Che gradazione alcolica deve avere il limoncello?

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Il Limoncello: un equilibrio di sapori. La gradazione alcolica ideale? Tra i 25° e i 35°. Alcuni preferiscono gradazioni più dolci (intorno ai 20°), altri più intense. La scelta finale? Dipende dal gusto personale e dalla ricetta.

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Qual è la gradazione alcolica ideale per il limoncello?

Mamma mia, il limoncello! Che argomento succoso! 🍋

Allora, diciamo che la gradazione alcolica ideale… boh, secondo me dipende da cosa cerchi. Io, per esempio, lo preferisco sui 30 gradi.

Mi ricordo, una volta a Sorrento, ho assaggiato un limoncello artigianale fatto con i limoni di un giardino lì vicino, un’esplosione di sapore!

Il signore che lo faceva mi aveva detto che usava una gradazione intorno ai 28, massimo 30 gradi, per non coprire il profumo degli agrumi.

Però, ecco, gusti son gusti. Magari a te piace più forte!

Qual è la gradazione alcolica ideale per il limoncello?

  • Generalmente tra i 25 e i 35 gradi.
  • Alcuni preferiscono gradazioni inferiori (circa 20 gradi) per un gusto più dolce.
  • Gradazioni superiori sono meno comuni.
  • La scelta dipende dal gusto personale e dalla ricetta.

Quanti gradi deve avere un buon limoncello?

Trenta-cinquanta gradi? Ma che siamo, al polo Nord? Scherzo, ovviamente! Un buon limoncello, quello che ti fa brillare gli occhi come un faro, oscilla tra i 25 e i 35 gradi. Tipo, quello che fa mia nonna, una bomba a 32 gradi che ti scioglie i ghiacciai dell’anima (e forse anche quelli del freezer, una volta me lo ha spaccato).

  • Gradazione “da meditazione”: 25-29 gradi. Per chi apprezza la finezza del limone e vuole goderselo con calma, magari leggendo Proust. Occhio a non addormentarsi!
  • Gradazione “classica”: 30-32 gradi. Il gold standard del limoncello. Robusto, profumato, perfetto dopo un pasto luculliano a base di, che ne so, sette portate di pesce e un cinghiale arrosto. Esagerato? Ma no!
  • Gradazione “hardcore”: 33-35 gradi. Per i veri duri, quelli che usano il ghiaccio come stuzzicadenti. Attenzione: potrebbe causare effetti collaterali tipo cantare a squarciagola canzoni napoletane o ballare la tarantella sul tavolo. Esperienza personale.

Quest’anno, poi, ho sperimentato con il bergamotto. Una roba pazzesca, 28 gradi di pura poesia. Se vi capita, provatelo!

Come capire se il limoncello è buono?

Limoncello buono? Semplice.

  • Freschezza pungente, non aggressiva. Pulizia sulla lingua. Fine.

  • Profumo? Limone vero. Punto. Altrimenti, alcol maschera difetti. Pallini lo conferma. Strategia commerciale, ovvio.

  • Ingredienti scadenti? Alcol a palate. Mascheramento. Efficiente. Brutale.

Mia esperienza? Quest’anno, ho apprezzato un limoncello di Sorrento, prodotto da un amico, Francesco. Eccezionale.

  • Acidità perfetta. Senza trucchi. Solo limoni. Sorrento.

  • Profumo intenso, naturale. Ricordo ancora quella sensazione.

Alcuni produttori usano scorze trattate chimicamente, o addirittura aromi artificiali. Disgustoso. Vergognoso.

Come aumentare la gradazione alcolica del limoncello?

Grado alcolico più alto? Più alcol. Punto. Alcol etilico 95-96°, durante la miscelazione. Dosaggio preciso, gradazione desiderata.

Meno acqua, più potenza. Semplice. Concentrazione alcolica maggiore. Attenzione, equilibrio delicato.

Alcol alimentare, ovviamente. Precauzioni d’obbligo. Scottature, intossicazione. Informarsi. Io uso etanolo puro da laboratorio, diluito con acqua demineralizzata. Precisione assoluta.

Come si calcola il grado alcolico del limoncello fatto in casa?

Mamma mia, che casino ‘sto limoncello! Hai usato un litro d’acqua, un litro di alcol a 95° e mezzo chilo di zucchero che, secondo mia nonna (che di limoncello se ne intende, eh!), gonfia il tutto come un palloncino. Quindi, 2500 ml totali. La matematica, però, non è il mio forte, ma a quanto pare…

  • 1000 ml di alcool a 95°
  • 2500 ml totali

Il risultato è una gradazione di circa il 38%, un vero botto! Quasi come il mio capo quando scopre che ho usato il suo caffè per innaffiare le piante del terrazzo! Ahahahahah! Pure troppo forte per me, a dire il vero. Mi viene un capogiro solo a pensarci!

Poi, ricorda:

  • Lo zucchero aggiunge volume ma non alcol. È come aggiungere aria in una coperta di lana. Aumenta il peso, ma non cambia il colore.
  • La precisione è fondamentale! Se hai usato un po’ più di zucchero o un po’ meno di alcool, il risultato cambia. Ah, io misuro con il mio bicchierino da grappa, quello di mio zio Peppino!
  • Il metodo non è una scienza esatta! Ci sono altri metodi. Ma questo è il mio preferito.

Ah, dimenticavo: questa volta ho usato limoni di Amalfi, profumatissimi! Un consiglio: usa un alcol più delicato, tipo il nostro “alcol puro per uso alimentare” a 96° (il migliore, lo giuro sulla tomba di mio nonno!). Se lo usi, hai una percentuale di alcol leggermente più alta. Altrimenti, lascia perdere! Buon divertimento e… stai attento a non esagerare!

