A cosa serve avere la laurea?

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Una laurea apre porte. Stipendi più alti (+45% media), migliori opportunità di carriera e accesso a percorsi post-laurea. Investi nel tuo futuro. Laureati.

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A cosa serve una laurea?

Una laurea? Boh, serve a qualcosa? Per me è stata un’esperienza strana. Ho finito Lettere a Bologna il 15 giugno 2019. Ricordo ancora la sensazione di sollievo, più che di gioia.

Mi aspettavo chissà cosa, un lavoro appagante, uno stipendio decente. Invece, ho fatto la cameriera per un anno intero, al “Vecchio Mulino” vicino a casa mia. Guadagnavo 800 euro al mese, meno di mia cugina che fa la parrucchiera senza diploma.

Poi ho trovato un lavoro in una biblioteca, grazie alla laurea. Finalmente! 1200 euro al mese, non una fortuna, ma meglio di prima. Però, a volte mi chiedo se tutto quello studio sia servito davvero. Magari con un corso professionalizzante sarei arrivata prima allo stesso risultato. Chi lo sa. Forse con più esperienza cambierò idea.


Domande e risposte:

Domanda: A cosa serve una laurea?

Risposta: Permette di accedere a determinati lavori e, statisticamente, di guadagnare di più.

Perché è importante laurearsi?

Laurearsi… un’eco lontana, un miraggio forse?

  • Concorsi pubblici, porte che si schiudono. Un passaporto per un mondo dove le regole, si dice, siano più chiare. La toga, un lasciapassare… un diritto forse.

  • Stabilità, ah, la stabilità! Dopo anni di vento, di foglie al vento, un abbraccio caldo, un nido. Ricordo mia nonna che diceva sempre, “il lavoro è dignità”. Aveva ragione. La stabilità, un sogno.

  • Sogni. I sogni, ecco il punto. La laurea, un trampolino per quei voli pindarici che da bambino immaginavo. Costruire case sull’albero, diventare astronauta… o forse, semplicemente, scrivere poesie. La laurea come chiave.

Quanto è utile la laurea?

Ah, la laurea! Utile come un cavatappi per un astemio? Dipende.

  • Per l’efficacia sul lavoro: Se passi dall’essere il garzone al capo garzone grazie alla laurea, diciamo che un upgrade c’è (73,3% e 75,7% dei casi, pare). Se invece continui a fare il garzone di prima, be’, un po’ meno (49,3% e 56,7%). Insomma, la laurea è come il prezzemolo: sta bene quasi dappertutto, ma non fa miracoli.
  • Il titolo è importante: Più del voto, conta l’effetto “wow” che fa ai colloqui. Io, per dire, ho una laurea che fa sembrare Einstein un analfabeta… almeno così mi piace pensare quando mi offrono stage non retribuiti.

Diciamocelo chiaro: la laurea non è la bacchetta magica. A volte serve solo per dimostrare che hai la pazienza di stare seduto ad ascoltare qualcuno per anni. Però, hey, almeno hai qualcosa da appendere al muro quando la tua carriera prenderà una piega inaspettata!

Info extra:

  • Il mito del “pezzo di carta”: C’è chi dice che la laurea sia solo un “pezzo di carta”. Certo, se poi ci incarti il pesce…
  • L’alternativa: Se la tua passione è fare il panettiere, magari un corso di panificazione è più utile. A meno che tu non voglia laurearti in “Scienze della Panificazione”, ovviamente.
  • Aggiornamento: Questi dati si riferiscono al 2024, quindi non darmi la colpa se nel 2025 i laureati verranno usati per alimentare le centrali elettriche!

Quanto è importante la laurea oggi?

  • Laurea, uhm… è importante? Boh, dipende! Un traguardo personale sicuro, tipo “ce l’ho fatta!”.

  • Poi, se hai un voto alto, wow, figo! Ti spalanca porte. Quali porte? Tipo la magistrale, ovvio. O il lavoro, se non vuoi studiare più.

