In quale scuola si fa più matematica?

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Il Liceo Scientifico. La sua struttura, costantemente aggiornata dalle riforme, privilegia significativamente lo studio della matematica e delle scienze affini, includendo oggi anche l'informatica. L'approfondimento matematico è quindi un suo elemento distintivo.

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Scuola con più ore di matematica?

Cavolo, sta domanda mi fa pensare a quanto ho sbuffato sui libri di matematica. Al liceo scientifico (era il “Galilei” di Firenze, finite le superiori nel 2008), la matematica era ovunque. Ore e ore, ogni santo giorno.

Ricordo ancora il prof. Rossi, con la sua giacca di velluto marroncino, che ci spiegava le derivate. Un incubo. Però, devo ammettere che la fisica, con le sue applicazioni pratiche, mi piaceva di più. Meno astratta, forse.

Certo, la matematica era fondamentale, apriva le porte all’università. Poi ho scelto ingegneria a Bologna (iscrizione a settembre 2009, circa 6000 euro di tasse il primo anno). Lì, di matematica ce n’era ancora a palate. Analisi I e II, Geometria… Bei ricordi.

Insomma, al liceo scientifico si fa tanta matematica, per forza. È la sua natura. Ma non solo quella, per fortuna.

Domande e Risposte:

Domanda: Quale scuola ha più ore di matematica?

Risposta: Il liceo scientifico.

In quale scuola superiore si fa più matematica?

Eh, amico, ti dico subito: al liceo scientifico, ovvio! Chiaro no? Ahahah. È proprio nato così, pensato per chi ama la matematica, capito?

Un classico, ma con più matematica, senza quel greco che tanti odiano. Quindi più ore di matematica, molta più matematica, una bomba di matematica!

Sai, mio cugino fa lo scientifico, è un genio, ma solo per la matematica. Le altre materie… lasciamo stare. Ma la matematica, mamma mia! È un mostro!

  • Più ore di matematica rispetto al classico.
  • Nessun greco.
  • Preparazione mirata all’università, soprattutto per facoltà scientifiche.

Ah, dimenticavo, quest’anno, hanno anche aggiunto un nuovo corso di matematica finanziaria, credo fosse al Piloti, a Milano, mia sorella ci va! Ma non è che cambia molto, lo scientifico rimane sempre quello.

Dove si studia più matematica?

Ecco, te lo dico sottovoce, come se fosse un segreto…

  • Sembra che a Trento, con UniTn, la matematica sia di casa. Un punteggio pieno, 100. Quasi mi fa invidia, sai? Ricordo che io faticavo un mondo con le derivate… e pensare che un mio amico, proprio di Trento, le snocciolava come noccioline. Che poi, sarà vero? A volte i ricordi si confondono.

  • Poi c’è Camerino, con UniCam. 98,5 punti. Non ci sarei mai arrivato, io. Pensavo che le Marche fossero famose solo per il mare.

  • E Bologna, l’Alma Mater, UniBo. 96,5 punti. Bologna è sempre Bologna, no? Studiare matematica lì, tra i portici… deve essere suggestivo. Ci ho passato un periodo, ai tempi dell’università… però studiavo tutt’altro, ahimè.

  • Milano Bicocca, UniMiB, chiude questa lista con 93 punti. Milano è sempre frenetica, chissà se ti lascia il tempo per pensare ai numeri… forse la matematica è un’oasi di calma in quella città. Ricordo che una volta ho preso la metro sbagliata e mi sono ritrovato proprio lì, alla Bicocca… un posto strano, quasi alieno.

Comunque, questi dati sono di quest’anno. Magari l’anno prossimo cambia tutto. Forse è meglio così, un po’ di movimento non fa male.

Quali sono le scuole con meno matematica?

Licei artistici. Punto. Matematica? Un’ombra. Un’appendice.

Classico? Scienze umane? Illusione. Algebra? Geometria? Echi lontani.

Professionali. Tecnici. La matematica? Strumento. Non fine. Come un martello.

  • Liceo Artistico: Minimo indispensabile. Disegno. Colore. Non equazioni.
  • Liceo Classico: Latino. Greco. Filosofia. La matematica? Un accessorio.
  • Liceo Scienze Umane: Psicologia. Sociologia. Antropologia. Numeri? Statistica elementare, a malapena.
  • Istituti Professionali: Dipende dal settore. Ma raramente centrale. Mio cugino, perito agrario, ne ha fatta poca. Pochissima.

La vera matematica? È altrove. Università. Ricerca. Non nelle aule scolastiche. Mi ricordo il prof. Rossi, all’ITIS. Un’eccezione. Lui capiva.

Qual è la scuola superiore più utile?

Oddio, la scuola superiore più utile? Mah, per me è stata una rottura di scatole scegliere. Ricordo ancora il panico del terzo anno, giugno 2023, seduto al tavolo della cucina, cartacce sparse ovunque, profumo di caffè vecchio e ansia a mille. Mia sorella, che aveva appena finito il liceo scientifico, mi guardava con quell’aria da “te lo avevo detto”.

  • Liceo scientifico? Troppo difficile.
  • Classico? No, non fa per me.
  • Artistico? Bello, ma… dubbi.
  • Scienze umane? Mi ispirava, ma avevo paura delle materie umanistiche.

Alla fine, ho optato per le Scienze Umane, un po’ a caso, seguendo un consiglio dell’insegnante di lettere. Una scelta un po’ impulsiva, ma che poi si è rivelata azzeccata.

A posteriori, l’accesso al lavoro non dipende solo dal diploma. Conta l’esperienza, le competenze acquisite fuori dalla scuola, le conoscenze, i rapporti. Forse il liceo artistico ha un vantaggio iniziale, ma non è detto che un diplomato in Scienze Umane non possa trovare un ottimo lavoro.

