Dove si mette il piatto per l'antipasto?

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"A tavola, il piatto per l'antipasto si posiziona sopra il piatto piano. Una volta terminato l'antipasto, il piatto viene rimosso per far spazio al piatto fondo per la prima portata."

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Come apparecchiare il tavolo: dove posizionare il piatto dellantipasto?

Oddio, apparecchiare la tavola… mi vengono in mente i pranzi di Natale a casa di nonna Emilia, a Firenze, nel 2018. Ricordo un’ansia pazzesca, tutti quei piatti!

Il piatto dell’antipasto? Sopra quello piano, certo. Nonna lo spiegava sempre così, un po’ seccata se sbagliavo. Poi, via il piatto sporco, spazio al primo! Ricordo il profumo della pasta fatta in casa…

Ricordo bene: piatto piano, sopra il piatto dell’antipasto, poi via quest’ultimo e avanti con il primo. Facile, no? In realtà, per me, non lo era mai, ogni volta sembrava una missione impossibile.

Domande e Risposte:

  • Posizione piatto antipasto? Sopra il piatto piano.
  • Cosa succede dopo l’antipasto? Si toglie il piatto sporco, si aggiunge quello fondo e si serve il primo.

Dove si mette il piatto dellantipasto?

Il piattino, un piccolo universo di attesa… Dove metterlo? Ah, la sua collocazione, un mistero delicato come il profumo di un tartufo bianco.

  • Accanto agli antipasti, in un’oasi di spazio dedicato, se la tavola lo permette. Un’armonia di forme, un balletto di sapori che si preannunciano. Ricordo le cene a casa di Zia Emilia, con i suoi centritavola intricati, e i piattini che aspettavano, pazienti, il loro turno.

  • Ma se lo spazio è un respiro corto, stretto come il tempo che passa troppo in fretta… allora il piattino prende il posto del piatto fondo, un’eleganza discreta, un rimpiazzo temporaneo, una danza di piatti che si scambiano il ruolo sulla scena del tavolo. Come quando, a quindici anni, io e Marco trasformavamo la sala da pranzo in un palcoscenico per le nostre esibizioni improvvisate.

Un attimo. Mi torna in mente il servizio di porcellana della nonna, quelli con i fiorellini blu… ogni piattino una promessa di delicatezza. La memoria, un aroma dolceamaro che si mescola al profumo dei ricordi.

  • Il piatto fondo, poi, entra in scena, un’entrata trionfale dopo l’antipasto, il vero protagonista della successiva portata.

  • Quest’anno, per il Natale, ho utilizzato un servizio di piatti con motivi geometrici, un contrasto elegante al tradizionale, una rottura di schemi voluta.

La posizione del piattino è un dettaglio, sì, ma un dettaglio che parla di attenzione, di cura, di un’armonia ricercata. Un piccolo gesto, una grande dichiarazione d’intenti.

Dove si mette il piatto per linsalata?

Il piattino… un piccolo cerchio di porcellana, o forse argento, che attende paziente, silenzioso. Un’attesa antica, come il tempo stesso, che si allunga, un’eco nel vuoto della tavola imbandita.

A sinistra, naturalmente. Sempre a sinistra, vicino al cuore del commensale, un’intimità discreta, un’offerta di freschezza. Un’immagine, un ricordo vivido: la nonna, mani delicate che posano il piattino, un gesto antico, ripetuto per anni, generazioni. L’erba cipollina, il profumo del basilico, un’allegria verde che danza sulla ceramica.

Poi, l’insalata arriva, un trionfo di colori, di consistenze, un attimo di gloria effimera. E, altrettanto velocemente, il piattino, svuotato, viene rimosso. Scompare, come un sogno. Un respiro, e se ne va. Il suo compito compiuto.

  • Posizione: a sinistra del commensale.
  • Momento: solo durante il servizio dell’insalata.
  • Rimozione: subito dopo il consumo.

Ricordo mia zia Emilia che, ogni Natale, usava un piattino di cristallo, ereditato dalla bisnonna. Un tesoro delicato, che brillava sotto le candele.

Dove mettere gli antipasti?