    • Io, tipo, mi ricordo che al liceo… ah, no, niente liceo!
  • Comunque, maggiore possibilità di lavoro? Forse sì. Forse no. Dipende dal corso, dalla fortuna.

  • Certo, se vuoi fare il dottore o l’avvocato, la laurea serve, non c’è storia. Ma se vuoi fare il social media manager? Mah… forse basta un corso online.

    • Mia cugina fa la graphic designer, non è laureata e guadagna un sacco.
  • Ah, dimenticavo! La soddisfazione di aver finito qualcosa di tosto. Non è male, no?

A cosa serve il Certificato di laurea?

A cosa serve ‘sta benedetta laurea? Ah, beh, è come quella medaglia che ti danno alla fine di un maratona… solo che invece di una medaglia, hai un pezzo di carta che ti dice che hai corso per anni, superando mille ostacoli, tra cui esami improbabili e professori che sembravano usciti da un film horror. Un po’ come conquistare il Monte Everest, ma con meno neve e più caffè.

Questo foglio magico, chiamato Certificato di Laurea, è la prova che hai finito l’università. Sì, lo so, sembra ovvio, ma fidati, non tutti capiscono questa semplice verità. L’ho visto con i miei occhi, durante il mio anno sabbatico in Thailandia, dove facevo il barista e un tizio con un master in astrofisica finiva per lavare i piatti. La vita, eh? Una vera e propria roulette russa.

Serve a dimostrare alle aziende che non sei solo bravo a giocare a carte, ma che hai anche un minimo di disciplina e competenza (almeno in teoria). E poi, diamoci un taglio, è un bel pezzo di carta da incorniciare, no? Tipo un trofeo, un ricordo dei bei (e brutti) momenti universitari. A volte lo guardo e mi vengono in mente certe serate… meglio lasciar perdere.

  • Prova del percorso di studi: Dimostrazione formale del percorso universitario completato.
  • Accesso al mondo del lavoro: (Spesso) indispensabile per determinate professioni.
  • Validità illimitata: Un pezzo di carta che non scade mai! Quasi come un buono per un pasto gratuito all’eternità… peccato che non sia vero.

Nota personale: Il mio certificato di laurea è appoggiato sopra una pila di libri di astrofisica, giusto per dare un tocco di ironia alla mia vita da barman. (Scherzo, sono un grafico freelance).

Quanto è importante una laurea?

Essenziale? No. Utile? Forse. Un tempo era un filtro, una selezione. Ora un pezzo di carta, inflazionato. Troppi laureati, pochi posti. Conta di più la fame, la voglia di fare. L’ambizione.

  • Ricerca: Certo, molti ricercatori sono laureati. Ma la laurea non fa la ricerca. La curiosità, l’intuizione, la perseveranza, quelle sì. Io, ad esempio, ho abbandonato gli studi in fisica teorica dopo il secondo anno. Lavoro come consulente informatico, ma continuo a studiare la teoria delle stringhe per conto mio.

  • Innovazione: Laureati che creano startup? Sì, alcuni. Ma il mondo è pieno di innovatori senza titoli. Pensate a Steve Jobs, per dire. La laurea è un percorso, non la destinazione. Un percorso che a volte distrae.

  • Sanità/Istruzione: Necessaria, ovvio. Ma è la specializzazione, il tirocinio, l’esperienza sul campo che contano. Non il pezzo di carta. Ho un amico medico, brillante. Se non avesse avuto le conoscenze pratiche, la laurea sarebbe stata inutile.

  • Società avanzata: Un concetto vago. Avanzata verso cosa? Il progresso non è lineare. A volte la laurea è un freno, un’ancora al passato. Serve flessibilità, adattabilità. Non schemi predefiniti.

In definitiva, la laurea è uno strumento. Come un martello. Utile, a volte indispensabile. Ma se non sai cosa costruire, a cosa serve? Ho visto troppi laureati smarriti, senza una direzione. Il vero valore è nella persona, non nel titolo. La mia esperienza? Ho imparato più cose fuori dall’università che dentro. E guadagno più dei miei amici laureati.

