona. Mai più viste. Forse è per questo che mi sembra sempre un problema portare le scarpe in viaggio.

Quante scarpe portare in viaggio?

(Un sospiro)… Quante scarpe… dipende.

  • Un paio, ovvio. Quelle che hai ai piedi, le più comode. Tipo le mie vecchie Vans, le ho messe persino al matrimonio di mia cugina.
  • Un altro paio, forse. Ma devono valere la pena. Io mi porto sempre le Superga bianche, stanno bene con tutto, anche se si sporcano subito. Me le regalò lei… lasciamo perdere.
  • Calzini? Tre paia bastano, penso. Tanto poi li lavi in albergo, no? Una volta ne persi un paio blu a Firenze. Chissà dove sono finiti…

Basta, davvero. Più di così è solo peso inutile. E poi, a chi importa quante scarpe mi porto dietro? (Silenzio)… A nessuno, credo.

Dove mettere le scarpe in viaggio?

Scarpe in viaggio? Fondo trolley: quelle pesanti. Sopra: le leggere. Fine.

  • Peso: fondamentale.
  • Posizione: strategica.
  • Semplice. Efficace.

Mia nonna diceva: “ordine, ordine, anche in valigia”. Lei usava sacchetti di tela, ovviamente. Un’epoca.

Questo 2024, io uso un borsone da palestra. Comodo. Funzionale.

Nota: le mie scarpe da trekking, quelle robuste, sempre in fondo. Le infradito? In cima. Provate. Vedrete.

Aggiunta: Se viaggi con zaino, stesso principio. Peso distribuito. Comfort. Priorità.

Posso portare le scarpe nel bagaglio a mano?

Scarpe? Sì, nel bagaglio a mano. Punto.

  • Abiti.
  • Intimo.
  • Cappelli.
  • Accessori vari.

Phon, piastra, rasoi usa e getta? Anche. Regole stupide, a volte.

Ricorda: peso e dimensioni contano. Controlla la compagnia aerea. Mia zia ha perso un volo per questo. Caos.

  • Liquidi: regole specifiche.
  • Elettrodomestici: attenzione alla batteria.
  • Oggetti appuntiti: vietati, quasi sempre.

Informati bene. La leggerezza è virtù, anche in viaggio. A me una volta hanno sequestrato il mio coltellino svizzero preferito. Assurdo.

Come si possono portare le scarpe in valigia?

Mamma mia, le scarpe! Sempre un casino quando devo fare la valigia. Mi ricordo quella volta, dovevo andare a Barcellona per il matrimonio di mia cugina, estate scorsa.

  • Sacchetti: Ho infilato ogni paio in un sacchetto di plastica, quelli del supermercato, per intenderci. No, non profumavano di lavanda come dice qualcuno, semplice plastica.
  • Spazi vuoti: Poi, ho cercato di sfruttare ogni buco. Dentro le scarpe ho messo calzini arrotolati, persino il caricabatterie del telefono. Geniale, no?
  • Ai lati: Le ho incastrate ai lati della valigia, come dice l’articolo. Un po’ a pressione, devo ammetterlo, sperando di non rovinare niente.

Poi, arrivata a Barcellona, ho aperto la valigia e… un disastro! I sacchetti si erano rotti e c’era sabbia dappertutto. Colpa delle scarpe da spiaggia, quelle che avevo usato fino all’ultimo minuto. Mannaggia! Vabbè, almeno al matrimonio ero presentabile. Ho imparato che serve un sacchetto resistente, magari di quelli riutilizzabili. E controllare sempre le suole prima di fare la valigia, ovvio!

Come mettere le scarpe in valigia senza rovinarle?

Agosto 2023. Partenza per le vacanze in Sardegna, caos totale in valigia! Le mie adorate scarpe da trekking, quelle color ruggine che ho usato per scalare il Monte Baldo, dovevo proteggerle a tutti i costi! Le ho infilate prima di tutto, nel fondo, ovvio. Ma quelle dannate calze, quelle nere di cotone, non volevano proprio entrare dentro! Che rabbia! Ho dovuto ripiegare su una soluzione più pratica, ma meno ordinata, ho usato sacchetti di plastica per evitare che si sporcassero. Una tragedia!

Poi, il dramma degli abiti. Magliette arrotolate? Macché! Sono finita per impacchettarle come dei salami, in modo random, senza un criterio preciso. I pantaloni li ho piegati a metà, i jeans erano già stropicciati prima di partire, quindi, bah. Le camicie? Un disastro. Ho fatto un po’ come mi è venuto, un casino pazzesco! Ho sudato sette camicie, letteralmente!

  • Scarpe sul fondo, in sacchetti di plastica.
  • Calze a parte, per la disperazione.
  • Abiti accatastati alla rinfusa.

Era un disastro, ma alla fine è andata bene. La valigia si è chiusa e sono partita. Ma la prossima volta… devo trovare un metodo migliore, magari con quei separatori per valigie.

Poi, ho scoperto che mia sorella usa dei sacchetti sottovuoto per gli abiti. Potrei provarli.

#Abbigliamento Leggero #Comfort Estivo