Cosa si può dire a tavola al posto di buon appetito?

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Il galateo tradizionale non prevede luso di buon appetito. Tuttavia, se si desidera evitare il silenzio, unalternativa accettabile, sebbene non del tutto approvata, è augurare buon pranzo o buona cena. Queste formule sono considerate più educate e meno dirette rispetto allespressione buon appetito.

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Oltre il “Buon Appetito”: Alternative Raffinate per Iniziare un Pasto con Stile

Quante volte ci siamo trovati di fronte a un piatto fumante, pronti a iniziare un pasto, e abbiamo automaticamente pronunciato il consueto “Buon Appetito”? È un’abitudine così radicata che raramente ci fermiamo a riflettere sulla sua adeguatezza. Eppure, le regole del galateo, spesso considerate arcane e desuete, ci suggeriscono che forse esistono alternative più eleganti e appropriate per questo momento conviviale.

La verità è che, secondo il galateo tradizionale, l’espressione “Buon Appetito” è considerata superflua e persino leggermente inopportuna. Immaginiamo di trovarci a casa di amici, durante una cena formale: augurare esplicitamente “Buon Appetito” potrebbe suonare quasi come un’affermazione pleonastica, come se si stesse mettendo in dubbio la fame dei nostri commensali o si stesse sottolineando in modo eccessivo l’atto del mangiare.

Allora, cosa possiamo dire per rompere il silenzio e dare inizio al pasto in maniera garbata e raffinata? La risposta sta nella semplicità e nell’eleganza. Una soluzione, sebbene non universalmente approvata dagli esperti di bon ton più rigorosi, è quella di augurare “Buon pranzo” o “Buona cena”. Queste formule sono considerate più discrete e meno dirette rispetto al “Buon Appetito”, focalizzandosi sull’esperienza del pasto nel suo complesso piuttosto che sull’atto fisico del nutrirsi.

Ma, al di là delle formule di cortesia, esiste un modo ancora più efficace per creare un’atmosfera piacevole e conviviale: il sorriso e la conversazione. Un semplice sorriso sincero, accompagnato da un commento positivo sul cibo (“Questo piatto ha un profumo delizioso!”) o da un aneddoto interessante, può valere più di mille “Buon Appetito”.

La chiave è creare un ambiente rilassato e stimolante, dove i commensali si sentano a proprio agio e invogliati a interagire. Possiamo parlare della giornata, dei nostri progetti, di un libro che abbiamo letto o di un film che abbiamo visto. L’importante è avviare una conversazione che stimoli la partecipazione di tutti, creando un’atmosfera di condivisione e convivialità.

In definitiva, sostituire il “Buon Appetito” non significa privarsi di un gesto di cortesia, ma piuttosto elevare il momento del pasto a un’esperienza più ricca e significativa. Significa passare da una formula automatica a un’attenzione autentica verso i nostri commensali, trasformando un semplice atto di alimentazione in un’occasione di scambio e condivisione. Ricordiamoci, quindi, che la vera eleganza risiede nella naturalezza, nella cortesia e nella capacità di creare un’atmosfera piacevole e accogliente a tavola.

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