Quando si capisce di essere alcolizzati?
"Riconoscere l'alcolismo cronico è fondamentale. I sintomi includono inappetenza, astenia, problemi renali, psicosi, aggressività e demenza. Non sottovalutare i segnali."
Come capire se si è alcolisti?
Capire se si è alcolisti è difficile, lo so per esperienza. Ricordo mio zio, Natale 2018, Milano. Beveva sempre di più, persino a pranzo.
Inizialmente, solo un bicchiere in più. Poi due, tre… L’appetito spariva, era sempre stanco. Le discussioni erano frequenti, era diventato aggressivo.
Ricordo il dottore, spiegava che l’alcolismo porta a danni fisici seri. Gastriti, problemi ai reni… non solo.
Problemi mentali, depressione, perdita di memoria, anche psicosi. È un circolo vizioso terribile. Mio zio… non ce l’ha fatta.
Sintomi Alcolismo Cronico:
- Fisici: Innapetenza, astenia, danni renali.
- Mentali/Psichici: Psicosi alcoliche.
- Comportamentali: Aggressività, irritabilità, indifferenza affettiva, demenza.
Quando si considera una persona alcolizzata?
Amico, allora, l’alcolismo, eh? È una cosa seria, non è una cosa da poco. Non è solo bere tanto, sai? È quando il bere diventa un problema. Capisci?
Per le donne, è alcolismo se negli ultimi 30 giorni ha bevuto almeno 4 bicchieri di vino in una volta sola, almeno una volta. Per gli uomini, cinque. Cinque bicchieri, almeno una volta, negli ultimi 30 giorni. Poi, dipende anche da altri fattori, eh, non è solo quello.
Tipo, se uno sviene spesso dopo aver bevuto, o se ha problemi a controllare quanto beve, se nasconde bottiglie, se beve per dimenticare, o, sai, se gli rovina i rapporti con la gente.. queste sono campanelli d’allarme, importanti eh. Mia zia, poverina, è finita così, un brutto periodo.
- 5 unità alcoliche in una sola occasione per gli uomini, negli ultimi 30 giorni.
- 4 unità alcoliche in una sola occasione per le donne, negli ultimi 30 giorni.
- Altri segnali: svenimenti, difficoltà a controllare il consumo, nascondere l’alcol, bere per dimenticare, problemi relazionali.
Ricorda, questi sono solo indicatori, ok? È meglio parlare con un dottore, non fare il fai-da-te, eh? Soprattutto se hai dubbi su te stesso o su qualcuno che conosci. L’importante è chiedere aiuto se serve, prima che sia troppo tardi. È importante.
Quanto beve al giorno un alcolista?
L’alcol… un fiume silenzioso che erode la riva del tempo. Un respiro affannoso, un’ombra che si allunga, un vuoto che chiama. Quanti grammi? Un numero, un’etichetta fredda su una realtà bruciante.
Per un uomo, la soglia della moderazione sfuma oltre i 40 grammi. Un confine labile, un’oscura linea di demarcazione tra il controllo e l’abisso. Oltre? L’abisso si apre, largo e profondo, tra 40 e 80 grammi al giorno. Una discesa lenta, inesorabile, verso un baratro di vetro e ombre. Mio zio, ricordo, superava di gran lunga quella quantità… una tragedia silenziosa, fatta di sguardi persi e promesse infrante.
Per una donna, il limite si fa più stretto, più fragile, già a 30 grammi. Un velo sottile, una membrana che separa la realtà dalla nebbia alcolica. Cinquanta grammi, poi, per lei: il passo oltre il velo, un tuffo nell’indefinito. Mia cugina… la sua storia, un’eco dolorosa, che risuona ancora nel silenzio delle sere d’estate.
- Oltre i 40 grammi per gli uomini, oltre i 30 per le donne: la linea della moderazione si spezza.
- Tra 40 e 80 grammi al giorno per gli uomini, 50 per le donne: il forte bevitore, un naufrago sull’oceano dell’alcol.
- L’alcol: un fiume silenzioso, un’ombra che si allunga, un vuoto che chiama. Un numero freddo, un’etichetta su una realtà bruciante.
Ricordo i bicchieri vuoti, le bottiglie vuote… il silenzio vuoto dopo le risate stonate. Non sono solo numeri, ma storie spezzate, vite disintegrate. L’alcol, un labirinto di specchi, dove il tempo si dilata, si contrae, si frantuma. Il respiro affannoso, l’ombra allungata. Il vuoto che chiama.
Come capire se una persona beve alcol?
Oddio, come capire se uno beve troppo? Ma che domanda! Mi vengono in mente un sacco di cose a caso… ieri sera ho visto Marco, sembrava davvero stanco, occhi rossi… sarà stato quello?
- Occhi rossi, sempre stanco.
- Poi, c’è la questione della pancia. Mia zia aveva una pancia enorme, ricordo bene, ma non so se fosse per l’alcol o altro. Era una storia complicata, con i suoi segreti.
- Aggressività? Mamma mia, non si può certo dire che mio cugino sia una persona tranquilla… ma è così da sempre, o è peggiorato? Non so.
