Quali sono i sette colori primari?

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Larcobaleno mostra una gamma cromatica che include i colori primari (rosso, giallo, blu), derivando poi i secondari (arancione, verde, viola) dalla miscelazione di quelli primari. Lindaco, spesso incluso, è un colore terziario.

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Oltre l’Arcobaleno: Un’Esplorazione dei “Colori Primari”

L’arcobaleno, con la sua spettacolare sequenza di sfumature, è da sempre fonte di ispirazione artistica e scientifica. Spesso, viene utilizzato come riferimento per introdurre il concetto di colori primari, ma la realtà è più sfaccettata di quanto possa sembrare a prima vista. La semplicistica affermazione “i colori primari sono rosso, giallo e blu” è, infatti, una semplificazione eccessiva, valida solo in un determinato contesto.

La percezione del colore è un fenomeno complesso, influenzato dalla fisiologia della vista umana e dal sistema di modellizzazione del colore utilizzato. Nel modello sottrattivo, prevalentemente impiegato nella stampa e nella pittura, rosso, giallo e blu (ciano, magenta e giallo, per essere precisi) sono considerati i colori primari perché, mescolandoli in diverse proporzioni, è possibile ottenere un’ampia gamma di colori. Questo perché questi pigmenti sottraggono luce dalle superfici, assorbendo alcune lunghezze d’onda e riflettendo altre. La combinazione di tutti e tre i colori primari sottrattivi idealmente produce il nero (anche se nella pratica si ottiene spesso un marrone scuro).

Ma la storia cambia nel modello additivo, tipico dei monitor e delle luci. Qui, i colori primari sono il rosso, il verde e il blu (RGB). Questi colori, quando combinati, emettono luce, e la loro sovrapposizione crea nuovi colori. In questo caso, la combinazione di tutti e tre i colori primari additivi produce il bianco.

L’idea di “sette colori primari” è quindi fuorviante. Non esiste un insieme universale e fisso di colori primari. La scelta dipende dal sistema di modellizzazione del colore adottato: tre nel modello additivo, tre nel modello sottrattivo. L’inclusione dell’indaco, spesso citato come un ulteriore colore primario nell’arcobaleno, è arbitraria e legata alla tradizione, in quanto non rappresenta un colore fondamentale nei modelli cromatici scientificamente riconosciuti. L’indaco, infatti, può essere considerato una sfumatura di blu o di viola, un colore secondario ottenuto dalla miscelazione di rosso e blu.

In conclusione, la questione dei “sette colori primari” è un esempio di come la semplificazione di un concetto complesso possa portare a incomprensioni. La comprensione profonda del colore richiede di andare oltre le semplici classificazioni e di considerare le diverse prospettive offerte dai modelli additivo e sottrattivo, riconoscendo la complessa interazione tra luce, pigmenti e la percezione umana.