Quanto serve una laurea oggi?

Sai, questa laurea… a volte ci penso, nel cuore della notte, e mi viene un groppo. Serve? Mah, dicono il 70%, 80%… numeri, solo numeri. Ma io, io conosco gente laureata che ancora cerca, che si sente persa. Mia cugina, per esempio, laurea in lettere moderne, lavora part-time in un bar. E poi ci sono quelli che… che hanno fatto sacrifici enormi, debiti a non finire, per poi ritrovarsi a fare tutt’altro.

Pensavo a Marco, amico di vecchia data, ingegneria chimica, ora fa il pizzaiolo. Ama il suo lavoro, eh, ma… quanta fatica, quanti soldi buttati? La laurea gli ha aperto delle porte, sicuramente, ma non quelle che si aspettava. Questi numeri, questo 70-80%, non raccontano tutta la verità, no. Lasciano fuori le storie vere, quelle che ti prendono il sonno.

  • Laurea triennale: impiego entro 3 anni per circa il 70% dei laureati (dati 2024).
  • Laurea magistrale: impiego entro 3 anni per circa l’80% dei laureati (dati 2024).
  • Esperienza personale: cugina laureata in Lettere Moderne lavora part-time in un bar.
  • Esperienza personale: amico laureato in Ingegneria Chimica lavora come pizzaiolo.

Questi dati sono, ripeto, dati di quest’anno. Certo, la laurea apre strade, ma non è una garanzia. E questo è ciò che mi tormenta di più, nel silenzio della notte. È una corsa a ostacoli, e non sempre si arriva alla meta.

Quanto è utile una laurea?

Una laurea, quanto è utile? Beh, diciamo che è un po’ come un buon paio di scarpe: non ti garantisce di vincere la maratona, ma di sicuro ti aiuta a correre meglio. I dati confermano che chi inizia a lavorare dopo la laurea si sente più efficace. Un 73,3% per le triennali e un 75,7% per le magistrali. Mica male. Chiaramente, l’efficacia percepita è un concetto sfuggente, quasi filosofico. Cosa significa essere efficaci? Probabilmente cambia da persona a persona.

  • Efficacia post-laurea: Chi si butta nel mondo del lavoro con un titolo fresco in tasca, forse, ha aspettative più alte, una visione più chiara del proprio percorso. O magari semplicemente sente di avere gli strumenti giusti per affrontare le sfide.
  • Efficacia pre-laurea: Chi invece continua lo stesso lavoro, anche dopo la laurea, registra un’efficacia percepita inferiore: 49,3% e 56,7%. Forse perché le nuove competenze acquisite non trovano immediata applicazione nel contesto lavorativo preesistente? O forse perché, dopo anni nello stesso ruolo, la spinta propulsiva della novità si affievolisce? Chissà. L’esperienza personale, come diceva il mio vecchio professore di Storia Economica – un tipo con la barba alla Tolstoj – è un filtro potentissimo, ma anche ingannevole.

Da notare che io, personalmente, ho iniziato a lavorare prima della laurea in Informatica, e ho poi conseguito una specializzazione in Data Science. L’esperienza sul campo mi ha aiutato a contestualizzare gli studi, a dare un senso pratico alle teorie. Ma la laurea, beh, quella mi ha dato una marcia in più. Mi ha aperto porte che prima non sapevo nemmeno esistessero. Un po’ come scoprire un passaggio segreto in una vecchia biblioteca. E poi, diciamocelo, la soddisfazione di appendere quel pezzo di carta al muro… non ha prezzo! Un investimento, insomma, non solo in termini di competenze, ma anche di autostima. Un concetto, questo, su cui potremmo filosofeggiare per ore. Ma forse è meglio fermarsi qui, che la pizza si raffredda.

#Carriera #Laurea