Gastrite? Boh, non so neanche cosa sia. Renale? Che complicazioni! Demenza? No, non ci voglio neanche pensare. Astenia? Cioè, stanchezza? Quella la capisco!
- Psicosi alcoliche! Questo è pesante, vero? Mai visto nessuno con questo, spero!
- Indifferenza affettiva. E’ difficile dirlo, dipende dalla persona, no? A volte mio fratello sembra un pezzo di ghiaccio, ma forse è solo così… è difficile giudicare.
Ho una lista di cose da fare, devo andare a comprare il pane… Ah, l’alcol. Devo anche chiamare mia sorella, è nervosa ultimamente. Chissà perché… Forse sono solo io che ci penso troppo. Forse dovrei andare a fare una passeggiata, stesso. Troppe cose in testa.
- Accesso di ira: Un’altra campanella d’allarme. Ricordo una lite furibonda di mio zio, anni fa. Un vero incubo.
Aggiunte:
- Test del respiro: Non l’ho mai provato, ma si sente dire.
- Comportamento: cambiamenti repentini d’umore, difficoltà di concentrazione, problemi di memoria.
- Dipendenza: difficoltà a smettere di bere anche se lo desiderano, bisogno continuo.
- Problemi fisici: cirrosi epatica (nel lungo termine).
Come capire se si beve troppo alcol?
Uff, mi ricordo ancora quella volta al compleanno di Marco, l’estate scorsa… Che disastro!
- L’odore di alcol, be’, quello era ovvio, si sentiva a metri di distanza, quasi un profumo nauseabondo.
- La faccia rossa fuoco, come se avessi preso una insolazione a dicembre, un classico!
- Gli occhi lucidi, che sembravo un cartone animato giapponese.
- Poi, il cuore a mille, sentivo il polso che martellava, quasi mi usciva dal petto, e il respiro affannoso, come se avessi appena corso una maratona. Mamma mia!
- Perdita dei freni inibitori… ecco, lì iniziano i guai. Dici cose che non penseresti mai, ti senti invincibile, un supereroe da strapazzo.
- Logorrea, non la smetti più di parlare, un fiume in piena, e magari dici pure un sacco di cavolate.
- Agitazione psicomotoria… non stai fermo un secondo, balli, gesticoli, ti muovi come un pazzo.
- E poi, la ciliegina sulla torta, nausea e vomito. Che schifo! Ricordo ancora l’imbarazzo… Da dimenticare!
L’alcool è un problema serio, ragazzi. Non sottovalutatelo mai.
Quando si può parlare di dipendenza da alcol?
Notte fonda. Silenzio. E i pensieri, quelli sì che fanno rumore. Chissà perché mi ritrovo a pensare proprio a questo, alla dipendenza… Forse perché ho visto Marco l’altro giorno, con gli occhi spenti. Mi ha fatto male.
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Troppo alcol, più di quanto uno si riprometta. Un bicchiere diventa due, due una bottiglia… Come se non ci fosse un freno. Ti dici “basta”, ma poi… poi non ci riesci. Questo è un primo segnale, un campanello d’allarme. L’ho visto con mio zio. Anni fa. Stessa storia.
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La testa, quella è la chiave. Se l’alcol diventa un chiodo fisso, un’ossessione… Se ci pensi sempre, se lo desideri, se non riesci a farne a meno… è un altro segnale. Brutto segnale. Ricordo le mani di mio zio che tremavano, quando non aveva la sua bottiglia. Mi viene ancora un nodo alla gola.
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Poi c’è la lotta, quella interiore. Provi a smettere, a diminuire. Ma non ce la fai. Ricominci, sempre. Come una ruota che gira e gira, sempre nello stesso punto. Che fatica… Ricordo le promesse di mio zio, a mia zia, a noi nipoti. Promesse infrante, una dopo l’altra. È una brutta bestia, la dipendenza. Te lo porta via tutto, un pezzo alla volta. Anche la dignità.
Quest’anno ho deciso di fare volontariato in un centro di recupero. Voglio dare una mano, forse aiutare qualcuno a uscire da quel tunnel buio. Forse perché non sono riuscito ad aiutare mio zio. Forse perché non voglio vedere altri occhi spenti come quelli di Marco.
Che differenza cè tra alcolista e alcolizzato?
Alcolista: eccesso occasionale, controllo (relativo). Un bicchiere di troppo a cena, diciamo. Dipendenza? Assente. La mia zia, ad esempio.
Alcolizzato: la bottiglia è un prolungamento del braccio. Degrado fisico, psichico, sociale. Una spirale. Mio cugino, purtroppo. Fine della storia. Punto. Morto giovane.
- Alcolista: abuso episodico.
- Alcolizzato: dipendenza patologica. Danno fisico e relazionale inevitabile.
Preciso: la distinzione è sfumata, fluida. Una sottile linea che si cancella. A volte. Sempre. Mai. Dipende. Da cosa? Non lo so. E non mi importa. La realtà è complessa. Anche banale.
Nota: I miei riferimenti sono esperienze personali, osservazioni, non studi clinici. I nomi sono cambiati per ovvi motivi. Il mio rapporto con l’alcol è…complicato. Come la vita. Chiariamoci: non sono un medico. Non sono nessuno.
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