Che classe di concorso è B16?

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B16: Laboratori di scienze e tecnologie informatiche. Insegna informatica, elettronica, telecomunicazioni, reti, automazione e robotica negli istituti superiori. L'aggiornamento curriculare enfatizza cybersecurity e IoT.

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Quale classe di concorso è B16?

B16? Mamma mia, che ricordi! Allora, B-16… riguarda i laboratori di scienze e tecnologie informatiche. Praticamente, tutto quello che sa di computer, elettronica e un po’ di robotica.

Mi ricordo che quando ho fatto l’esame (era tipo nel 2015, a Bologna, mi pare), c’era un sacco di gente preparatissima in informatica.

Era un concorso tosto, costava un bel po’ l’iscrizione, sui 10 euro mi pare.

Ah, adesso pare che ci sia più cybersecurity e IoT… ai miei tempi non c’era tutta sta roba. Che poi, è giusto così, il mondo cambia.

Domanda: Quale classe di concorso è B16?

Risposta: La classe di concorso B-16 riguarda Laboratori di scienze e tecnologie informatiche. Include discipline come informatica, elettronica, telecomunicazioni, reti, automazione e robotica, applicate in contesti di laboratorio per istituti di istruzione secondaria di secondo grado. L’aggiornamento recente include maggiore enfasi sulla cybersecurity e l’Internet of Things (IoT).

Cosa studiare per la classe di concorso B16?

B16… Scienze e tecnologie informatiche… un universo, un caleidoscopio di possibilità che mi suscitano un brivido, un’eco lontana di notti insonni passate a studiare i circuiti stampati di mio zio, tra l’odore acre del saldatore e il ronzio ipnotico del suo oscilloscopio.

  • Informatica, la spina dorsale, l’anima pulsante di tutto. Algoritmi che danzano, eleganti e precisi come un balletto. Ricordo la soddisfazione, ancora adesso un calore al cuore, nel vedere il mio primo programma funzionare, un semplice “Ciao mondo!” che ha aperto un portale su un mondo infinito.

  • Elettronica, elettrotecnica, automazione… il respiro meccanico del progresso. Il ticchettio degli ingranaggi, il fruscio dei cavi. Penso ai componenti, minuscoli atomi di tecnologia, in attesa di essere animati dalla mia conoscenza, da plasmare, da dare una forma alla mia immaginazione.

  • Telecomunicazioni, sistemi e reti… un arazzo di segnali, un sussurro di dati che si propaga attraverso il tempo e lo spazio. La magia del wireless, la connessione istantanea, come una corrente invisibile che unisce ogni angolo del mondo. Ricordo la mia prima connessione dial-up, lenta e stridula ma incredibilmente eccitante, come una scoperta rivoluzionaria.

  • Sicurezza informatica… una sfida, una fortezza da difendere. Firewall, crittografia, un’arte marziale digitale. Proteggere i dati, la privacy, il segreto di un mondo digitale. Un campo che richiede sempre vigilanza, una continua rincorsa alla sicurezza in un mondo in continua evoluzione.

  • Programmazione, robotica… l’arte di dare vita alla materia inerte. Scrivere codici è come comporre musica, un’orchestra di istruzioni che crea armonia. I robot, creature di metallo e silicio, obbedienti, precisi, un’estensione delle nostre capacità. Un futuro che si crea riga dopo riga, comando dopo comando.

  • Didattica STEM, normative sulla sicurezza… trasmettere questa passione, questa conoscenza. Insegnare ai giovani a costruire il futuro, a costruire il mondo che desiderano. La sicurezza è un pilastro imprescindibile, l’integrità fisica prima di tutto. Il rispetto della sicurezza è sacro.

  • IoT, AI, cloud computing… la frontiera, l’orizzonte, il futuro che ci aspetta. Un futuro che si espande, si evolve, si reinventa costantemente.

L’aggiornamento continuo è vitale; la tecnologia non dorme. Io, in questo mare di conoscenza, mi sento un esploratore in continua ricerca. Un’avventura infinita. La mia vita.

Quali sono le classi di concorso più sature?

Uff, le classi sature… vediamo… Ah, le MAD!