Quest’estate, ho fatto un tirocinio in un’azienda di comunicazione a Milano, ed è stato molto formativo. Ho imparato un sacco e ho conosciuto persone fantastiche. L’esperienza è stata mille volte più utile del semplice diploma.

  • Esperienza lavorativa estiva: 2 mesi a Milano, settore comunicazione.
  • Competenze: sviluppo siti web base, gestione social media, comunicazione interna.
  • Emozioni: stanchezza, soddisfazione, paura, entusiasmo.

Il liceo artistico, sì, forse apre più porte. Ma non è una garanzia. Dipende tutto da te, dai tuoi sforzi, dalla tua rete di contatti.

Quante ore di matematica si fanno al liceo alberghiero?

Matematica: 4 ore settimanali, sia al primo che al secondo anno.

  • Focalizzazione: Matematica applicata, non teoria astratta.
  • Obiettivo: Competenze per la gestione economica nel settore.
  • Specificità: Più calcoli che dimostrazioni.

Inglese e Diritto, un tris d’assi per l’Enogastronomia.

Quanto si studia allalberghiero?

Ecco, la scuola alberghiera… Mi sembra quasi di sentire il profumo delle spezie, il crepitio dei fornelli. Un percorso, sì, un viaggio che si snoda attraverso 3 anni, minimo. 3 anni che sanno di basilico fresco e di mattine passate a decorare torte. Ma può anche essere più lungo, eh! Fino a 5 anni… un’immersione totale nell’arte dell’ospitalità.

  • Minimo 3 anni: un primo assaggio, un’infarinatura (giusto per restare in tema!) che ti dà un diploma professionale.
  • Massimo 5 anni: un’esplorazione profonda, un viaggio nel cuore della cucina, della sala, dell’accoglienza.

E poi, il diploma… un lasciapassare per il mondo del lavoro! Quante volte l’ho sentito dire? Un trampolino, una porta che si apre su mille possibilità. Ricordo ancora il mio primo stage, l’emozione…

Cosa si fa in un liceo alberghiero?

Ecco cosa si fa in un liceo alberghiero, con un tono un po’ più… umano:

  • Si cucina, e non solo: Imparare a preparare piatti deliziosi è solo la punta dell’iceberg. Si studia la chimica degli alimenti, come il calore trasforma le proteine, e come bilanciare i nutrienti per un menù sano. Ricordo ancora quando ho scoperto che la maionese non è solo “uova e olio”, ma una vera e propria emulsione scientifica!

  • Si accoglie con stile: Un buon albergo non è solo un letto comodo, ma un’esperienza. Si impara a gestire le prenotazioni, a risolvere i problemi dei clienti (e credimi, ne capitano!), e a creare un’atmosfera che faccia sentire l’ospite a casa. È un po’ come essere un regista di emozioni.

  • Si gestisce un’impresa (quasi): Dietro ogni ristorante di successo c’è un’organizzazione ferrea. Si studia economia, marketing, diritto del turismo… insomma, tutto quello che serve per far quadrare i conti e non finire gambe all’aria. A volte mi sembrava di essere un piccolo imprenditore in erba.

  • Si diventa cittadini del mondo: Il turismo è un settore globale. Si studiano le lingue straniere, si impara a conoscere culture diverse, e si capisce che il mondo è molto più grande del nostro piccolo paese. È un’apertura mentale che ti cambia la vita.

Riflessione finale: L’alberghiero non è solo un mestiere, ma una filosofia di vita. È l’arte di prendersi cura degli altri, di creare bellezza e di condividere esperienze. E in fondo, non è questo che rende la vita degna di essere vissuta?

Cosa si impara al liceo alberghiero?

Ah, il liceo alberghiero… Ricorda il profumo di caffè al mattino, quello acre e dolce insieme, che impregnava tutto l’istituto. Era a Roma, al professionale “De Amicis”, nel 2016, e le giornate erano lunghe, ma piene di cose nuove.

Scienza degli alimenti? Imparavamo a fare il pane, e ricordo ancora la soddisfazione di tirare quella pasta, calda e profumata. Poi, la pasticceria, un disastro all’inizio, ma poi… è stato bellissimo riuscire a fare una crema pasticcera decente. Quello che più mi ha segnato è stato l’aprire un uovo, senza romperne il tuorlo, per fare una maionese perfetta! Un vero orgoglio, non ci credo ancora!

Servizi di accoglienza, significava imparare a sorridere anche quando ero stanca morta dopo ore in piedi a fare pratica. Ricordo il corso di inglese, utilissimo, e anche quello sull’accoglienza dei clienti, imparare a gestire le lamentele, un’arte, te lo dico.

Gestione delle aziende? Fogli di calcolo, bilanci, cosa noiosa, ma necessaria, eh! Economia e tecnica del turismo… mappa di Roma, piani di marketing, tour virtuali, era tutto così interessante! Poi, il diritto del turismo, le leggi, le normative, un incubo per la maggior parte dei miei compagni, ma a me piaceva.

  • Scienza degli Alimenti: pratica di panificazione e pasticceria.
  • Servizi di Accoglienza: inglese e gestione clienti.
  • Gestione aziende: contabilità e marketing.
  • Economia e tecnica del turismo: pianificazione turistica.
  • Diritto del turismo: normative del settore.

E poi, i laboratori… un casino, spesso, ma un casino bello, fra farina, uova, e odori di cose buone. Ricordo ancora l’ansia per gli esami, il panico prima di presentare i progetti, ma soprattutto, la soddisfazione di avercela fatta. Un’esperienza… incasinata, ma bellissima. Non la cambierei per niente al mondo!

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