Come non far diventare duri gli gnocchi?

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Gnocchi perfetti? Farina con moderazione! Un impasto troppo consistente li rende duri. L'ideale? Una consistenza morbida ed elastica, aggiungendo solo la farina strettamente necessaria. Patate perfette non bastano, attenzione alla quantità di farina!

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Come evitare che gli gnocchi diventino duri?

Ah, gli gnocchi… Che dilemma! Io, personalmente, ho fatto un sacco di disastri prima di capire come farli venire bene. Il segreto, secondo me, sta tutto nella farina. Meno ne metti, meglio è.

Mi ricordo una volta, a casa della nonna, avrò avuto 10 anni. Stavo impastando gli gnocchi con lei, ho messo una quantità industriale di farina. Risultato? Dei mattoncini immangiabili! Da lì ho imparato la lezione.

L’impasto deve essere soffice, quasi appiccicoso. Aggiungi la farina un po’ alla volta, fino a che non raggiunge la consistenza giusta. Fidati, il risultato ti ripagherà!

Domanda: Come evitare che gli gnocchi diventino duri?

Risposta: Non aggiungere troppa farina all’impasto. Usarne solo la quantità necessaria per una consistenza morbida ed elastica.

Come non far venire gli gnocchi molli?

Aggiungi un soffio di fecola…

  • L’impasto, ahimè, è troppo tenero? Un velo di fecola di patate, polvere impalpabile, può esser la salvezza. Ricordo nonna, la sua mano sicura spolverava il piano di lavoro… quasi una magia.
  • Fecola, amica discreta… Lei assorbe, silenziosa, l’umidità in eccesso. Ma non temere, il gusto lieve, il ricordo di patate appena colte, rimane intatto. Un equilibrio sottile, un segreto sussurrato.
  • La memoria del sapore… Il profumo della farina, la consistenza della patata… sono dettagli. Ricordo di una cucina lontana, la mia infanzia in montagna. Il calore del focolare, le mani di mia madre… e gli gnocchi, sempre perfetti.

E se poi, aggiungessi un pizzico di noce moscata? Un tocco segreto, un’eco lontana… un profumo che danza nell’aria. Ma questa, è un’altra storia.

Cosa fare quando limpasto degli gnocchi è troppo morbido?

Oh, l’impasto degli gnocchi… troppo morbido, un disastro imminente! Un mare di farina, un’isola di umidità, un’agonia di consistenza. Ricorda la volta che ho aggiunto troppa acqua, quel giorno di pioggia battente a novembre? Un incubo appiccicoso.

  • Aggiungere fecola. Sì, fecola di patate, la mia salvezza, un angelo custode tra le mani infarinate. Un cucchiaino alla volta, con delicatezza, come accarezzando un sogno. Non troppa, però, che poi diventa una pietra!

L’impasto, un respiro, un respiro pesante di umidità. Devo ritrovare l’equilibrio, la danza tra acqua e farina. Ogni granulo, una stella nella mia piccola costellazione gastronomica. La fecola, un sottile velo, un respiro leggero su una pelle troppo umida.

  • La fecola. La ribadisco, perché è la chiave, la stella polare nella mia navigazione culinaria. Piccole aggiunte, con pazienza, un rituale quasi sacro. La consistenza giusta, un’emozione che mi pervade, una promessa di gnocchi perfetti.

Mi immagino già, la sera, quel piatto fumante, la luce soffusa della cucina, il profumo intenso. Ricordo quel momento, una promessa di gusto intenso, una promessa di calore, un caldo abbraccio per l’anima. Ricordo l’odore degli gnocchi, con quel sapore intenso e delicato allo stesso tempo.

  • Pazienza, la virtù dei cuochi. Ogni impasto, una storia, ogni aggiunta, un capitolo. L’impasto degli gnocchi, un piccolo universo da esplorare.

Un piccolo consiglio personale: la fecola, non aggiungerla tutta in una volta, mai! Assaggiare, toccare, sentire la consistenza sotto le dita. È un dialogo, un’arte antica. La consistenza è fondamentale per ottenere un buon risultato.

Dove mettere gli gnocchi appena fatti?

Ma dove li metti questi gnocchi appena sfornati? Mica li lasci lì a prendere polvere cosmica!