Ah, gli antipasti, croce e delizia di ogni pranzo che si rispetti! Dunque, partiamo con un consiglio spassionato: mai sottovalutarli, perché sono come l’ouverture di un’opera lirica, danno il tono all’intero pasto.

  • Questione di piani (e di piatti!): Il piatto da antipasto, di solito più piccolo e malizioso, si piazza sopra al piatto piano, come un re sul suo trono… o meglio, come un gatto che si sistema sul tuo libro preferito. Se poi il primo piatto latita, l’antipasto si gode la ribalta e occupa direttamente il posto d’onore sul piatto piano.

  • A lato, prego: Ricordati, il galateo è un’arte, non una scienza. Quindi, se lo spazio scarseggia o hai un’antipasto particolarmente ingombrante, un piattino a lato è sempre una soluzione elegante. Consideralo come un rifugio per le olive ribelli!

  • Alternativa furba: Se hai poco spazio a tavola, puoi usare anche delle alzatine per servire gli antipasti, un modo carino per dare un tocco di originalità.

P.S.: Un aneddoto personale? Una volta, durante una cena importante, ho dimenticato completamente di mettere i piatti da antipasto. Risultato? Gli ospiti hanno usato i sottobicchieri. Imbarazzante, ma almeno hanno apprezzato la mia creatività… involontaria! Quindi, ricapitolando: piatto piano, poi antipasto (se c’è il primo), altrimenti via libera all’antipasto direttamente sul piatto piano. E se tutto va storto, improvvisa! La vita è troppo breve per prendersi troppo sul serio, soprattutto a tavola.

Dove mettere il piatto da antipasto?

Dove metto ‘sto dannato piatto degli antipasti? Sopra il piatto piano, ovvio! Non è che stiamo apparecchiando per un esame di galateo, no? A meno che tu non voglia farmi sfigurare davanti a Sua Maestà la Regina (e anche in quel caso, dubito che si noti la differenza tra un piatto sopra l’altro).

Dopo? Via il piatto sporco, un po’ come cacciare un coinquilino che non paga l’affitto, e avanti con il piatto fondo e il primo. A meno che il tuo primo non sia così liquido da poter essere servito in un bicchierino da shottino. In quel caso, ripenserei a tutta la mia vita.

  • Posizionamento: Piatto antipasto sopra il piatto piano.
  • Dopo l’antipasto: Via il piatto, dentro il piatto fondo. Semplice, no? (o almeno dovrebbe esserlo).
  • Il mio consiglio personale? Usa piatti carini, che almeno se le cose vanno male, almeno ci si consola guardandoli. Io ho dei piatti con i gatti, adoro i gatti, sono fantastici.

Aggiungo un’osservazione personale: io odio quando i piatti sono freddi, danno la stessa sensazione di un abbraccio di un’ex. Quindi, soprattutto in inverno, scalda pure i tuoi piatti, ché non si sa mai.

Come disporre i piatti sul tavolo?

Tavola apparecchiata:

  • Piatto piano: base. Tra le posate. Eleganza essenziale.
  • Sopra: piatto fondo. Funzionale, ovvio. Non una scelta, un dato di fatto.
  • Piattino dolce? Dopo. Fine pasto. Semplice.
  • Antipasto? Sul piano. Se c’è. Altrimenti, superfluo.

Mia nonna, sempre impeccabile, ometteva il piattino se il dolce era già nel piatto. Efficienza. Purezza.

La disposizione? Questione di prospettiva. O forse, di spazio. Il mio tavolo, piccolo, solo tre posti. Un’immagine nitida.

  • Nota: Quest’anno, a Pasqua, ho usato piatti di mia zia. Ceramica artigianale, pesanti. Bellissimi.

Come apparecchiare la tavola con i piatti?

Allora, amico, apparecchiare è facile! Metti prima il piatto piano, quello grande, capito? Sopra ci metti il piatto fondo, quello un po’ più piccolo, per la pasta o la zuppa. E poi, a parte, il piatto da antipasto, piccolo piccolo!

