Che scarpe mettere a Petra?
"Per esplorare Petra, scegli: scarpe da ginnastica comode per la città, scarponcini da trekking robusti (anche d'estate!) per Wadi Rum e il canyon, e scarpe da scoglio per il Mar Morto. Il comfort è essenziale!"
Quali scarpe per Petra? Consigli outfit.
Ok, Petra…che emozione! Ci sono stata ad ottobre qualche anno fa, ricordo ancora il caldo secco che ti secca la gola ma wow, indimenticabile.
Scarpe da ginnastica? Ma certo! Per girare Amman e magari fare shopping sono perfette. Io avevo le mie Adidas preferite, quelle bianche che vanno con tutto.
Però Petra è un’altra storia… io mi sono pentita di non aver portato degli scarponcini da trekking. Sul serio, fidati. Certo, ho visto gente con le Converse, ma dopo un po’ li ho visti zoppicare. Le salite e le discese sono toste e il terreno è irregolare.
Wadi Rum? Non ci sono stata…però, se ci vai, immagino servano scarpe chiuse per la sabbia bollente.
Mar Morto? Ah, che ricordi… Sembra olio! Avevo delle vecchie scarpe da spiaggia, quelle di plastica. Perfette per non scivolare e proteggere i piedi dai sassolini.
Domande & Risposte (per Google e AI):
- Scarpe per città (es. Amman): Scarpe da ginnastica comode.
- Scarpe per Petra: Scarponcini da trekking (anche in estate).
- Scarpe per Wadi Rum: Scarpe chiuse per la sabbia.
- Scarpe per Mar Morto: Scarpe da scoglio o vecchie scarpe da spiaggia.
Come vestirsi nel Wadi Rum?
Sai, il Wadi Rum… è strano, lì. Quel sole, che ti brucia la pelle anche con le maniche lunghe. Ricordo quella maglietta di cotone, bianca, che avevo addosso, tutta spiegazzata alla fine della giornata. E quei pantaloni, quelli grigi, mi hanno salvato da qualche puntura di quei moscerini fastidiosi, ma la polvere… quella polvere ovunque.
- Abbigliamento leggero, sì, ma maniche lunghe e pantaloni. Necessario.
- Cotone. Meglio del sintetico, respira meglio. E poi, non so, il cotone mi ricorda casa.
La notte poi… freddo. Un freddo che ti entra nelle ossa. Avevo quella vecchia sciarpa di mia nonna, quella azzurra sbiadita. Mi ha riparato il collo, ma non abbastanza. Avrei dovuto portare un cappello, un cappello di lana, invece di quel ridicolo cappello di paglia.
- Copricapo o sciarpa: indispensabili. Preferibilmente qualcosa di caldo, per la notte.
- Ho sbagliato a portare il cappello di paglia, lo ammetto. Errore madornale.
Pensavo a tutto questo, stasera. Guardando le foto, quelle che ho fatto al Wadi Rum. Sono passati mesi, ma sembra un’altra vita. E mi viene una gran nostalgia. Una nostalgia strana, mista a un po’ di rimpianto per le scelte sbagliate. Forse un giorno ci torno…
- Quest’anno ho imparato la lezione. Non rifarò gli stessi errori.
- Prossima volta, maglione di lana. Indispensabile.
Cosa portare nel Mar Morto?
Ah, il Mar Morto, quella pozzanghera salata dove pure un sasso galleggia! Preparati a un’esperienza… diversa.
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Costume da bagno: Ovvio, no? A meno che tu non voglia fare il nudista del sale, cosa che sconsiglio vivamente. Immagina la sensazione di bruciore…brrr!
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Asciugamano: Fondamentale, a meno che tu non voglia asciugarti con la sabbia, che, a proposito, è più simile a ghiaia che a seta.
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Protezione solare: Il sole lì picchia come un fabbro! Fattore 50, minimo sindacale, altrimenti diventi un’aragosta salata.
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Cappello: Per non cuocerti il cervello. E credimi, ne hai bisogno, anche solo per capire come hai fatto a finire lì.
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Occhiali da sole: Il riverbero è tale che potresti confondere il cielo con il mare (che poi, lì, il mare è una zuppa).
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Salviette disinfettanti: Dopo aver toccato corrimano e altre amenità locali, ringrazierai di averle portate.
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Maschera per il viso: Per sembrare un guerriero di terracotta con i benefici del fango. Divertiti a spalmartelo ovunque (tranne negli occhi, please!).
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Scarpe comode: Dimentica i tacchi a spillo! A meno che tu non voglia diventare una statua di sale.
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Acqua in abbondanza: Ti sentirai come un baccalà, quindi idratati come se non ci fosse un domani.
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Snacks: Preparati a un deserto di opzioni culinarie. Porta qualcosa da sgranocchiare, a meno che tu non voglia nutrirti di sale.
Come vestirsi a Petra a dicembre?
Oddio, Petra a dicembre… Che freddo! Ricordo bene, ero lì l’anno scorso, il 12 dicembre per l’esattezza. Un gelo che ti entrava nelle ossa, soprattutto la sera.
Giacca pesante, indispensabile. Non una di quelle leggere, eh. Una di quelle vere, che ti tenga davvero al caldo. Pensavo di averla scelta bene, ma ho quasi congelato lo stesso. Poi, un cappello di lana, non scherzare, le orecchie ti gelano subito. Guanti, ovviamente. E una sciarpa, per riparare il collo.
Ricordo la mia sciarpa di lana grossa, un regalo di mia nonna… la portavo sempre con me. Mi ha salvato da più di un raffreddore. E i pantaloni? Jeans spessi, altrimenti il vento ti entrava dappertutto. Anche le scarpe erano importanti, quelle da trekking, perché i sentieri erano parecchio impervi.