  • Frigorifero, zona VIP (quella più fredda): Se li vuoi mangiare a breve, tipo domani, mettili in un contenitore ermetico. Attenzione, non farli stare lì più di due giorni, che poi diventano tristi come un lunedì mattina! E occhio a dove li piazzi, la zona più fredda è come la suite di un hotel a cinque stelle per loro.
  • Freezer, ibernazione criogenica: Se invece sei tipo “li mangio quando mi pare”, allora dritto nel freezer. Durano fino a due settimane, eh! Non di più, sennò si trasformano in mattoncini di ghiaccio. Ma poi, chi li vuole più?

E un consiglio da amico: se li fai in casa, fanne un quintale e invitami a cena!

PS: Mi ricordo una volta che ho congelato gli gnocchi per un mese intero… erano talmente duri che li ho usati come fermacarte. Funzionava, ma poi ho avuto un attacco di fame e ho dovuto scongelare un mattone. Non ripetere il mio errore!

Come si fa a capire quando gli gnocchi sono pronti?

Ah, gli gnocchi! Quella piccola nuvola di patata che ti guarda dal piatto con aria innocente, ma che in realtà è un concentrato di carboidrati pronto a farti rotolare giù dal divano dopo pranzo.

  • Il segreto della risalita: Gli gnocchi sono pronti quando, come novelli Cristoforo Colombo, avvistano la terra… o meglio, la superficie dell’acqua bollente. È il loro modo di dirti “Siamo pronti! Abbandona la nave (cioè, la pentola)!” Solitamente bastano pochi minuti, ma non fidarti troppo: hanno l’abitudine di fare i timidi all’inizio.
  • Questione di affollamento: Non fare come la metro all’ora di punta! Cuocili in piccoli gruppi, tipo un’allegra combriccola di amici, non una folla oceanica. Altrimenti si appiccicano e addio gnocchi soffici, benvenuti mattoni di patata.
  • L’assaggio del dubbio: Se sei un tipo che non si fida (e fai bene!), pescane uno e taglialo. Deve essere morbido, ma non gommoso, tipo un cuscino che ti accoglie a braccia aperte, non una palla da biliardo. Ricorda, la perfezione è un attimo!

Un aneddoto personale: Una volta ho cucinato gli gnocchi per una cena con amici. Presa dall’entusiasmo, ho buttato tutto in pentola. Risultato? Un’unica, gigantesca polpetta di patate che ho dovuto affettare con il coltello. Immagina le risate! Da allora, cuocio gli gnocchi come se fossero gioielli preziosi: uno ad uno.

Quando scolare gli gnocchi?

Gnocchi! Oddio, oggi li ho fatti io, quelli di patate, eh… la ricetta di nonna Emilia. Devo ricordarmi di scriverla da qualche parte, prima che mi sfugga… Ma quando si tolgono dall’acqua? Ah, sì, ricordo!

  • Quando galleggiano! Tutti quanti, eh, non uno solo che fa il furbo e si nasconde sul fondo.

Ma aspetta, che ho aggiunto abbastanza sale? Speriamo, non vorrei fossero insipidi… Mamma mia, mi sono persa nei miei pensieri. Gnocchi…

  • Appena vengono a galla, subito! Non lasciarli lì a bollire, diventano una pappa! Scolare, scolare…

Poi, cosa ho deciso di fare? Ah, sì, con il pesto! Quello fatto ieri, con il basilico del mio balcone, profumato da morire. Devo comprarne altro basilico, sta finendo… E poi formaggio, ovviamente! Pecorino romano, grattugiato…

  • Condimento? A piacere! Io, pesto e pecorino, ma ognuno ha i suoi gusti!

  • Ricorda: acqua bollente, sale, galleggiano=perfetti.

Caspita, devo andare a vedere se gli gnocchi sono pronti! Spero non si siano attaccati… Oggi ho usato la farina 00, quella che mi ha consigliato la mia amica Sara, è diversa da quella che uso di solito!

(aggiunta) Ah, dimenticavo! Ho usato circa 500 gr di patate, 2 uova, 150 gr di farina 00 circa. Dipende dalla grandezza delle patate, ovviamente. E sale, un pizzico per l’acqua e un po’ nell’impasto.

Quando buttare gli gnocchi in acqua?

