Come capire se un nome è primitivo o derivato?

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Ah, i nomi primitivi e derivati! Mi fa pensare a quando studiavo grammatica a scuola. Praticamente, un nome è primitivo se è la radice di tutto, lidea originale. Latte è latte, punto. Poi, ci infili un suffisso e voilà, latteria nasce! Mi sembra logico: la latteria è strettamente legata al latte, no? Un po come un albero e i suoi rami, il tronco è il nome primitivo, i rami quelli derivati. Che bello come la lingua si evolve!

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Ma sai, a volte mi chiedo… cos’è davvero un nome primitivo? Tipo “latte”… sembra così semplice, così basilare. Ricordo ancora le elementari, la maestra che spiegava queste cose. “Latte” è la base, l’origine, ok. E poi? Poi arrivano “latteria”, “lattaio”, “lattante”… tutte parole che, beh, “derivano” da latte. Ovvio, no? Come potrebbe essere altrimenti? Mi viene in mente mia nonna, che aveva una latteria piccolissima, in paese. Tutto profumava di latte fresco, di panna… che ricordi. E la parola “latteria” era così legata a quel posto, a lei… È come un albero, già… l’avevo letto anche io da qualche parte. Il tronco è il nome primitivo, forte e solido, e i rami sono le parole che ne nascono. “Latte”, “lattaio”, “latticini”… quanti rami! Chissà quante altre parole si potrebbero inventare, poi. A pensarci bene è affascinante come una parola sola possa generare tutto un mondo. Un po’ come… boh, non so, come un seme che diventa una pianta. E poi fiori, frutti… Forse ho capito. È come la vita, che si evolve, che si trasforma. E la lingua, in fondo, non è forse una forma di vita anche lei?