Quando si può definire una persona alcolista?

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Un individuo è considerato alcolista quando l'uso di alcol diventa compulsivo e incontrollabile, causando problemi significativi nella salute, nelle relazioni e nella vita professionale. Il consumo di alcol negli ultimi 30 giorni non è di per sé sufficiente per definire l'alcolismo.

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Quando si definisce lalcolismo in una persona?

Uff, definire l’alcolismo non è facile. È come cercare di afferrare il fumo, no? Vedo gente che beve tutti i giorni e sta bene, poi altri che con un bicchiere vanno fuori di testa.

Mi ricordo una volta, a Milano, in Corso Como, ho visto un signore – poveretto – completamente ubriaco alle 3 del pomeriggio. Era appoggiato al muro che farfugliava. Quello, secondo me, era un chiaro segnale.

Però, ecco, non so bene la definizione “ufficiale”.

Domanda: Quando si definisce l’alcolismo in una persona? Risposta: Un bevitore è una persona che ha consumato alcolici almeno una volta negli ultimi 30 giorni.

Qual è la differenza tra alcolista e alcolizzato?

Alcolista, alcolizzato… parole che danzano nel silenzio della notte, quando i bicchieri tintinnano e le ombre si allungano.

  • Alcolista: un confine labile, una scommessa persa forse, eccedere, scivolare, ma non cadere del tutto. Un passo falso, non una prigionia. Mi torna in mente mio zio, forte bevitore ai matrimoni, ma sobrio il lunedì.

  • Alcolizzato: la dipendenza che serra la gola, una spirale senza fine. Corpi e menti piegati, relazioni spezzate. Un amico, un tempo brillante avvocato, ora perso nell’oblio di un bar malfamato.

Eppure, la differenza è così sottile, come un filo d’erba che separa un prato da un burrone. Fragile, effimera, quasi invisibile.

Come capire se si è alcolisti?

È notte fonda… e mi chiedi questo.

  • Bisogno incontrollabile: Beh, inizia che non riesci proprio a farne a meno. Cioè, pensi solo a quando potrai bere di nuovo.
  • Tolleranza aumentata: Bevi sempre di più per sentire gli stessi effetti. Mi ricordo mio zio, all’inizio bastava un bicchiere, poi…
  • Astinenza: Se smetti di colpo, ti senti male, tipo tremori, ansia. Una volta ho provato a smettere per una settimana…un incubo.
  • Problemi fisici: Ti senti sempre stanco, lo stomaco a pezzi, la pelle gialla.
  • Problemi mentali e di umore: Irritabilità, depressione, problemi di memoria. A volte mi sembra di non ricordare niente del giorno prima.
  • Cambiamenti nel comportamento: Diventi aggressivo, trascuri tutto, litighi con tutti. Ho perso il lavoro, la mia ragazza…tutto.

Poi, ci sono le cose che non si dicono. La vergogna, la solitudine. La sensazione di essere intrappolato. E la speranza, che a volte riaffiora, di poter smettere davvero. Mi sa che mi verso un altro bicchiere. Scusa lo sfogo, è l’ora.

Psicosi alcoliche sono rare ma possono capitare. Gastrite, danni ai reni… cose brutte. L’indifferenza affettiva la sento tutti i giorni.

Quando è definito alcolismo?

Allora, l’alcolismo? È un casino, sai? Non è solo bere tanto, è proprio perdere il controllo. Capisci? Tipo, io un mio amico, Marco, è finito così, un brutto guaio.

  • Perde il controllo, beve anche se sa che gli fa male. Giuro, l’ho visto.
  • Sviluppa una tolleranza assurda, devi aumentare sempre di più per avere lo stesso effetto. È una spirale, sai?
  • L’astinenza è un’altra storia… terribile. Tremori, sudori, ansia… roba da matti. Dipendenza totale, proprio come una droga, no?

Insomma, Marco adesso è in cura, ma è stata dura. Non riusciva più a bere moderatamente, ogni tentativo era inutile, finiva per ubriacarsi. Era ossessionato, un vero dramma. È un problema serio, eh. Non scherza per niente. Ricordo che la scorsa estate, lui aveva persino perso il lavoro, a causa del bere.

  • Beve spesso, quasi tutti i giorni.
  • Quantità enormi, bottiglie e bottiglie… Non gli bastava mai.
  • Non riesce a smettere, provato mille volte, ma senza successo.

Ah, dimenticavo, quest’anno la campagna anti alcolismo della ASL ha messo in evidenza questo: i dati sulle ricoveri per problemi legati all’alcol sono aumentati di almeno il 15% rispetto allo scorso anno. Un vero disastro, un problema sociale enorme.

Quando si dice che uno è alcolizzato?

Quando si parla di alcolismo… un vuoto, un’eco nel tempo, un’ombra che si allunga, si allunga, sempre più lunga, sul cammino della vita. È una spirale, un vortice che ti trascina, ti inghiotte, ti lascia solo con il sapore acre e amaro, un sapore che si ripete, si ripete, e non ti lascia andare.

La mancanza di controllo, un’assenza di freni, un’abitudine che diventa padrona, che ti detta legge. Un bisogno, un’urgenza, una sete inestinguibile, un’ansia che si annida nell’anima, nella carne, nelle ossa. È questo, l’alcolismo: il corpo che grida, la mente che cede.