Allora, gli gnocchi? Li butti nell’acqua bollente, ovvio! Ma aspetta, devi prima far bollire bene l’acqua, una pentola grande eh, non una tazza da caffè! Aggiungi il sale, abbastanza, non tirare a campare. Poi butti gli gnocchi, uno a uno se sei precisino, io li butto tutti insieme, che palle! Aspetti che vengono a galla, poi li prendi con la schiumarola. Facile no? Mia nonna diceva che dovevano “galleggiare”, una parola un po’ elegante per dire “venire su”.

Ah, un’altra cosa, se sono fatti in casa, potrebbero cuocere un po’ prima, dipende dalla pasta. Quest’anno ho fatto quelli di patate, fantastici! Ma quelli del supermercato, a volte, impiegano di più. Insomma, occhio! Non farli diventare una poltiglia!

  • Acqua bollente, pentola grande.
  • Sale, abbondante.
  • Gnocchi dentro.
  • Aspetti che vengano a galla.
  • Schiumarola per raccoglierli.

Ricorda, se sono fatti in casa controlla la cottura, potrebbero essere più veloci. Io quest’anno ho usato le patate di mio zio, quelle viola, sai? Hanno un sapore pazzesco!

Come si fa a sapere quando gli gnocchi sono cotti?

Uffa, gli gnocchi! Quando sono cotti?

  • Ah, si, quando vengono a galla! Cioè, tipo 2-3 minuti dopo che li hai buttati nell’acqua bollente? Boh, non lo so mai bene…

  • Però, aspetta, meglio pochi per volta! Sennò la pentola impazzisce, l’acqua smette di bollire e addio, gnocchi scotti… E poi, oddio, che casino pulire!

  • A proposito di gnocchi, ma perché i miei vengono sempre molli? Forse metto troppa patata? O troppo poca farina? Devo chiedere a nonna la prossima volta… Lei sì che li fa perfetti! Mmm, forse è la qualità della patata? Boh.

Comunque, l’altro giorno ho trovato un articolo su patataro.it (che nome!), parlava di 7 errori da non fare e un consiglio. Magari lo rileggo, chissà… Forse c’era la risposta che cerco disperatamente, e magari evito pure la prossima volta di fare un pasticcio.

Perché gli gnocchi quando sono cotti vengono a galla?

Ahahah, gli gnocchi che galleggiano! Sembra una magia, tipo quando il mio gatto si trasforma in una palla di pelo voluminosa dopo aver fatto indigestione di spago. Ma no, è scienza, pura e semplice (o quasi!).

  • L’amido, il vero eroe (o villain, dipende dai punti di vista): Quella roba bianca che ti lascia la bocca un po’ appiccicosa dopo una mega-abbuffata di gnocchi? Ecco, quell’amido, a contatto con l’acqua bollente, si trasforma. Diventa tutto gonfio, come me dopo una settimana di pizza. Immaginate una spugna che assorbe tutta l’acqua: meno denso, più leggero!

  • Peso specifico: una lotta tra giganti (o tra un gnocchetto e un litro d’acqua): Il peso specifico dell’acqua è più alto. Quindi, gli gnocchi, con la loro nuova leggerezza da far invidia a una piuma, vincono la battaglia e salgono a galla come dei piccoli sommergibili. Che poi, a pensarci bene, sembrano più dei palloncini che galleggiano.

  • Il mio record personale di gnocchi: 27 in una sola seduta. (Sì, ho una dipendenza). E tutti, rigorosamente, a galla. Nessun gnocchetto ribelle sul fondo!

Ah, dimenticavo! Se non galleggiano, o sono di piombo, oppure li hai fatti troppo piccoli. O troppo grandi. O hai sbagliato la ricetta. O forse è il caso di chiamare un esperto… o un’ambulanza. Dipende dalla gravità della situazione.

Cosa fare se limpasto degli gnocchi è troppo molle?

Oddio, gli gnocchi… troppo molli, eh? Mi è capitato, sai? Con quella ricetta della nonna, che poi in realtà è quella di zia Emilia, modificata da me, ovviamente. Un disastro.

  • Aggiungere pangrattato, un po’ alla volta. Questo è il primo pensiero che mi viene. Tipo, un cucchiaio, due, mescoli piano, aspetti… e poi vedi.