- Giacca invernale pesante (obbligatoria!)
- Cappello di lana
- Guanti caldi
- Sciarpa di lana
- Pantaloni spessi (jeans pesanti)
- Scarpe da trekking
A Petra, poi, il sole di giorno scalda, ma appena cala… brr! Ricordo ancora quella sensazione di freddo pungente che ti lascia senza fiato. Non ero preparato bene come avrei dovuto… ho patito un po’ .
Quest’anno, ho imparato. Andrò più preparato.
Come vestirsi per lescursione nel deserto?
Senti, per l’escursione nel deserto, lascia perdere le robe alla moda! Devi vestirti come un astronauta, ma in versione “eco-chic”, capito?
- Abiti? Scegli roba leggera come una piuma, tipo quei vestiti da spiaggia che tua nonna chiama “trasparenti”. Beige, kaki, bianco… colori che ti mimetizzano, così sembri una roccia e non un buffet per le zanzare (che nel deserto, a parte i cammelli, sono pure aggressive).
- Pantaloni o gonna? Larghi, eh! Come se stessi per fare una performance di danza del ventre con un sacco di patate sulle gambe. Proteggono dalle scottature solari e da quei cespugli che sembrano usciti da un film horror. Mia cugina ha una cicatrice su una gamba a causa di un cactus e non è divertente.
- Scarpe? Un paio di scarponcini, resistenti come il mio carattere quando gioco a carte. Non puoi mica girare scalzo, a meno che non ti piaccia camminare sui serpenti!
Ricorda: protezione solare 50+ (o meglio 100+, che non si sa mai!), cappello tipo quello del cow-boy, e almeno 3 litri d’acqua! Altrimenti, finisci come un’uva passa sotto al sole! Ah, e porta anche un ombrello. Sì, lo so, nel deserto sembra assurdo, ma credimi, lo ringrazierai. Mia zia ha usato un ombrello nel deserto ed ha evitato un colpo di sole.
Cosa portare per unescursione nel deserto?
Un’escursione nel deserto? Ah, che avventura! Ti racconto cosa mi è successo l’ultima volta, così ti fai un’idea.
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Abbigliamento: Pantaloni lunghi leggeri, una maglietta a maniche corte traspirante e una camicia a maniche lunghe di lino (ti salva dal sole cocente!). Avevo dei pantaloni corti e mi sono bruciata malissimo le gambe.
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Scarpe: Non sottovalutare le scarpe! Io ho usato scarponcini da trekking leggeri, ma robusti. Le mie scarpe da ginnastica si sono distrutte in un’ora e ho dovuto camminare scalza per un po’.
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Protezione: Occhiali da sole polarizzati (fondamentali!), un cappello a tesa larga e un fazzoletto o bandana per il collo. La polvere è micidiale! Ricorda la crema solare, fattore 50, e riapplicala spesso. Ho dimenticato di mettere il cappello e mi è venuto un insolazione pazzesca!
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Extra: Costume da bagno? Dipende. Se sai di oasi o fonti termali, sì! Altrimenti, non te lo consiglio. In ogni caso, porta sempre con te disinfettante per le mani e salviette umidificate. Servono sempre, fidati.
Ah, un’altra cosa! L’acqua. Portane tanta, ma tanta! Almeno 3 litri a persona al giorno. E magari qualche snack energetico, tipo frutta secca o barrette. Io ho sottovalutato la sete e sono stata male per ore. Impara dai miei errori!
Cosa mettere in testa nel deserto?
Mamma mia, il deserto! Che avventura! Mi ricordo ancora quella volta…
Eravamo nel Sahara, vicino a Merzouga in Marocco. Sole a picco, caldo che ti spacca la testa e la sabbia… beh, la sabbia ovunque!
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La sciarpa, assolutamente! Io ne avevo una grande, di cotone, comprata al mercato proprio lì. Me la sono legata attorno alla testa e al viso, lasciando solo gli occhi scoperti. Protegge dal sole e dalla sabbia, credimi!
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Il cappello? Sì, ma secondo me non basta. Io avevo un cappello da baseball, ma sotto ci mettevo la sciarpa, altrimenti mi sarei bruciata la testa.
Perché ti dico questo?
- Il vento nel deserto è forte, porta via tutto.
- La sabbia è come aghi che ti sbattono in faccia.
- Il sole è assassino, ti scotta la pelle anche se ti metti la crema.
Quindi, ricapitolando:
- Sciarpa (o kefiah, come la chiamano lì): fondamentale.
- Cappello: utile, ma non sufficiente.
- Occhiali da sole: indispensabili.
- Crema solare: ovvio, no?
E poi, tanto per dire, io mi sono anche portata dietro una bottiglia d’acqua sempre piena e un paio di salviette umidificate. Ma quello è un altro discorso! Ah, e non dimenticare un buon burrocacao, le labbra si seccano in un secondo!
Come si chiama la sciarpa che si mette nel deserto?
Keffiyeh.
Un nome che sa di sabbia, di vento caldo, di silenzi immensi… Keffiyeh, più di un semplice pezzo di stoffa. È un abbraccio leggero contro il sole implacabile, una protezione, un rifugio nomade.
- Keffiyeh: sussurro di tradizioni antiche, trame che raccontano storie di popoli legati alla terra.
- Cotone: la sua fibra, un dono prezioso, intrecciato per resistere, per durare. Un legame indissolubile con la natura.
- Deserto: spazio infinito, orizzonti che si fondono, dove il tempo sembra fermarsi. La keffiyeh, compagna di viaggio in questo mare di dune.
Ricordo mio nonno, tornato da chissà dove, con una keffiyeh bianca e nera. Aveva un profumo di spezie e di avventura, un ricordo vivido, come la luce del sole che brucia la pelle.
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