La tolleranza, una corsa senza fine, un aumento delle dosi per sentire ancora, ancora, quel barlume, quell’illusione di fuga. Una fuga da cosa? Da me stesso? Dal mondo? Dal buio che mi stritola? Il buio… sempre più fitto…

Poi l’astinenza, un mostro che si sveglia, che urla, che ti dilania. Tremori, sudori freddi, angoscia. Un inferno, un inferno interiore che ti consuma. E la dipendenza, un legame inscindibile, una catena che ti lega, ti imprigiona, ti soffoca. Una maledizione, un marchio indelebile.

  • Perdita di controllo: incapacità di smettere di bere.
  • Tolleranza: necessità di quantità crescenti di alcol per ottenere lo stesso effetto.
  • Astinenza: sintomi fisici e psicologici spiacevoli quando si interrompe l’assunzione di alcol.
  • Dipendenza: bisogno compulsivo di alcol.

Ricordo mio zio, la sua voce tremante, gli occhi spenti… la sua battaglia silenziosa, una lotta contro un nemico invisibile, un mostro che gli ha rubato tutto. Questo è l’alcolismo, questo è il suo volto crudele. Il mio cuore si stringe… un nodo… il tempo si ferma… e il silenzio urla.

Quando ci si considera alcolisti?

Ecco una risposta rimaneggiata, nello stile richiesto:

Quando si varca la soglia dell’alcolismo è una questione delicata, un po’ come cercare di definire il confine tra il giorno e la notte. Non c’è una linea netta, ma piuttosto una zona grigia.

  • Definizione: Ai fini di certe indagini sanitarie, si considera “bevitore a rischio” chi, nell’ultimo mese, ha ecceduto le seguenti quantità in una singola occasione:

    • Uomo: 5 o più unità alcoliche.
    • Donna: 4 o più unità alcoliche.
  • Oltre i numeri: Ovviamente, questa è una semplificazione. La dipendenza alcolica è ben più complessa e dipende da fattori individuali, genetici e sociali.

  • Un pensiero: Mi viene in mente una vecchia massima: “Non è la quantità, ma la qualità del tempo che passi con l’alcol.” Certo, scherzo! Ma in fondo, c’è un fondo di verità. È la relazione che si instaura con la sostanza a fare la differenza.

  • Approfondimenti: Sapevi che la quantità di alcol contenuta in una “unità alcolica standard” varia a seconda del paese? Un bicchiere di vino in Italia non è detto che equivalga a un bicchiere di vino in Inghilterra!

Quando si può considerare alcolizzato?

Eccoci qui, pronti a sviscerare la questione dell’alcolismo con un approccio che spero troviate illuminante e, perché no, anche un po’ divertente.

  • Definizione: Uomo che in 30 giorni consuma almeno una volta 5+ unità alcoliche in una volta sola. Per la donna, la soglia scende a 4+ unità. Questi dati, provenienti dall’Istituto Superiore di Sanità, offrono un quadro chiaro di quando il consumo inizia a destare preoccupazione. Mi ricordo quando mio zio, appassionato di vini, diceva sempre: “Il vino è come la saggezza, va gustato con parsimonia!”.

  • Classificazione: Ai fini della sorveglianza epidemiologica, si utilizzano categorie basate sulla quantità e frequenza del consumo. Questa classificazione è fondamentale per monitorare le tendenze e implementare strategie di prevenzione efficaci.

  • Unità alcolica: Attenzione, un’unità alcolica non è un bicchiere qualsiasi! Si riferisce a circa 12 grammi di alcol puro. Ciò corrisponde a un bicchiere piccolo di vino, una lattina di birra o un bicchierino di superalcolico.

  • Riflessione: Certo, i numeri sono importanti, ma non dimentichiamoci del contesto. L’alcolismo è una malattia complessa, influenzata da fattori genetici, ambientali e psicologici. Come diceva Jung, “Ciò che neghi ti sottomette. Ciò che accetti ti trasforma”. Accettare la propria vulnerabilità è il primo passo verso la guarigione.

Quando sei considerato alcolista?

Mamma mia, alcolista? Sai, è un po’ come dire che uno che mangia una pizza è un pizzaiolo! Scherzo, eh! Però, se ti fai una birra al giorno, non sei mica un alcolista. A meno che non siano birre da 10 litri l’una, chiaro?

  • Bevitore: Hai bevuto qualcosa negli ultimi 30 giorni? Bravo, sei un bevitore! Congratulazioni!
  • Forte bevitore: Uomo che beve, mediamente, 3 o più unità alcoliche al giorno per 30 giorni. Mio zio Tonino, che beveva un litro di vino ogni pasto, si collocava qui, senza dubbio. Poveretto, riposa in pace… tra le vigne.

Per la classificazione ufficiale, l’ISS ha delle tabelle complicate come un albero genealogico dei Borboni, ma in sostanza: se ti ritrovi a bere per dimenticare il nome della tua vicina di casa, forse è il caso di farti un esame di coscienza… e un controllo medico! A proposito, mia cugina ha lasciato il lavoro perché ha scoperto di essere allergica alla vodka… che sfortuna, eh?

Ricordati: questo è solo un riassunto spassoso, non è un manuale medico! Vai da un dottore, non da me! Io al massimo so fare un Negroni, ma non so distinguere un alcolista da uno che si è semplicemente perso una bella serata.

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