  • La fecola, lo so, funziona, ma a me il pangrattato piace di più. Dona una consistenza… diversa. Più rustica, sai? Anche se, a dire il vero, ieri ho usato la semola rimacinata, e forse, forse ho sbagliato.

  • Ricorda, devi aspettare che assorba. Non buttarci dentro tutto in una volta. Altrimenti è un macello. Ancora peggio di prima. È proprio questione di pazienza, come quando aspettavo il treno delle 23:17 a Porta Nuova.

Quella sera ero così stanco, e poi la pioggia… mi ricordo ancora l’odore del bagnato. Anche l’impasto degli gnocchi di quella sera, sapeva di bagnato. Non so, forse era proprio la farina. O la giornata storta. O forse ero io.

  • Questa volta ho usato la farina 00 che ho preso da “La Dispensa del Mulino”, quella biologica, ma la prossima volta provo con la semola. O con quella di farro che ho visto al mercato.
  • Ah, dimenticavo, se proprio non si riesce, si possono fare gli gnocchi al forno, o un bel sugo ricco e copioso. Magari con le zucchine. Quella sera ho mangiato una pizza, sai?

Come salare lacqua per gli gnocchi?

Ok, eccoti la mia versione, un po’ come se te lo stessi raccontando al bar:

Mamma mia, fare gli gnocchi è un’arte! Mi ricordo una volta, a casa della nonna a Reggio Emilia, che disastro! Acqua insipida, gnocchi molli… un obbrobrio.

  • Sale: La nonna urlava sempre “Come il mare, Caterina, come il mare!”. Quindi, diciamo 7-10 grammi di sale grosso per litro, ecco.

  • Il segreto: Quel sapore salato è essenziale! Non solo per il gusto, eh, ma per la consistenza. Aiuta gli gnocchi a non disfarsi in cottura.

  • Quando:Solo quando bolle a palla, mi raccomando! Altrimenti, non so perché, ma non viene bene. Te lo dico per esperienza!

Poi, un consiglio in più: se usi patate vecchie, l’acqua deve essere un po’ più salata, tipo 12 grammi, perché assorbono meno. Ah, e non lesinare sul parmigiano sugli gnocchi, eh! Altrimenti la nonna si arrabbia!

Perché non si sala lacqua per gli gnocchi?

Ehm, perché non si sala l’acqua per gli gnocchi? Ma dai, è ovvio! È una congiura delle nonne! Vogliono mantenere il loro segreto millenario, eh? Oppure, ipotesi più plausibile, è una leggenda metropolitana alimentata da secoli di pasta insipida!

  • Ipotesi 1: Sabotaggio delle nonne: Le nonne sono potenti, maestre indiscusse della cucina, e custodiscono gelosamente i loro riti! Il sale nell’acqua è un tradimento, una violazione della sacra ricetta tramandata di generazione in generazione. Mia nonna, che Dio la benedica, avrebbe lanciato i suoi migliori mattarelli contro chiunque osasse farlo!

  • Ipotesi 2: La pasta diventa una poltiglia: Ok, ammettiamolo, c’è un minimo di verità scientifica. Il sale, un po’ come un agente segreto che si infiltra nelle cellule della pasta, smantella la fecola di patate e la farina. Risultato? Un disastro di consistenza, una specie di brodaglia informe che somiglia più ad una gomma da masticare che a degli gnocchi. Provare per credere (ma poi non lamentatevi con me!).

  • Ipotesi 3: Il sapore è già nella farcia (o nel condimento!): Insomma, a che serve salare l’acqua se poi ci metti un sugo che ti fa sbattere le mani e urlare “Mamma mia che bontà”? Il sale nell’acqua è superfluo, una perdita di tempo e di prezioso sale marino himalayano! (Io uso solo quello, ovviamente. Questione di principi).

Ah, dimenticavo: quel po’ di sale nell’acqua per le patate? È per dar loro un po’ di carattere! Le patate sono timide, hanno bisogno di un po’ di coraggio prima di trasformarsi in deliziosi gnocchi. Anche io, a volte, ho bisogno del mio caffè doppio per affrontare la giornata.

P.S. Se proprio devi salare, metti un pizzico, un accenno, un’ombra di sale. Ma non esagerare, altrimenti addio gnocchi, benvenuta pappa informe!

#Cucina #Gnocchi #Non Duri