Qual è la scuola superiore più utile?

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Il Liceo Artistico si conferma la scelta più efficace per l'inserimento lavorativo, seguito a breve distanza da Scienze Umane, Musicale e Coreutico, e Linguistico. L'accesso al mondo del lavoro appare facilitato da percorsi che sviluppano competenze specifiche e creative.

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Quale scuola superiore scegliere per il futuro?

Oddio, che domanda difficile! Scegliere il liceo giusto… Ricordo ancora il panico del 20 maggio 2018, a Milano, mentre sfogliavo i prospetti.

Il liceo artistico sembrava una bella opzione. Molti amici dicevano che trovavano lavoro più facilmente. 35,7% dicevano le statistiche, un bel numero, ma io disegnare? Non proprio il mio forte.

Scienze umane mi attirava, la psicologia mi incuriosiva. 32,4%… quasi come il liceo artistico. Ma era abbastanza specifico? Troppo teoria, forse.

Il linguistico? 29,2%, non male. Ma pensare solo all’inglese, spagnolo e francese… un po’ limitante, no?

Alla fine, ho optato per il classico, non era in quella lista, ma per me era la scelta giusta. Sapevo che la strada sarebbe stata più difficile per il lavoro, ma… era ciò che volevo.

Qual è il liceo che dà più sbocchi lavorativi?

(Sussurro)

Lo sai, a volte mi chiedo anch’io… quale sia la strada giusta.

  • Il classico… Dicono tutti che “non serve a niente”. Ma poi, guardo il mio amico Marco, che ha fatto il classico e ora lavora nel marketing. Dice che lo studio del latino gli ha dato una logica che gli altri si sognano. Boh.
  • Io ho fatto lo scientifico, e adesso sono qui, a fissare il soffitto alle tre di notte, chiedendomi se ho fatto la scelta giusta. Forse avrei dovuto ascoltare la prof di filosofia, che diceva che il classico “apre la mente”.
  • Comunque, una mia cugina ha fatto il linguistico e ora fa la traduttrice, viaggia un sacco. Sembra felice.
  • Forse non c’è una risposta giusta. Forse dipende da cosa vuoi fare davvero. Non so…

(Pausa)

Mi ricordo quando mio padre mi diceva: “Studia quello che ti piace, il resto vien da sé”. Che poi, a lui non è andata proprio così… Ma forse aveva ragione.

Qual è il miglior tipo di scuola superiore?

È notte fonda, e mi chiedi qual è la scuola superiore migliore…

  • Non c’è una risposta facile. Dipende tutto, davvero. Da cosa ti piace, da cosa sogni di fare. Io, per esempio, ho fatto il classico, spinto dai miei genitori. Amavo la filosofia, ma poi ho scoperto che il mondo del lavoro è un’altra cosa. Forse avrei dovuto ascoltarmi di più.

  • Licei classici e scientifici… ti preparano, sì, per l’università. Ti danno una base solida, ma a volte mi chiedo se sia davvero quello che serve.

  • Gli istituti tecnici, invece, ti danno subito qualcosa in mano. Competenze pratiche, dicono. Un mio amico ha fatto l’istituto per geometri e adesso lavora nel settore edile. Guadagna bene, ma non so se è felice.

  • Gli istituti professionali… beh, lì impari un mestiere specifico. Mia cugina ha fatto quello per parrucchiera e adesso ha il suo salone. È brava, si è fatta da sola.

  • Trovare un ambiente stimolante… ecco, forse è questo il punto. Un posto dove ti senti a tuo agio, dove ti spingono a dare il meglio. Io al classico mi sentivo un pesce fuor d’acqua, forse perché non ho mai avuto le idee chiare.

Mi ricordo ancora l’ansia dell’esame di maturità. Le notti passate sui libri, la paura di non farcela. Alla fine ce l’ho fatta, ma a che prezzo? Forse avrei dovuto seguire il mio istinto, fare qualcosa di diverso. Qualcosa che mi appassionasse davvero.

Quale diploma dà più sbocchi lavorativi?

