Quali sono i valori pericolosi per la glicemia?

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I valori di glicemia preoccupanti sono:

  • Iperglicemia a digiuno: 100-125 mg/dl
  • Alterata tolleranza al glucosio: 140-199 mg/dl due ore dopo un test da carico di glucosio
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Glicemia alta: quando preoccuparsi e cosa fare

La glicemia, ovvero la concentrazione di glucosio nel sangue, è un parametro fondamentale per la nostra salute. Mantenere livelli glicemici entro un range di normalità è cruciale per prevenire l’insorgenza di complicanze a breve e lungo termine. Ma quali sono i valori che devono far scattare un campanello d’allarme? E cosa significano esattamente?

Non basta un singolo valore elevato per diagnosticare il diabete, ma valori ripetutamente fuori norma meritano attenzione e approfondimento medico. Esistono infatti delle “zone grigie”, definite pre-diabete, che indicano un aumentato rischio di sviluppare la malattia. Riconoscere questi segnali precoci è fondamentale per intervenire tempestivamente e prevenire o ritardare l’insorgere del diabete conclamato.

Due sono i valori principali che ci aiutano a identificare una situazione di rischio:

  • Glicemia a digiuno alterata (IFG – Impaired Fasting Glucose): un valore compreso tra 100 e 125 mg/dl a digiuno indica una condizione di pre-diabete. In questa fase, il pancreas produce ancora insulina, ma non in quantità sufficiente a mantenere la glicemia entro i limiti normali. Questo valore, seppur non diagnostico di diabete, rappresenta un importante fattore di rischio e richiede un monitoraggio costante e l’adozione di uno stile di vita sano.

  • Alterata tolleranza al glucosio (IGT – Impaired Glucose Tolerance): si parla di IGT quando, due ore dopo l’assunzione di una bevanda zuccherata durante un test da carico orale di glucosio (OGTT), la glicemia si attesta tra 140 e 199 mg/dl. Questo indica una ridotta capacità dell’organismo di metabolizzare il glucosio introdotto. Anche in questo caso, l’IGT non è una diagnosi di diabete, ma un campanello d’allarme che segnala un elevato rischio di sviluppare la malattia in futuro.

È importante sottolineare che questi valori non rappresentano una diagnosi definitiva, ma indicano la necessità di ulteriori accertamenti medici. Un singolo risultato anomalo non è sufficiente per diagnosticare il diabete. Il medico, sulla base della storia clinica del paziente, potrà richiedere ulteriori esami, come la ripetizione della glicemia a digiuno, l’OGTT o la misurazione dell’emoglobina glicata (HbA1c), per confermare o escludere la presenza di diabete.

Adottare uno stile di vita sano, con un’alimentazione equilibrata, ricca di fibre e povera di zuccheri semplici, e una regolare attività fisica, è fondamentale per prevenire l’insorgenza del diabete e, in caso di pre-diabete, per rallentarne la progressione. Il controllo del peso corporeo gioca un ruolo altrettanto importante. In presenza di valori glicemici alterati, è fondamentale rivolgersi al proprio medico per una valutazione completa e la definizione di un percorso terapeutico personalizzato. Un intervento precoce può fare la differenza nel prevenire le complicanze a lungo termine del diabete.