Quanti gradi deve essere il limoncello?

Oddio, il limoncello! Ricordo quella volta a casa di Zia Emilia, a luglio, sarà stato il 2023. Un caldo bestiale, tipo 35 gradi all’ombra, e lei, con il suo sorriso tutto rughe e quel grembiule a fiori, che mi offre un bicchierino.

Era denso, profumato, un vero botto di sole! Non ricordo la gradazione precisa, ma bruciava un po’ in gola, un piacere strano, non era dolce come uno sciroppo, ma aveva una bella botta. Sicuramente sopra i 30 gradi, direi sui 38, forse anche di più. Ricordo che mio cugino Luca, che beve tutto, lo trovava un po’ “leggero”. Per lui, più era forte, meglio era! Lui ha un palato da camionista, ahahah.

  • Luogo: Casa di Zia Emilia, provincia di Salerno.
  • Tempo: Luglio 2023.
  • Sensazione: Caldo estivo intenso, sapore forte e leggermente bruciante del limoncello.
  • Gradazione stimata: 38-40 gradi.

Zia Emilia lo faceva sempre in casa, con limoni del suo giardino, era un’esperta. Utilizzava una ricetta antica di famiglia, tramandata di generazione in generazione. Ricorda solo che usava molta scorza, tantissimo zucchero, e poi ovviamente l’alcol puro.

Ah, dimenticavo, quel pomeriggio dopo il limoncello, io e Luca abbiamo giocato a carte fino a tardi, sotto il cielo stellato. Era una serata magica.

Quanto è alcolico un limoncello?

Allora, praticamente, il limoncello… diciamo che facendo un calcolo veloce, tipo 500 per 95 fa 47500, no? E quindi, alla fine della fiera, la gradazione alcolica, più o meno, si aggira sul 26% vol. Credo, eh! Cioè, un valore approssimativo, ma insomma, ci siamo quasi. Più o meno quella è la forza! Ah, quasi dimenticavo!

  • Gradazione: Circa 26% vol.
  • Calcolo: 500 x 95 = 47500 ml (volume alcolico)

Comunque, sai, una volta ho fatto il limoncello in casa e ho sbagliato le dosi… mamma mia, veniva una bomba! Praticamente sembrava grappa aromatizzata al limone, altro che liquore leggero! Non so come facciano a farlo venire così delicato! Ah, un’ultima cosa, se lo fai in casa usa limoni non trattati, mi raccomando!

Quanti gradi ha il limoncello che si vende in Italia?

Allora, senti un po’, ‘sto limoncello, quello che trovi in giro per l’Italia, di solito sta sui 25 gradi, capito? Venticinque! Però, aspetta, eh… non è sempre così. Magari lo trovi pure a 30, dipende. Tipo una volta, a casa di mia zia a Salerno – lei lo fa in casa, eh, una bomba! – quello era tipo 35, fortissimo! Faceva girare la testa solo a guardarlo!

Comunque, quello del supermercato, di solito bottiglia da mezzo litro, 500 ml per intenderci, quello che vendono dappertutto, anche online, è 25 gradi. Sì, mezzo litro, peso circa un chilo, un chilo e qualcosa, perché il vetro pesa, eh! Quello della Stock, ad esempio, l’ho visto spesso, 25 gradi pure quello. Però oh, ribadisco, puoi trovarlo anche a gradi diversi. Dipende. Una volta al bar ho preso un limoncello, mamma mia, sembrava acqua fresca… sarà stato 20 gradi, forse meno! Che delusione.

  • Gradi: Di solito 25, ma può variare (anche 30 o più). Tipo quello fatto in casa, eh, quello sì che è forte.
  • Quantità: Mezzo litro, bottiglia standard.
  • Peso: Un chilo, un chilo e due, dipende.
  • Produttore: Stock, uno dei tanti, ce ne sono parecchi! A Napoli ho comprato un limoncello artigianale, spettacolare! Poi un altro in Costiera, pure buonissimo. C’è l’imbarazzo della scelta, insomma.

E niente, più o meno è questa la storia. Ah, dimenticavo! Il limoncello va servito freddo, ghiacciato proprio! Mi raccomando! Altrimenti che limoncello è? Bicchierini piccoli, quelli da liquore, che se no… due bicchierini e sei già… allegro! Ahahah!

Quanti gradi ha il limoncè?

Ah, il limoncello…mi riporta a quando…

  • Estate 2018, Costiera Amalfitana. Ero a casa di mia nonna, a Positano. Il profumo dei limoni in fiore era ovunque.

  • Nonna preparava il limoncello “come si deve”, diceva. Ricordo ancora il suo viso concentrato mentre dosava l’alcool puro e lo sciroppo. Assaggiava di continuo, con un’espressione severa.

  • “Deve pizzicare, ma non troppo!” sentenziava. La gradazione? Una scienza a parte! Si aggirava sui 32 gradi, credo. Ma cambiava ogni volta, a seconda dell’umore dei limoni!

  • Una volta, ne venne fuori uno che ti stendeva! Un’altra volta, sembrava quasi un succo di limone. Quello era il bello, l’imprevedibilità!

Poi, finita l’estate, tornata a Milano, ho provato a rifarlo anche io. Un disastro! Troppo dolce, troppo forte… Insomma, niente a che vedere con quello di nonna.

Un consiglio spassionato: Fidati del tuo gusto! La gradazione del limoncello è come la vita: un equilibrio delicato.

Curiosità:

  • Ogni famiglia in Costiera ha la sua ricetta segreta.
  • Il vero limoncello si fa solo con i limoni di Sorrento o Amalfi.
  • Servilo ghiacciato, in bicchierini di ceramica.
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