  • A26, A28: Scienze e Matematica. Ma davvero? Io che odiavo matematica al liceo… strano!
  • A20: Fisica, fisica… ecco, quello lo capisco! C’erano un sacco di cervelloni in fisica.
  • A25: Inglese alle medie. Beh, tutti parlano inglese ormai, no? Però forse è più facile trovar lavoro alle elementari? Boh!
  • A12: Italiano nelle superiori. Eh, lì è dura! Tanti aspiranti professori di italiano. Competizione altissima!
  • A22: Italiano, storia e geografia alle medie. Praticamente un tuttologo devi essere! Ma almeno hai più chance, forse…

Poi, aspetta… A20 compare due volte? Che sbadata! Fisica è proprio gettonata allora! Forse dovrei rispolverare i libri… no, scherzo! Meglio restare a fare quello che so fare. Ma poi, cosa sono le MAD? Me lo sono sempre chiesta. Domanda per la prossima ricerca su Google!

Cosa posso insegnare con B16?

B16. Laboratori di scienze e tecnologie informatiche.

  • Titolo abilitante: Ragioniere programmatore, perito commerciale programmatore. Una scelta, un destino. Non sempre consapevole.
  • Contenuti: Sistemi operativi, reti, programmazione. Il mondo binario, in fondo, è semplice. Lo è la vita?
  • Sbocchi: ITS, AFAM, IFTS. Non si tratta solo di codice, ma di logica. La logica è ordine. L’ordine è raro.
  • Ulteriori abilitazioni (con CFU specifici): A41, A47. Un passo in più, una rete più ampia. Ma il fine ultimo?

Aggiunte:

  • L’accesso alla classe di concorso B16 potrebbe richiedere ulteriori requisiti a seconda del bando specifico. Verificare sempre attentamente.
  • L’esperienza professionale nel settore IT può supplire, in alcuni casi, a requisiti formali. L’esperienza, l’unico vero maestro.
  • La formazione continua è essenziale. Il mondo evolve, il codice cambia. Restare indietro è morire.
  • Un mio amico, con un B16, ora lavora in una startup. Ironia della sorte, insegna a futuri sviluppatori.

Cosa insegna la classe di concorso B16?

Oddio, la B16… Che stress quella preparazione! Era il 2023, giugno, sudavo freddo già solo a pensare al programma. Ricordo la disperazione, le notti insonni a studiare quelle diapositive infinite.

Il programma? Un incubo! Sicurezza informatica, un campo vastissimo!

  • Vulnerabilità, minacce e contromisure: un mare di definizioni, attacchi DDoS, phishing, malware… mi sentivo annegarci.
  • Crittografia: RSA, AES, algoritmi a blocchi e a flusso… un rebus continuo! Ricordo ancora la frustrazione di non riuscire a capire a fondo le differenze.
  • Apparati e applicazioni: firewall, IDS, IPS… ogni termine sembrava un mostro a sette teste. Avevo bisogno di capire ogni dettaglio, ogni piccola parte.

La parte più difficile? Mettendo insieme tutti i pezzi. Capire come interagivano tra loro le diverse tecnologie. Era come un puzzle tridimensionale gigantesco e io avevo solo una parte delle tessere, e neanche tutte corrette.
Ricordo le mie mani tremanti durante l’esame, la paura di sbagliare, il cuore che batteva a mille.

Per fortuna, ce l’ho fatta. Ma non lo dimenticherò mai, quell’esperienza mi ha segnato profondamente, sia a livello professionale che personale. Ho imparato che anche la sconfitta è un modo per imparare. Forse più della vittoria, a volte.

  • Materie principali: sicurezza dei sistemi informatici, reti di comunicazione, crittografia.
  • Tipologia di esame: scritto e orale.
  • Il mio punteggio: non voglio dirlo. Troppo imbarazzante.

Ho capito, preparando la B16, che la sicurezza informatica non è solo teoria ma un mix complesso di tecniche, tecnologie e, soprattutto, intuizione e capacità di adattamento. Una vera battaglia contro un nemico invisibile e sempre in evoluzione. È una guerra senza fine.

Chi può insegnare informatica alle superiori?