Se non fai il primo, il piatto dell’antipasto va direttamente sul piano, semplice no? Io di solito metto anche il piattino del pane, a sinistra del piatto, vicino alle posate. Mamma mia, che fame! A proposito, ieri sera ho fatto delle tagliatelle al ragù, buonissime!

  • Piatto piano: base
  • Piatto fondo: sopra il piano
  • Piatto antipasto: a parte, o sopra il piano se salti il primo
  • Piattino del pane: a sinistra

Ricorda, questo è come faccio io, eh. Mia nonna invece era tutta un’altra storia, una vera artista nell’apparecchiare! Lei usava anche i tovaglioli di stoffa, quelli ricamati a mano, una roba pazzesca! Aveva pure il sottopiatto, ma quello lo usava solo per le grandi occasioni, tipo Natale o Pasqua. A volte, se avevamo ospiti importanti, metteva anche il cucchiaio da minestra, ma non lo usavo quasi mai, preferivo la forchetta!

Come mettere gli ospiti a tavola?

Uffa, devo pure pensare a come mettere a tavola la gente? Ok, vediamo…

  • Capotavola: Noi, ovvio! Ma chi si siede lì? Dipende, no?
  • Lei: A destra l’ospite top uomo, a sinistra il secondo. Ma se non mi piace il top uomo? Che noia!
  • Lui: A destra la vip donna, a sinistra la seconda. Ma se poi si mettono a parlare di borse? Oddio!

Mamma mia, che stress! Ma poi, perché tutte ste regole? Non si può fare come ci pare? Mah! Ah, dimenticavo! Quest’anno a Natale, zio Piero si lamenta se non lo metto vicino alla TV per vedere la partita… che palle! E la nonna vuole stare vicino alla finestra per controllare il gatto del vicino! Aiuto!

Come disporre le persone a tavola?

Ecco, come un’eco lontana…disporre, disporre le persone, come un’armonia fragile da costruire.

  • L’ospite d’onore, a destra: Un gesto, un’attenzione, un posto riservato, quasi un abbraccio discreto. La destra della padrona di casa, un luogo privilegiato, un sussurro di importanza.

  • L’altro ospite, a sinistra: Un equilibrio, una bilancia delicata. A sinistra, l’altro ospite speciale, perché ogni persona è un universo da accogliere.

E tutto danza, si muove in un valzer di sguardi e parole. Il tempo si dilata, si restringe, e i ricordi affiorano…come quella volta a casa di nonna, la tavola imbandita, le risate che riempivano l’aria. Ogni posto aveva il suo significato, ogni persona la sua storia da raccontare.

Si, lo spazio attorno a noi è un teatro, e noi siamo gli attori, i danzatori di una coreografia antica, intrisa di rispetto e affetto. E i libri del galateo sono solo una traccia, una melodia da interpretare con il cuore.

Come impostare tavoli di matrimonio?

Sai, pensandoci ora a tarda notte… impostare i tavoli per un matrimonio… che casino! Ricordo mia sorella, il suo matrimonio l’anno scorso. Un macello.

  • Il tavolo d’onore: mia madre a destra di mio cognato, il suo migliore amico a sinistra. Non che ci fosse una vera gerarchia, eh, ma così sembrava giusto.

  • Poi i parenti più stretti, un po’ mischiati, cercando di evitare “problemi” familiari. Già, mia zia Laura e mio zio Giovanni, li ho messi lontani. Sapevo che avrebbero litigato sul vino.

  • E gli amici? Un caos, un sacco di coppiette sparpagliate. Ho cercato di mettere insieme chi si conosceva di più, ma in realtà, è sempre un azzardo.

Ricordo bene la fatica, il mio mal di testa alla fine della giornata. Avete presente quella sensazione di stanchezza che ti si appiccica addosso? Quella. E poi il dubbio, sempre, se avessi fatto le cose nel modo giusto. Non si finisce mai di pensare a questi dettagli, soprattutto dopo. Forse avrei dovuto fare diversamente. Magari avrei dovuto seguire un po’ più le regole del galateo, ma a chi frega poi, veramente? Alla fine, l’importante è che si siano divertiti, no? Però, l’ansia… non me la dimentico.

#Antipasto Piatto