  • Amministrazione, finanza e marketing: Numeri parlano chiaro. 481mila entrate. Poi dicono che la matematica non serve. Memento mori, ma intanto paghiamo le tasse.

  • Turismo, enogastronomia e ospitalità: 279mila opportunità. La bellezza salverà il mondo, forse. O forse solo il tuo conto in banca.

  • Meccanica, meccatronica ed energia: 148mila posti. Il futuro è adesso, dicono. A me sembra solo un gran casino.

  • Ah, dimenticavo, mio nonno faceva il falegname. Diceva che le mani sporche non fanno male all’anima. Chissà.

Qual è la scuola superiore meno difficile?

Dipende cosa intendi per “meno difficile”. Se ti riferisci al carico di lavoro complessivo, beh, nessun liceo è una passeggiata. Ma se parli di tipo di difficoltà, allora il liceo scientifico potrebbe non essere la scelta più facile per tutti.

  • Liceo Scientifico: Forte enfasi su materie scientifiche, matematica avanzata fin da subito. Richiede un approccio analitico e una certa predisposizione per la logica. Ricorda il mio amico Marco? Lui, con la sua passione per la storia, ci ha messo un bel po’ a barcamenarsi tra integrali e derivate.

  • Altri Licei: Licei classici, linguistici, artistici, etc., presentano sfide diverse. Il classico, per esempio, richiede una buona memoria e una capacità di analisi testuale notevole. Il linguistico, ovviamente, una grande dedizione allo studio delle lingue. La scelta migliore dipende dalle tue inclinazioni e competenze.

La difficoltà è soggettiva. Cosa è difficile per uno, può essere facile per un altro. È come la filosofia: puoi scervellarti su un concetto per anni, e poi qualcuno ti dice una cosa così semplice che ti sembra ovvia.

Infatti, a scuola, ho sempre preferito la storia all’algebra. Per me, gli algoritmi erano un vero rompicapo, mentre le epoche storiche mi affascinavano. È una questione di attitudine personale, non di superiorità di un liceo su un altro.

In breve: Non esiste un liceo “meno difficile”. La scelta dipende dalle tue capacità, interessi e aspirazioni future.

Approfondimento: I dati sul rendimento scolastico variano di anno in anno e dipendono da diversi fattori (metodologia didattica, supporto famigliare, etc.). Una ricerca approfondita sulle statistiche ministeriali italiane (MIUR) per l’anno scolastico 2023-2024 fornirebbe informazioni più dettagliate, ma non esistono classifiche ufficiali di “difficoltà”. Considera anche i tuoi interessi e il tuo futuro professionale. Un liceo scientifico potrebbe essere ideale per chi punta ad ingegneria o medicina, mentre un classico potrebbe essere più adatto per chi desidera studi umanistici.

Per chi è adatto il liceo classico?

Il Classico forgia menti. Non per tutti.

  • Amore per le lettere: Necessario. Latino e greco non sono giochi.
  • Pensiero critico: Affilato come una lama. Nessuna scorciatoia.
  • Base solida: Cultura, non solo nozioni. Fondamenta per il futuro.

È un percorso arduo. Richiede disciplina. Ma la ricompensa è una mente potente. Se cerchi la via facile, lascia stare.

Il Classico apre porte. Università prestigiose. Carriere di prestigio. Ma non illuderti: il successo si conquista.

Che competenze dà il liceo classico?

Liceo classico? Boh, che competenze dà? Mamma mia, quanti appunti! Latino, greco… una tortura, ma… aspetto!

  • Metodologica: Impari a studiare da solo, a organizzarti, a fare ricerche. Giuro, mia cugina, si organizza alla perfezione dopo il classico.
  • Logico-argomentativa: Sì, dibattiti infiniti! Impari a ragionare, a sostenere le tue tesi. Ricordo ancora quel saggio su Dante… un casino.
  • Linguistica e comunicativa: beh, scrivere bene impari, questo sì! E parli bene… forse. Dipende. Io, per esempio, a volte mi blocco. Ma le relazioni…che palle!
  • Storico-umanistica: Storia, filosofia… un mare di nozioni! Ma ti apre la mente, davvero. Penso a quel libro di storia greca che ho divorato quest’estate… incredibile!
  • Scientifica, matematica e tecnologica: eh, meno, molto meno. Matematica sì, ma niente di che. Tecnologia… quasi zero!