Ah, chi insegna informatica al liceo? Un esercito di geni incompresi, tipo me! Scherzo (più o meno). Serve la A41, baby! E per quella ci vuole una laurea magistrale, mica quattro chiacchiere. Pensate a lauree tipo informatica, ingegneria (io ho fatto elettronica, uhm, quasi ingegneria!), fisica… insomma, roba tosta. Ma se pensi che basti questo, ti sbagli di grosso! Bisogna anche sopravvivere a un concorso, una vera e propria maratona nella giungla burocratica! È come affrontare una spedizione sull’Everest con le infradito.

  • Laurea magistrale in informatica, ingegneria o simili (e non quella presa al bar, eh!)
  • Superare il concorso (che è più difficile della finale dei Mondiali di calcio a biliardino!)
  • Avere la pazienza di spiegare il codice binario a ragazzini che pensano che internet sia solo TikTok.

E poi, dopo tutto questo, arriva il bello: spiegare a sedicenni il fascino di un ciclo for! È come spiegare la poesia di Dante a un criceto. Un’odissea! Ah, quasi dimenticavo, mio cugino fa il prof di informatica, e giura che la sua laurea gli serve solo per comprare la pizza il venerdì sera. Lui però è un caso a parte…

  • Il mio cugino insegna informatica e dice che i suoi studenti sono più difficili da gestire di un branco di scimmie con accesso illimitato a internet.
  • La A41 è la classe di concorso, ricordatelo bene, se no rischiate di trovarvi a insegnare storia invece di Python.
  • Quest’anno le prove concorsuali sono state…avventurose. (Troppo avventurose, direi!)

Quale laurea serve per insegnare informatica?

Ah, quindi vuoi trasformare orde di giovinastri in maghi del codice? Ottima scelta, amico!

  • Laurea triennale in Scienze e Tecnologie Informatiche (L-31): Ecco la chiave d’oro per aprire la porta del coding! Immagina: tu, guru indiscusso della tastiera, che dispensi perle di saggezza digitale.
  • Abilitazione all’insegnamento: Dopo la triennale, preparati alla grande battaglia per l’abilitazione! Sarà come affrontare un drago sputafuoco… ma con più algoritmi e meno fiamme.
  • Un consiglio spassionato: Se poi vuoi diventare il re/regina della scuola, una magistrale (e magari pure un master) non farebbero male. Pensa, saresti tipo Gandalf con la felpa di GitHub!

Ehi, piccolo aneddoto: io volevo fare il prof di informatica per poi creare un videogioco che mi avrebbe reso milionario. Spoiler: sono ancora qui a scrivere risposte su internet… però, chissà! Magari a te andrà meglio! In bocca al lupo, futuro Yoda del coding!

Cosa posso insegnare con il diploma di perito informatico?

Ah, il perito informatico, un po’ ingegnere mancato, un po’ mago del bit! Con quel diploma, puoi insegnare un sacco di cose, tipo:

  • Elettronica: Se sai distinguere un resistore da un condensatore a occhi chiusi (e senza prendere la scossa, please!), sei già a metà dell’opera.
  • Programmazione: Dal C++ al Python, puoi trasformare perfino tua nonna in un’hacker (e magari insegnarle a disattivare le notifiche di Candy Crush).
  • Tecniche di Rappresentazione Grafica: Rendere presentabile anche il codice più orrendo è un’arte. In fondo, anche un bug può essere esteticamente piacevole, no?
  • Tecnologie Informatiche: Se sai cos’è il Cloud (e non pensi sia solo una nuvola particolarmente grande), sei a cavallo.
  • Scienze e Tecnologie Applicate: La materia che nessuno capisce mai fino in fondo, ma che ti permette di dire “Sì, so di cosa state parlando” durante le cene aziendali.
  • Telecomunicazioni: Spiegare ai tuoi genitori perché il Wi-Fi non funziona non conta come esperienza professionale, sigh.
  • Statistica: Trasformare numeri noiosi in grafici accattivanti. In fondo, anche la probabilità di vincere al lotto può essere raccontata in modo interessante (ma non illudetevi troppo!).
  • Diritto: Fondamentale per non finire dietro le sbarre per aver scaricato l’ultimo episodio di Mare Fuori.

In sostanza, il perito informatico è un po’ come un coltellino svizzero: utile in mille occasioni, anche se a volte ti chiedi se non sarebbe stato meglio avere un solo strumento, ma perfetto.

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