Cosa distrugge il ferro?

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Cereali integrali e legumi, ricchi di fitati, possono ridurre lassorbimento del ferro. Allo stesso modo, tè e cioccolato, a causa dellacido tannico, e il caffè, per i polifenoli, interferiscono. Anche alcuni additivi alimentari, come lEDTA, possono inibire lassimilazione di questo minerale.

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I Nemici del Ferro: Oltre la Ruggine, i Sabotatori Nascosti nella Nostra Dieta

Il ferro, elemento fondamentale per la vita, è essenziale per il trasporto dell’ossigeno nel sangue e per numerose funzioni metaboliche. La sua carenza può portare a stanchezza cronica, anemia e problemi di salute più gravi. Ma la sua distruzione non avviene solo per ossidazione, il processo che comunemente associamo alla ruggine. In realtà, esistono diversi “nemici” del ferro, subdoli e insospettabili, che ne ostacolano l’assorbimento a livello intestinale, rendendolo di fatto indisponibile per l’organismo, anche se abbondante nella dieta.

Mentre la ruggine rappresenta la degradazione chimica del ferro metallico, la questione dell’assorbimento del ferro alimentare è più complessa e coinvolge una serie di interazioni molecolari. Alcuni composti, presenti naturalmente in molti alimenti o aggiunti come conservanti, agiscono come veri e propri “antiferro”, creando un ostacolo alla sua assimilazione.

Tra i principali antagonisti del ferro troviamo i fitati, molecole presenti in abbondanza nei cereali integrali e nei legumi. Questi composti, che svolgono un ruolo protettivo per i semi, legano il ferro rendendolo insolubile e quindi inassimilabile. Consumare grandi quantità di questi alimenti senza adeguate precauzioni può quindi compromettere l’assorbimento di questo prezioso minerale.

Analogamente, le bevande calde come tè, caffè e cioccolato contengono sostanze che interferiscono con l’assorbimento del ferro. L’acido tannico nel tè e nel cioccolato, e i polifenoli nel caffè, formano complessi insolubili con il ferro, impedendone il passaggio nell’intestino. Consumare queste bevande contemporaneamente ai pasti ricchi di ferro può ridurre significativamente la biodisponibilità del minerale.

Infine, alcuni additivi alimentari, come l’EDTA (acido etilendiamminotetraacetico), utilizzato come chelante e stabilizzante in molti prodotti alimentari, possono anch’essi inibire l’assimilazione del ferro. Questi additivi, pur svolgendo un ruolo importante nella conservazione degli alimenti, interagiscono con il ferro, riducendone l’assorbimento.

È importante sottolineare che la presenza di questi “nemici” del ferro non significa che si debba eliminarli completamente dalla dieta. Un’alimentazione equilibrata e varia, che tenga conto di queste interazioni, è la chiave per garantire un adeguato apporto di ferro. Ad esempio, distanziare il consumo di tè o caffè dai pasti principali può contribuire a migliorare l’assorbimento del ferro. Inoltre, la vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro non eme (quello di origine vegetale), quindi l’assunzione di cibi ricchi di vitamina C insieme a quelli ricchi di ferro può essere strategica. In caso di dubbio o di sospetta carenza, è sempre consigliabile consultare un medico o un dietologo per una valutazione personalizzata e un piano alimentare adeguato alle proprie esigenze.