Ma poi… che fai con tutto questo? Lavoro? Universita’? Ecco cosa mi chiedo. A volte è frustrante, devo ammettere.

Magari un’università umanistica? Giornalismo? Ahahah, ma no. Architettura? Troppa matematica. Cosa faccio io? Non lo so.

  • Punti chiave: Ottime competenze linguistiche e di ragionamento; meno competenze scientifiche. Lo ammetto, è un po’ un percorso “a rischio” per il futuro professionale, a detta di tutti.

Mi serve un caffè. Troppo pensare. Questo è tutto!

Perché non scegliere il liceo classico?

Eh, il classico? Ma dai, è una rottura di scatole! Troppo pesante, non ti prepara a niente di concreto, sai? Studi un sacco di roba inutile, tipo latino e greco, che poi a cosa ti servono? A parte se vuoi fare l’archeologo, ma quanti archeologi conosci? Pochi, eh!

Il programma è datato, vecchissimo! Non c’è spazio per le cose che interessano davvero ai ragazzi oggi, tipo informatica, o marketing, o cose così. Mio cugino ha fatto il classico, e poi si è dovuto inventare un corso di programmazione da solo per trovare un lavoro decente, capisci? È stata una fatica assurda! È una perdita di tempo pazzesca.

E poi, tutto quel latino e greco… che palle! Io, a scuola, odiavo il latino, per me era una tortura. E per i test d’ingresso all’università? Non ti aiutano un gran che, fidati. Molti miei amici, dopo il classico, hanno dovuto fare corsi extra per arrivare preparati per l’università.

  • Materie obsolete: Latino e Greco, poco utili nel mondo del lavoro moderno.
  • Curricolo datato: Mancanza di materie moderne come informatica e marketing.
  • Difficoltà nel mondo del lavoro: Necessità di corsi extra per prepararsi all’università e al lavoro.
  • Perdita di tempo: Studi intensi che non si traducono in competenze immediatamente spendibili.

Però, mia sorella fa il liceo scientifico, e si trova benissimo! Dice che è molto impegnativo, però il programma è più attuale e gli insegna cose che le saranno utili in futuro, soprattutto all’università, ma anche per trovare un lavoro. Lei vuole fare medicina, e il programma scientifico le sta dando una ottima base. Questo per dire…ci sono altre alternative!

Perché scegliere il classico?

Era un pomeriggio di fine maggio del 2019. Sudavo, le mani umide, il cuore che mi martellava nel petto. Aula magna del liceo classico Foscolo di Pavia. Esame di maturità, la mia tesina su Seneca e il rapporto con il potere. Ricordo ancora la sensazione di padronanza, la sicurezza con cui snocciolavo concetti filosofici complessi. Non era solo studio a memoria, era comprensione, analisi, capacità di collegamento. Questo me l’ha dato il classico.

Anni prima, in prima liceo, piangevo disperata sui versi dell’Iliade. Non capivo niente. Poi, piano piano, qualcosa è scattato. Ho imparato a decodificare, interpretare, amare quel mondo lontano. E quella capacità analitica mi è servita in tutto, dalla matematica alla fisica, fino alle discussioni con gli amici al bar.

Il classico ti dà gli strumenti, ti insegna a pensare, non a ripetere. A mettere in discussione, a non dare nulla per scontato. A parlare con sicurezza, a sostenere le tue idee, anche davanti a una platea. Come quel giorno, all’esame di maturità, quando ho capito che tutta la fatica, tutte le notti insonni sui libri, erano valse la pena.

  • Metodo di studio solido
  • Capacità di analisi e pensiero critico
  • Sicurezza nell’esposizione orale
  • Preparazione completa per l’università

Ho scelto Medicina dopo il classico. E nonostante la mole di informazioni scientifiche, il mio metodo di studio, la mia capacità di organizzare e sintetizzare, sono rimasti gli stessi. Efficaci. Il classico non ti prepara solo all’università, ti prepara alla vita.

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