Quanto sale nel pane per legge?

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In accordo con le linee guida, i panificatori si impegnano a produrre pane a ridotto contenuto di sale, pari all1,7% di sale sul totale della farina utilizzata. Ciò garantisce pane più sano per la popolazione, senza compromettere il gusto o aumentare i costi.

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Il Sale nel Pane: Un Equilibrio Delicato Tra Gusto e Salute

Il pane, alimento base della dieta mediterranea e simbolo di convivialità, è oggetto di attenta regolamentazione, soprattutto per quanto riguarda il suo contenuto di sale. Sebbene non esista una legge che fissi un limite preciso di cloruro di sodio nel pane in Italia, esiste una forte spinta da parte delle istituzioni e degli operatori del settore a ridurre significativamente la sua presenza, promuovendo un consumo più sano.

La pratica comune, aderente alle linee guida diffuse e condivise tra i panificatori attenti alla salute pubblica, prevede un rapporto sale/farina intorno all’1,7%. Questo significa che per ogni 100 grammi di farina utilizzata nella preparazione del pane, vengono aggiunti circa 1,7 grammi di sale. Questo valore, frutto di un lungo processo di ricerca e sperimentazione, rappresenta un compromesso significativo tra il gusto, fondamentale per la piacevolezza del prodotto, e la salute del consumatore.

Ridurre ulteriormente la quantità di sale comporterebbe, infatti, un rischio concreto di compromettere la struttura e il sapore del pane. Un minor apporto di sale potrebbe rendere la mollica meno elastica, la crosta meno croccante e, soprattutto, alterare significativamente il gusto, rendendo il prodotto meno appetibile per il consumatore medio. Inoltre, una drastica diminuzione del sale potrebbe rendere più difficile la conservazione del pane, accorciandone la shelf-life.

L’obiettivo dell’1,7% non è dunque un limite imposto per legge, ma un accordo implicito, una best practice ampiamente adottata dai panificatori consapevoli dell’importanza di una corretta alimentazione. Questa scelta volontaria rappresenta un importante contributo alla lotta contro l’ipertensione e le malattie cardiovascolari, spesso associate ad un eccessivo consumo di sodio.

È importante sottolineare che, pur in assenza di una legislazione vincolante su questo specifico aspetto, la trasparenza e l’informazione al consumatore rimangono fondamentali. L’indicazione chiara e precisa degli ingredienti, compreso il quantitativo di sale, sulla confezione del pane rappresenta un elemento chiave per permettere al consumatore di fare una scelta consapevole, optando per prodotti che meglio si adattano alle proprie esigenze e preferenze. In definitiva, il futuro del pane si prospetta sempre più orientato verso un equilibrio virtuoso tra gusto, tradizione e benessere, con l’impegno continuo del settore a ridurre gradualmente il contenuto di sale, senza sacrificare la qualità del prodotto.